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31 Dicembre 2024” BUONVINO E IL CIRCO INSANGUINATO ” DI WALTER VELTRONI- MARSILIO- 13.01.2025
13 Gennaio 2025 HOTEL FIRENZE,di cui al titolo, contrariamente a quanto si puo’pensare, non è un albergo o un grande htel, ma piuttosto è una sigla, o meglio
ancora, un codice identificativo con cui si indica un qualcosa che possa infondere speranza in chi cerca una vita migliore.
Il commissario Franco Mezzanotte quando ne sente parlare la prima volta non ne sa niente, pensa sia un albergo, ma come invece gli viene indicato
, durante un ‘indagine,da un anziano immigrato, mentre lo sta interrogando su una serie di brutti fatti criminosi, è soltanto l’hotel dell'”immaginario”
a cui vogliono approdare tutti coloro che sono senza speranza,,cercano lavoro e possibilità di sopravvivere.Ed ecco che tanti immigrati clandestini vengono
dirottati verso Firenze, o meglio, l’hotel Firenze.
L’indagine di Mezzanotte riguarda l’assassinio din una coppia di sposi, ma un’altra…tegola capita al nostro investigatore, succede che un gigantesco ragazzone negro, senza documenti, finisca all’ospedale in stato di coma profondo, dopo aver sfasciato l’ufficio del commissario stesso. Che ovviamente di lui non sa nulla, come del resto non sa cosa rispondere a un’anziana signora che ha perso il marito in un incidente d’auto di cui si ostina a dire che è stato volutamente
provocato.
E non puo’nemmeno ricorrere ai consigli di un vecchio amico ed ex-collega, Simon Eenoir, che adesso fa l’imbianchino, e adesso è precipitato da una impal-
catura e si trova all’ospedale nella stessa camera del ragazzo di colore.
Tanti fatti, tanti personaggi, una indagine assai complessa, per il ritorno del commissario Franco Mezzanotte.
SIMONE TOGNERI,toh, chi si rivede ?Il toscano delle montagne che sovrastano Lucca, che si era fatto un nome tra gli autori emergenti del Giallo,con la
creazione del personaggio di polizia Franco Mezzanotte e del poliziotto Simon Renoir. Scrittore Togneri,ma anche diplomato all’Accademia delle Belle Arti,
disegnatore, grafico, legato anche al mondo dei fumetti.
E proprio nella sua opera più famosa, “DIO DEL SAGITTARIO”, apparso in una prima versione nel 2006, e poi riapparso, in versione aggiornata, nel 2016, ecco
appunto la suggestiva proposta di due temi suggestivi,l’arte e il delitto.Va detto che Togneri è una personalità composita, che nei suoi libri del resto è riuscito a mettere a fuoco, creando una coppia investigativa abbastanza singolare.
Il commissario Mezzanotte è un uomo tutto d’un pezzo, fedele però a un dogma assoluto, il senso della giustizia, a cui ha sempre ispirato tutta la sua attività.Apparentente burbero, specie con i ragazzi della sua squadra,abbastanza “orso” nei confronti del resto del…mondo, si è sentito molto in sintonia
con il giovane Simon, di cui apprezzava l’intuito e lo spirito di osservazione, spesso decisivo per risolvere i vari casi. E di Renoir ammirava in particolare la capacità di cogliere le variazioni dei colori dell’animo umano.
Simon Renoir, un passato quindi in polizia, da cui poi è uscito, considerato un pittore di grande talento, che però non ha saputo valorizzare, lo ritroviamo in questa storia, GIALLO HOTEL FIRENZE, a fare l’imbianchino.E’ sempre ossessionatio falla “fine delle cose”, il che ha influenzato il suo modo di dipingere. Una brutta caduta da un ponteggio lo ha ridotto in coma, ed ora è all’ospedale condividendo la stanza con il gigantesco ragazzo di colore che,fermato a Firenze dalla polizia, era stato condotto nell’ufficio del commissario che aveva sfasciato completamente, cadendo poi in uno stato di incoscienza totale.
Per >Mezzanotte è un momento difficile, alle prese con l’uccisione di una coppia di sposi a colpi di pistola nella propria abitazione,poi c’è stato un automobilista ucciso, travolto da un auto pirata, ma la moglie della vittima parla di incidente volutamente provocato e quindi si tratterebbe di assassinio.
A Mezzanotte farebbe certo comodo l’ausilio del suo ex-collaboratore, anche se la sua squadra di investigatori, nonostante i suoi modi rudi, gli è molto legata, e lo aiuta in tutto e per tutto. Ha anche il sostegno della giovane magistrata a cui sono affidati i vari casi, perchè la stessa. nuova per la
procura fiorentina, ha subito compreso che, a parte la scorza dura, Mezzanotte è una brava persona, oltre che essere un ottimo poliziotto. Semplicemente
per lui si tratterà di affrontare una “brutta” storia o, meglio una serie di brutte storie,dove c’è molto disprezzo per gli altri, in particolare
per la vita appunto degli altri, e come recita il sottotitolo, a parte le implicazioni personali, si tratterà di “un’indagine amara” per il nostro commissario.
Firenze è al centro di questa storia, una Firenze di cui resta l’illusione della città perfetta e dai colori vivi, ma vista dall’alto dei suoi colli il
bello dei colori si attenua sempre più, come se il colore non fosse che una brutta veduta, addirittura simile a una grossa goccia di sangue che tendesse a infettare tutta la città. Da una parte quindi la città dei monumenti e delle tante bellezze, dall’altra la città degli immigrati senza lavoro e senza ricovero, della droga, della delinquenza, dei tanti furti, delle “spaccate” ai negozi, delle rapine, insomma la tenebrosa Firenze del Mostro e dei tanti delitti.
Una serie di storie che convincono il commissario, ancor più angustiato dall’immagine dell’Hotel Firenze, che è un “non-luogo” che vorrebbe però indicare una nuova speranza di vita, per i tanti e con , senza protezione alcuna, costretti a lavorare in condizioni disumane e con paghe scandalosamente basse. ”
Fantasmi”costretti a rimanere tali per sopravvivere.
Una storia moderna quanto mai amara e dolorosa,narrata attraverso il ricorso alla letteratura noir, come sempre da citare il risvolto sociale della stessa,un aspetto ormai consolidatosi nel tempo.Lo realizza nel libro il commissario Mezzanotte, pur con i suoi aspetti caratteriali, non mancherà l’ausilio dell’ex collega Renoir, capace pur “nel buio dietro le palpebre” di immaginare i suoi colori e di riuscire a dare una mano all’ex-superiore.
E belle le pagine in cui lotta per svegliarsi, sono tra le più sensibili del romanzo.
Infine va ricordat0 un altro co-protsgonista, l’Arno, dove finiscono tante delle sozzure della città, tanto da apparire “verde-sporco” o , ancor più,
“verniciato al buio”.
GIUSEPPE PREVITI