” MA PER FORTUNA E’UNA NOTTE DI LUNA (Trilogia pucciniana con un delitto )- DI CRISTINA PRETI- ECLISSI EDIORE
7 Maggio 2013CHIACCHIERANDO CON L’AUTORE: SERGIO CALAMANDREI
14 Maggio 2013La cultura del delitto, del sospetto continua a mietere trionfi tra i lettori. Polizieschi, thriller, horror, noir, mistery sono sempre in testa alle classifiche dei libri
più venduti, pur tra le difficoltà di questo ultimo periodo.
Tempo fa uno studioso come Vittorio Spinazzola si chiedeva quanto avesse contribuito la fine della guerra fredda a dare al lettore una voglia sempre più forte di
emozioni sanguinose e choccanti. Visto che il periodo considerato rientrava in quello di cui ci vogliamo occupare ora, a distanza di tanto tempo si può dire di no.
Ma anche la voglia di suspense non spiega quello che è successo nel tempo.
Sicuramente è più interessante chiedersi perché a partire da quegli anni e sempre maggiormente nel proseguo del tempo il giallo è riuscito in misura ancora più
elevata a ” contaminare ” altri generi quali ad esempio il romanzo storico sempre più venato di giallo o la fantascienza completamente scomparsa.
Il giallo arriva a raccontare la cronaca italiana, vedi i grandi delitti, il terrorismo, la mafia diventando ” giallo-inchiesta “. Macchiavelli, Giuttari, Spezi, Fogli e
tantissimi altri arrivano a offrirci storie che non sono cronache di quanto è avvenuto ma piuttosto la ricostruzione con fantasia di un fatto vero, cercando di arrivare
a una verità sì di “carta” ma non impossibile.
Il giallo non è più fattore di divertimento, non è più sfida tra lettore e detective per arrivare a risolvere un caso. In effetti c’è stato un incontro foriero di sviluppi
positivi tra chi voleva dare con la sua scrittura un contributo alla giustizia (lo scrittore) e chi voleva giustizia (il lettore).
E gli autori italiani sono sempre stati attenti nel conferire ai loro investigatori delle fisionomie rassicuranti, di uomini che potresti incontrare nella vita di tutti i
giorni. E un’altra cosa importante nei gialli di quelli e questi anni è che il lettore si sente rassicurato perché alla fine in questi romanzi il bene trionfa sempre ( o
quasi) sul male,
Da Scerbanenco a Fruttero & Lucentini, da Camilleri a Biondillo ha fatto tanta strada. Si va ben oltre il giallo classico della camera chiusa e della sfida detective-
lettore per scoprire chi è l’assassino. Adesso il giallo arriva nelle città, nelle provincie con tutti i problemi dell’urbanizzazione, la possibilità di allargare gli oriz-
zonti rivatilizza i romanzi. Poi negli anni ’60-’70 contribuiscono a questa nuova fortuna grandi scrittori come Scerbanenco e Macchiavelli. Nel 1979 esce La donna
della domenica di Fruttero & Lucentini, ecco finalmente la metropoli al centro del racconto.
Tutto questo porterà a sconvolgimenti profondi con l’approdo al romanzo criminale d’inchiesta e il suo scavare nella realtà. Ma cosa dicono gli scrittori tra gli
anni ’80 e ’90 ? Se ricordiamo il duo Colaprico-Valpreda abbiamo una serie di titoli su Milano ( Quattro gocce di acqua piovana , La nevicata dell’85, La primavera
dei mai morti ) pubblicati nei primi anni duemila, dove Milano è snaturata, le classi popolari sono finite in periferia, il maresciallo Binda non riconosce più le vie, i
quartieri, i locali.
Quasi gialli “nostalgici” di un tempo che non c’è più, e lo stesso potremmo dire per la Milano di Biondillo assai distante da quella che descriveva Scerbanenco dove la
città era un blocco unico con il bene e il male che si fronteggiavano,ora si assiste alla occupazione di bande che si vogliono assicurare il dominio.
Camilleri compie una ulteriore svolta con il suo Montalbano, nato negli anni ’90, nettamente distante dai gialli di Sciascia, legati al tema mafioso.Montalbano ha succes-
so perché ha un taglio universale, moderno, profondamente siciliano nei gesti, nei gusti, nel pensiero, ma non per questo non adatto a rappresentare il poliziotto ideale
dei nostri tempi, buono per qualsiasi latitudine.
Importante nell’evoluzione del giallo è Umberto Eco che nel 198o pubblica In nome della rosa con il giallo inglobato con pari dignità in un vero romanzo storico. Su
questa scia si muoveranno in tanti Vitali, Fois, Leoni, Comastri-Montanari, lo stesso Camilleri. Mentre nel campo del noir e della investigazione vorremmo ricordare
novità stilistiche con Almost blue (1977-Lucarelli ) e Pericle il nero (1988- Ferrandino ) che poi troveranno un grande continuatore in Carlotto.
Dagli anni ’80 il giallo italiano cresce, non è più solo scrittura di genere, vi convivono varie forme di narrazione. Il fil-rouge è il delitto, il crimine, ma per il resto lo scrit-
tore si lascia ampia libertà di trattazione. Per esempio nei gialli storici rilevante è la ricostruzione storica che fa l’autore, nel legal thriller ci vengono mostrate le varie fasi
dei processi, nel noir quelle che interessano sono le motivazioni.
Nel volgere di un ventennio il giallo ha mutato il proprio aspetto da rigidamente legato ai canoni tradizionali alla capacità di affrontare i temi criminali nella manieta
più svariata possibile.
Uno studio interessante lo fece Giuseppe Petronio ne Il romanzo poliziesco. Dagli investigatori dei tempi di Poe e Conan Doyle, che si basavano sulla deduzione si
passa ai veri ” eroi ” dell’hard boiled con un accentuato sbocco nel sociale per poi passare ad un altro tipo di approccio e letterario e filosofico con Gadda, Durenmatt,
Sciascia.Infine il tardo novecento con la messa insieme del poliziesco e di tanti altri generi narrativi. Il fatto che Eco, Fruttero&Lucentini sono anche degli eccellenti
autori a tutto campo ha portato l’interesse dei più colti al giallo. Così ad esempio il giallo storico ha ormai un suo livello di attenzione assai elevato mentre magari
altre forme stentano a trovare una loro collocazione più esatta.
Sicuramente la grande sfida vinta da Scerbanenco e sulla sua scia dalla scuola milanese ad un certo punto ha concluso il suo tragitto.Si è allora assistito a un proli-
ferare di generi (o sottogeneri…)tutti tesi comunque ad indagare la società italiana. Come il thriller, il giallo storico, la spy story, il giallo a dimensione regionale .
Nel periodo ’80/’90 Augias indaga sul decennio 1911-21 con una triologia storica, mentre Lucarelli crea un poliziotto De Luca, che indaga al tempo degli ultimi anni
dei fascisti. Gialli storici relativi all’antica Roma sono stati scritti da Rosario Magri e Danila Comastri Montanari.
Nel campo della spy-story e del thriller ecco Andrea Santini con romanzi propri o scritti a quattro mani con Massimo Felisatti (1982).
Si cimenta nel genere anche Loriano Macchiavelli sotto lo pseudonimo Jules Quicher scrivendo Funerale dopo Ustica e Strage.
Sorgono anche dei movimenti o delle c.d.scuole, da Sigma fondato a Cattolica ( Macchiavelli, Felisatti, Proietti, Eva ) negli anni ’80, a il gruppo 13 di
Bologna ( 1992, con Lucarelli Macchiavelli Fois e altri ancora )alla Scuola dei duri di Milano ( 1993- Pinketts Garlaschelli etc. ).
Negli anni ’90 inizia a esplodere il fenomeno regionale, e potremmo ricordare l’ascesa portentosa del giallo toscano che inizia negli anni novanta per assumere
grossi sviluppi nel primo decennio del duemila. In Toscana vi è sempre stata una certa ritrosia a parlare di “scuola toscana” , diciamo giustamente, gli scrittori sono
molti ma mossi o da preferenze individuali o da scelte ambientali del singolo autore. O meglio, qualche tempo fa mi ero chiesto se fossero proprio la “provincia”,
la “città” , la “località” fossero alla fin fine la “scuola” che unisce gli autori toscani. Ancor oggi questo dubbio rimane, ma è un discorso che a guardar bene concerne
ben poco gli anni ’80 e ’90, da vedere probabilmente solo come anni di incubazione!
GIUSEPPE PREVITI