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21 Giugno 2023Ci si avvicina a Natale, siamo a Milano, le giornate sono sempre più corte e più fredde. Per la vicequestore Giulia Ferro, milanese puro sangue, si presenta un
caso particolarmente difficile. Cinzia, una bambina di sette anni, è scomparsa all’uscita della scuola, per essere poi ritrovata morte dentro una valigia, in un
boschetto ai margini di un parco. Si teme che sia stata rapita da pedofili, ma l’indagine si presenta ben presto complessa. Tante le piste da battere, ma pochi gli sbocchi pratici.
Si sospetta dell’ex-marito di una delle maestre della piccola, un uomo abbietto,condannato per violenze in famiglia e collegato con l’n drangheta. Altri,presenti nel parco dove Cinzia è scomparsa, parlano della presenza inquietante di un giovanotto con un cappellino rosso. Molte le testimonianze, ci sono dei sospetti , la famiglia di Cinzia è una famiglia allargata, dalle molte tensioni, IL padre di Cinzia non è uno stinco di santo, ma cerca di dare l’impressione di che in casa tutto fili liscio e tutto sia idilliaco.
Giulia è affiancata dall’ispettore Russo,capace e molto attaccato a lei,, anche se non è facile starle vicino, la vita per lei non è stata sempre facile, e ora che è tornata a Milano le si sono riaperte delle vecchie ferite, ma in compenso il ritorno nella città di origine le ha reso ancora più forte quel formidabile istinto che
la condurrà alla verità,
Gli occhi della verità, Marina Visentin: torna il vicequestore Giulia Ferro, una donna apparentemente forte e lucida, ma anche molto tormentata, priva del
senso dell’ umorismo, poco incline alle batture, in cui eccelle l’ispettore Russo. Ma ha anche un carattere tosto, duro, non si abbatte mai, e’molto capace
nell’affrontare le difficoltà tipiche del suo mestiere, e nel superare anche certi fantasmi che riemergono dal passato.
E’ una Milano di fine novembre quella in cui si registra la morte violenta della piccola Cinzia, sette anni, uccisa e gettata dentro un trolley, abbandonato in un parco della città. Cinzia era figlia di un uomo tanto bello quanto viscido e vizioso, della famiglia se ne è sempre occupato poco, ha sempre frequentato
cattive compagnie, tanto che si potrebbe pensare anche a una vendetta. Cinzia era la sua seconda figlia, avuta da Alessandra l’ultima conquista di Simone
Galleani, che ha anche un’altra figlia, Alce ,16 anni, avuta in precedenza da una bellissima modella americana ,morta suicida. Alice vive quindi con Alessandra e Cinzia, ed era stata proprio Alice ad andare a prendere Cinzia a scuola, alle 16,00, insieme con il fidanzato cinese, Leonardo Hu. La piccola era scomparsa improvvisamente mentre erano al Parco giochi, dove si erano recati dopo la scuola, improvvisamente la bimba non si era più vista.
Cinzia verrà ritrovata dentro una piccola valigia gettata in un dirupo del Parco Nord a Milano, E così iniziano le indagini della Ferro e della sua squadra,
ispettore capo Russo in testa, coadiuvati dalla Scientifica e dal medico legale, ma nonostante lo sprone della stampa, le pressioni del sempre…intempestivo
questore, la faccenda si presenta molto difficile.
Il racconto procede lasciando molto spazio ai risvolti psicologici, curando la giusta tensione narrativa, pur se non ricorrendo a effetti particolari. E’una indagine molto legata alla particolare natura del crimine, la vittima aveva soltanto sette anni, occorre un lavoro spesso sporco, insistito, tormentato come
nella casistica odiosa di un caso del genere,la Ferro e i suoi collaboratori si muovono con pazienza in varie direzioni, sotto tiro la famiglia Galleani, naturalmente in evidenza liti, incomprensioni, maldicenze, qualche scheletro nell’armadio. Ma chi non ne ha ? E d’altra parte la stessa poliziotta non ha mai avuto una vita facile, e anche il suo passato non è stato esente da eventi infelici, vedi la morte della madre a Milano per droga.
La nostra autrice sa bene dosare dialoghi, ambientazioni, personaggi, la scrittura è sempre piacevole, sì che il lettore, pur nella inquietante cornice di una vicenda così terribile, si sente sempre più attratto e più partecipe.
Come in tutte le inchieste, legate a avvenimenti che fanno sempre richiamo, molte testimonianze si riveleranno fasulle, non mancheranno i mitomani, ma la
Ferro, pur dovendo anche lottare anche contro le ottusità dei superiori, non si abbatte mai, per lei stessa è un peso essere dovuta tornare a lavorare a Milano,
ma sa fare il suo mestiere e sa combattere anche le proprie ansie,
L’indagine prosegue molto lentamente, non ci sono indizi probanti, i sospettati sono più di facciata che altro. C’è una famiglia dai lati oscuri in cui in un certo
senso Giulia rivede tante ambiguità che lei ha vissuto con la sua famiglia, ma intanto i giorni passano, Natale si avvicina, e anche qui vi è una sorta di comparazione, la sua famiglia, dice spesso la Ferro, non ha mai festeggiato il Natale.
Giulia Ferro è un tipo, come dicevamo,che non si arrende mai, forte alla lunga di un lavoro che non viene mai meno, si che alla lunga possa anche scaturire
una sensazione chiarificatrice di ciò che sino allora sembrava oscuro e irrisolvibile. E così sarà anche per il caso della piccola Cinzia, certamente disgraziata nel dover morire a soli sette anni, ma se non altro riuscirà a renderle giustizia. E questo servirà anche a sopire certi malumori che serpeggiano nella squadra,, alcuni remano contro, il questore è tanto invadente quanto inopportuno, il piemme è un pauroso per natura, anche se alla fine le riconosce che sa quello che fa.
Il personaggio che le fa da spalla è l’ispettore capo Russo che sa come prenderla, pur se sa benissimo che lei non apprezza le sue battute, ma riesce sempre a
bloccare la rabbia insita nel carattere della superiora, di cui apprezza la voglia di fare giustizia e di combattere un mondo tutt’altro che bello.
Maurizio De Giovanni definisce Marina Visentin “un’autrice da scoprire, effettivamente lei sa dosare gli equilibri di un thriller poliziesco con l’approfiondi-
mento dei vari personaggi e della loro psicologia.
Una Milano abbastanza originale con questo parco che puo’fare anche paura vasto come è e dove può accadere anche di tutto, e di contro la >Milano del Palazzo di Giustizia, della Questura, del Duomo, delle strade dei negozi di lusso. Una Milano che la vicequestore Ferro ha voluto guardare dall’alto del suo
terrazzo in un palazzo altissimo, ma dallo stesso terrazzo si può guardare anche il cielo e sperare nel suo aiuto.
Una donna che forse soffre vivere ma che non rinuncia , veramente in grosso personaggio.
GIUSEPPE PREVITI
,lei pro