CHIACCHIERANDO CON L’AUTORE : GRAZIANO BRASCHI
22 Maggio 2013” THE LONE RANGER ” di GORE VERBINSKI
10 Luglio 2013Sabato 8 giugno a Pistoia, in collaborazione tra le Associazioni Studio in Holmes a Amici del Giallo Pistoia e la Biblioteca San Giorgio, è stata organizzata una
Notte bianca dedicata a Sherlock Holmes. Qualcuno dirà “…uffà, ancora Sherlock Holmes …”, ma se noi vogliamo seguire la legge della domanda e dell’offerta
vediamo che ancora oggi questo è un nome mitico e per quello che ha significato nel campo della letteratura gialla, ma anche per quanto questo personaggio
ha saputo dire di innovativo, di originale nel campo della investigazione.
Si dice spesso che Sherlock Holmes è tornato di moda, sarebbe più esatto dire che non è mai passato di moda. Intanto il cinema si è reimpossessato di lui e
Robert Down jr./Holmes e Jude Law/Watson si accingono a girare il terzo film sul celebre duo. In televisione ha successo Elementary con addirittura Holmes
nostro contemporaneo e Watson trasformato in un a donna. Sono chiaramente operazioni-limite, a volta la eccessiva voglia di modernizzare è da censurare
ma è innegabile che il personaggio interessa, attira, ancora fa audience.
Ultimamente sono uscite sotto forma di saggio due pubblicazioni ” Mastermind.Come pensare come Sherlock Holmes” di Maria Konnikova, e “Lo Sherlock Holmes
scientifico. Risolvere il caso con la scienza e i metodi della polizia scentifica ” di James O’Brien. O’Bien è un docente universitario di chimica, lui dice che si è appassio-
nato e ha studiato Sherlock Holmes perché è un investigatore che cerca sempre la soluzione nel ragionamento e non affidandosi al caso. E ricordiamoci che il
suo autore, sir Arthur Conan Doyle, immagina questo personaggio nel 1887.
La scienza applicata al crimine, i lettori sembrano apprezzare questo nuovo corso, del resto sono proprio i lettori di Holmes a dire che loro preferiscono i primi trenta
racconti, proprio quelli dove ci sono molti riferimenti alla chimica, alla fisica, alla astronomia e altro ancora.
Ma esisteva un vero e proprio metodo scientifico alla Sherlock Holmes ? Lui intanto dice sempre di non fermarsi alle prime apparenze e di non essere precipitosi nel
raccogliere dati e prove, ma di raccoglierli in maniera esauriente sì da avere un campione veramente valido e inoppugnabile. Ma la cosa più importante è stata l’uso
delle impronte digitali che Conan Doyle ipotizza in Il segno dei quattro nel 189o. Questa data è da tenere a mente perché soltanto nel 1892 uscirà un trattato sull’uso
delle stesse, trattato che poi verrà adottato da Scotland Yard.
Ma cosa c’è di vero in questa definizione di uno Sherlock Holmes uomo di scienze ? Si può rispondere affermando che sicuramente il nostro protagonista era dotato
di una intelligenza, di un acume e di conoscenze profonde in ogni campo, però ad onor del vero nessuno dei tanti casi vengono risolti ricorrendo alla chimica e alla
fisica, sicuramente sono per lui elementi assai utili a suffragare le sue tesi.
La vera forza di Sherlock Holmes è nella sua abilità deduttiva, Conan Doyle nel creare il suo personaggio si era ispirato a una persona realmente vissuta, il chirurgo
Joseph Bell di cui era stato allievo. Bell aveva una capacità di osservazione prodigiosa su persone che non conosceva assolutamente e si divertiva incontrandole a
intuirne la provenienza, il lavoro, il numero dei familiari, la strada percorsa per arrivare da lui.
Queste doti le ritroviamo puntualmente in Holmes, a tal proposito vogliamo ricordare il suo primo incontro con il dottor Watson e il colloquio che ne consegue: ”
Vedo che è stato in Afghanistan ?” “E come lo sa ?” “Ecco un signore che ha il tipo del medico ma l’aria di un militare. Quindi un medico militare….Ha una ferita al
braccio sinistro: lo tiene in modo innaturale. In quale zona dei Tropici un medico militare inglese può avere passato tante traversie ? Ovviamente in Afghanistan”.
Però va anche sottolineato il fatto che Conan Doyle non ha voluto creare una figura soprannaturale, Holmes nella sostanza è un uomo comune nel senso che è
“vero”, può essere chiunque di noi. Ha delle caratteristiche sue proprie , il che non vuol dire che altri non possano arrivare a dove arriva lui. Lui , se gli vogliamo
dare un’aureola di inimitabilità perché è difficile trovare tante caratteristiche in un singolo individuo, è uno che presta la massima attenzione a ogni cosa che fa,
è sempre attento e consapevole in ogni atto che compie. E sa anche intuire cosa c’è dietro a quello che appare o a cosa manca.
Naturalmente il fatto di essere un grande osservatore non vuol dire che tutto quello che fa o pensa sia privo di difetti, certamente i suoi interessi sono indirizzato
verso un solo campo, quello del crimine, attenzione, non vogliamo dire che non abbia altri interessi, ne coltiva sin troppi, però la lotta al crimine è la sua
ragione di vita. Ma in un certo senso è lui stesso che spiega quale è il suo comportamento rispetto a cosa gli interessa, lui considera il cervello, la mente come una
sorta di scatola che si può riempire ovviamente di tutto quanto si vuole, ma attenzione, se la colmiamo di cose inutili o di tutto quello che ci passa davanti gli spazi si
occupano e le capacità selettive possono restare intasate, quindi lui immagazzina tutto quanto gli è utile ai fini dei suoi possibili ragionamenti.
Comunque mai generalizzare, Conan Doyle ha saputo creare un personaggio che “vive” da più di un secolo, un personaggio a cui molti ormai danno la valenza di una
creatura reale, e se questo può anche essere accettato diventa però realmente condivisibile solo se diamo a Holmes tutte le qualità e i difetti di una persona di
tutti i giorni.
Quello che l’autore aveva saputo dare al suo investigatore, e questo è bene ribadirlo anche per spiegare perché ancora oggi ha tanto successo, è la capacità di
affrontare i casi sviscerandoli sotto ogni punto di vista, mai fermandosi alle prime impressioni, a volte anche dando l’impressione di tergiversare, ma non è
che lui non sappia cosa fare, soltanto prende tempo per arrivare alla soluzione migliore.
In conclusione potremmo dire che questo eroe letterario è nato nel 1887, il suo autore si prefisse però uno scopo, dare vita a un detective che avrebbe sempre cercato
la soluzione dei casi affrontati nel ragionamento, questo è il segreto principale di Holmes. Ovviamente lui aveva i suoi metodi, aveva una grande padronanza dei mezzi
scientifici, il fatto stesso che anticipa di una diecina di anni quei mezzi che Scotland Yard arriverà poi ad adottare qualcosa vorranno pur dire.
Certamente una popolarità immensa, ma anche una credibilità mai venuta meno in più di centotrenta anni ed è questo quello che conta. Non c’è da meravigliarsi
perciò se ancora oggi se ne parla, e quindi per che ne vuol sapere di più appuntamento a Pistoia sabato 8 giugno.
GIUSEPPE PREVITI