” SOLO IL TEMPO DI MORIRE” DI PAOLO ROVERSI- MARSILIO
14 Aprile 2015” GIALLO E NOIR ” DI MARCO SCALDINI- 0111 EDIZIONI
24 Aprile 2015e civile. Un ritratto di lui e della sua vita lo possiamo trovare nel libro Io lo chiamo cinematografo (Mondadori) scritto a quattro mani con Giuseppe Tornatore. Rosi
in una lunga conversazione racconta a Tornatore cosa è stato per lui il cinema. Anzitutto una grande famiglia, allargata a tutti quanti contribuivano a creare a quella
cosa bellissima che il cinematografo. Ma per Rosi il cinema è sempre stato un qualcosa connaturato alla sua famiglia,papà Sebastiano che ama il cinematografo e si
diletta nella fotografi, zio Pasqualino che fa il capo-claque nei teatri, la zia Margherita che lo accompagna al cinema dove lui si appassiona sempre d più. E quando si
trasferirà a Roma, a parte il teatro e la letteratura a cui è attaccatissimo, capisce ben presto che il suo avvenire è nel cinema.
Duecento ore di conversazione, frasi, aneddoti, ricordi personali, alla base appunto di questo romanzo dj una vita, che è anche una piccola storia del cunema. Importante è stata l’alchimia, la simpatia che è scaturita fin da subito tra Rosi e Tornatore, il che ha permesso al più giovane di entrare senza difficoltà alcuna
nel mondo anche del passato, ma anc he di comprendere chi era il suo interlocutore, che ,ricordiamoci, è stato tra i primi ad affrontare sul grandeschermo temi
come la mafia e la criminalità.
IL primo contatto significatico di Rosi con il cinema avviene quando il padre lo porta a vedere Il monello di Chaplin, e nell’animo del ragazzo entra una voglia di
fare che lo accompagnerà tutta la vita, una vita in cui però gli erano stati inculcati valori etici e morali che lui trasferirà sempre nelle sue realizzazioni.
Importante è stata la figura del padre, dirigeva un’agenzia marittima, ma era anche un provetto caricaturista e disegnatore, lavorava per vari giornali e poi
, come già detto, era un provetto fotografo e si divertiva a ritrarre il figlio in varie riprese, inculcandogli l’amore per l’immagine e la ripresa. Forse forse voleva
mettere una certa idea in testa al figlio….
E Francesco Rosi non poteva che essere un cinedipendente…..La vita di Rosi si evolse professionalmente nel cinema, fu aiuto di Visconti che ammirava per il rigore
con cui svolgeva il suo lavoro, come pre una grand stima e considerazione ebbe per Vittorio De Sica e Alessandro Blasetti. Altri nomi che popolano queste pagine sonoi
i tanti suo attori da Marcello Mastroianni a Sofia Loren, da Vittorio Gassmann a Alberto Sordi, da Rod Steiger a Omar Sharif.
Per conoscere Rosi e la sua vita questo libro è certamente indicativo, è la storia di una vita, con successi, lotte per raggiungere gli obbiettivi, incontri, luoghi,insomma
dalla voglia di parlare del cinema, anzi del suo cinema, si è arrivati a una sorta di racconto dei propri sentimenti, dei propri pensieri.IL lavoro di regista non ha limiti
temporali, si parte da un’idea che va sviluppata, devi convincere altri a portarla avanti, va realizzata, e magari va anche adattatata alle altrui esigenze. E poi tutta la
storia della realizzazione pratica di un film. Si parla molto di film, i film di Rosi sono tutti importanti, molti dei veri e propri capolavori, e in essi si parla sempre del-
l’Italia, quindi scorrendo queste pagine si percorre anche la storia del nostro Paese (Salvatore Giuliano, Mattei, Lucky Luciano) con intrecci tra malavita e potere
politico tra finanza e ammistrazione pubblica. Indagini difficili spesso, piene di ombre, ma non è stato così anche nella realtà del nostro Paese ? E Rosi ha sempr
denunciato nei suoi film questa difficoltà a scoprire la verità,e lui sa rendere benissimo queste atmosfere, queste insidie, queste ambiguità confezionando sempre
dei film perfetti sotto ogni punto di vista.
E anche la vita privata è ricordata con gioie e dolori, che certo non sono mancati nella vita di Rosi. Grande consolazione in tutto questo il successo dei suoi film che
forse gli ha fatto dimenticare in parte i grandi dispiaceri avuti come padre e marito.