“EVA CONTRO EVA” DI MARY ORR-REGIA DI MAURIZIO PANICI
4 Novembre 2012” COSI’ E’ ( SE VI PARE ) DI LUIGI PIRANDELLO – REGIA DI MICHELE PLACIDO
16 Dicembre 2012Cast: Stefano Accorsi – Nina Savary
Il Furioso Orlando ridotto scenicamente e realizzato da Marco Baliani inizia con i versi originali dell’Ariosto ma poi con molta fantasia scivola attraverso il grande poema del ‘500 per
approdare a temi infiniti. Marco Baliani ha compiuto un notevole lavoro di assemblaggio in questa riproposizione con protagonista Stefano Accorsi.
Il filo conduttore è l’ “amore furioso” del paladino Orlando verso la bella Angelica, ma pur mantenendo le ottave ariostesche al nucleo narrativo di base si aggiungono anche frammenti
di altri celebri autori da Shakespeare a Dante a Cervantes. Ne è uscito un testo intriso di poesia e di letteratura che ha il dono di sorprendere e di affascinare. In questa rilettura di Baliani
la guerra rimane in seconda linea, quel che prende sempre più campo è la violenza dell’amore di Orlando. Un amore assoluto, malato nella sua intensità e nella sua voglia di far sua Angelica contro la sua stessa volontà.
Certamente non era facile trasformare questa poema in una pièce teatrale. Stefano Accorsi è il cavaliere innamorato che sulla stregua dell’opera ariostesca ce ne declina i versi sull’amore, un amore dalle tante sfaccettature, ora vincente, ora declinante, ora doloroso, ora sofferto, ora gioioso , ora…furioso.
E per far rivivere tutte queste situazioni il cavaliere dovrà sovente cambiare toni e registri e sembianze. Tante presenze, tanti volti, tanti cuori, un continuo entrare e uscire da queste raffigurazioni, ma soprattutto sarà la passione per Angelica a perderlo e così il nostro Stefano/Orlando dovrà cercare il suo senno smarrito in quei luoghi di sogno che fanno parte di noi.
Una ricerca che con ben scelto espediente scenico è fatta da due attori erranti, con lui che darà vita nella continua ricerca al suo doppio.E’ importante in questo viaggio a mezzo tra la
follia e il sogno sarà l’accompagnamento della musica, che ha la funzione di presenza costante al fianco (o al servizio) delle pene di amore. E di peregrinazioni in peregrinazioni assisteremo
a duelli, dissidi, dispute, appunto resi più significativi dalla musica stessa.
Di monologo in monologo si dipana il tessuto narrativo, le rime del poema non più considerate fine esercizio dicitorio ma portatrici di sensazioni sempre nuove, sempre sorprendenti, sempre pronte a destar meraviglia.
In questa ballata si parte dalla bella Angelica che fugge a cavallo e tutto cambia, a Marco Baliani riduttore oltre che regista interessa seguire nella vastità del poema solo le tracce della bella fuggiasca.
Tanti la inseguono,, ma chi soffre di più tra i vari spasimanti è Orlando che rotola…di rima in rima sempre più giù a causa di questo amore non ricambiato.E il mettere in primo piano
la furia dell’amore respinto dà un senso al ribaltamento del titolo del poema, rispetto a quello dello spettacolo.
Orlando è roso dalla gelosia, non sopporta che lei possa essere di altri, e così finisce di diventare pazzo non accettando la realtà, triste conseguenza la furia distruttiva e punitiva.
Purtroppo con il senno del poi diciamo che anche le cronache dei nostri giorni sono piene di donne vittime di chi diceva di amarle perdutamente.
In questa versione teatrale fortunatamente gelosia e follia si stemperano nel gioco delle rime, dei suoni , delle parole, il fatto stesso che le storie siano raccontate è già un passo avanti
nella comprensione e accettazione delle stesse. E allora non tanto scontri tra paladini e cavalieri, ma la disputa è tra Angelica e Orlando, o anche tra Ruggero e Bradamante, il tema alla
fine è lo stesso, e allora la tenzone, il duello, i conflitti, le gioie e i dolori, sono tra chi ama o anche tra chi ama e chi no.
Stefano Accorsi da vita a molti volti e molti cuori e molte voci, cambiando registro interpretativo e vocale, dando così stura al gioco ariostesco, in un riuscitissimo cambio di toni e di
narrazioni, mai calando di livello pur essendo sempre in scena. E logicamente sta a lui rendere in questa sorta di caleidoscopio vocale-interpretativo anche la tormentata e frenetica
figura di Orlando.
Una sorta di coro è riservata a Nina Savary che fa un po’ da conduttrice, interrogando il compagno di scena, ponendogli questioni, commentando i fatti, cantando o suonando. Una >
presenza discreta ma significativa nel focalizzare i vari passaggi e nel dare il là all’Accorsi che conferma una disinvoltura scenica notevole.
Belle le scene di Bruno Buonincontri, funzionali le luci di Luca Barbati.
GIUSEPPE PREVITI