” CONTROCORRENTE” DI ANNAMARIA FASSIO- MONDADORI
1 Giugno 2014REVIVAL D’AUTORE: MAURIZIO DE GIOVANNI- IL SENSO DEL DOLORE (Fandango)
17 Luglio 2014Giorgio Faletti è morto venerdì scorso all’ospedale di Torino, vittima di un tumore contro cui combatteva da tempo. Era nato ad Asti il 25 novembre 195o, si era laureato in legge
ma la sua notorietà era dipesa dall’essere un artista multiforme, si può dire che abbia vissuto tante vite, quella del comico, quella del cabarettista, quella del cantante, quella del-
l’attore, quella del pittore, quella dello scrittore. Tutte attività che avevano lasciato il segno, raramente abbiamo assistito a manifestazioni di cordoglio e di rimpianto così gene-
ralizzate, aveva frequentato mondi diversi ma in ognuno aveva lasciato un segno e un ricordo molto positivi.
Faletti si era fatto conoscere con Drive in, la trasmissione televisiva di Antonio Ricci, dove impersonava il metronotte Vito Catozzo, uno dei suoi personaggi più riusciti, ed anche
un personaggio che ha anticipato i tempi e ispiratore anche di altri autori.
Faletti era una persona molto rigorosa, non si affidava mai all’improvvisazione, curava molto la scrittura dei suoi testi, che provava e riprovava, era un grande professionista del
teatro.Ma la sua era un po’una doppia anima, quella dell’improvvisatore ma anche quella del grande professionista.
Ma anelava sempre ad esperienze nuove, ad un certo punto non gli bastò più essere un comico, voleva andare a Sanremo, la musica e la canzone erano un’altra delle sue grandi
passioni, e appunto a Sanremo lo troviamo varie volte ora come interprete, ora come autore, ma il top lo raggiunse nel 1994 quando si classificò secondo con Signor Tenente un
brano ispirato alle stragi mafiose. Un testo assai geniale ben lontano dalla sua produzione corrente, a volta ironica, a volta invece molto più romantica, comunque per Faletti ”
scrivere una canzone era come innamorarsi”. “Minchia signor tenente” piacque assai, a Sanremo fu seconda ma soltanto perché non potevano far vincere un comico cabarettista
che aveva scritto un rap tragico di grande attualità.
Poi Faletti attraversò vari periodi, non tutti facili e felici, si trasferì all’isola d’Elba, altro suo grande amore, praticamente non faceva più né il comico né il cantante, quando ecco
che stupì tutti divenendo scrittore. Aveva infatti scritto un libro per Baldini&Castoldi, Io uccido, che registrò un enorme successo, inserendolo d’acchito tra i grandi del giallo
italiano. Era un romanzo insolito per la moda corrente, gusto e ambientazioni internazionali (era ambientato a Montecarlo)più consone ai thriller di autori esteri che nostrani.
Un romanzo di azione ma anche venato di molta malinconia e sofferenza, si vedeva la partecipazione dell’autore, in un clima di disperazione ma non privo di speranza.
Fu un successo, ovviamente non mancarono le critiche, oltretutto per un neofita del genere, ma Faletti proseguì per la sua strada, incurante e dei propri guai fisici e di chi non
credeva in lui. Scrisse molto, vari romanzi furono bestseller di successo, sempre con un certo disincanto, del resto era così anche nella vita, si prendeva in giro per le tante
pillole che doveva prendere ogni giorno (aveva avuto un ictus)e così era nella scrittura.
Uno dei pregi maggiori del Faletti autore fu quello di aver scritto i romanzi che avrebbe voluto leggere, evidentemente era un lettore assetato di cose buone e così i suoi libri
progredirono sempre. Gli anni evidentemente passavano, ed ecco un altro bellissimo thriller, “Tre atti e due tempi” dove per creare suspense e mistero non occorre ricorrere
ai delitti, alle morti ma semplicemente vivere la vita di tutti i giorni con il bello e il brutto che ti presenta.
Continuò a incidere dischi, si dedicò alla pittura, ma il più grande exploit lo raggiunse come attore, interpretando il professore “fintacarogna” in “Notte prima degli esami”, gli scolari
di ieri e di oggi lo adorarono tutti.
Un Faletti sempre uomo di successo, anche se a onor del vero non si è mai approfittato del successo, non gli importava molto di essere famoso. Ed era molto disponibile verso
gli altrì, c’è una bellissima testimonianza di Donato Carrisi che ai suoi esordi fu appoggiato in maniera del tutto disinteressata e generosa da colui che chiamava Il Maestro.
La figura di Giorgio Faletti è stata assai importante nell’affermazione de ” Il giallo italiano”, un genere che conta molti ottimi interpreti ma solo alcuni hanno saputo dare una impronta
“universale” al genere, Camilleri è il capostipite, i “famosissimi” in libreria si contano sulle punte delle dita, e certo Faletti era tra questi. Lui sapeva costruire delle storie e dare
delle emozioni al lettore, i suoi personaggi erano “reali”…..
GIUSEPPE PREVITI