“L’ERA GLACIALE 4-CONTINENTI ALLA DERIVA” DI MARTINO E THURMEIER
13 Ottobre 2012“MALEDETTA PRIMAVERA” DI PAOLO CAMMILLI-PORTO SEGURO EDITORE
22 Ottobre 2012Di nuovo protagonista l’ormai celebre casa di ringhiera milanese definita come “l’unica casa fornita di anima di cui si ha notizia”.Un giorno al tappezziere in pensione e collezionista di articoli di cronaca nera Amedeo Consonni si presenta un vecchio amico e compagno di lavoro.Questi possiede un vecchio casolare dove facendo dei lavori di scavo ha trovato tre scheletri ma per paura che gli blocchino i lavori non si rivolge alla polizia ma al vecchio collega divenuto ormai famoso per aver risolto un caso difficile e pieno di misteri. E addirittura questi scheletri glieli porta a casa….
E così ha inizio una sarabanda di fatti e di situazioni. Se il Consonni deve cercare di identificare a chi appartenessero quelle ossa attorno a lui si agitano i vari condomini e anche altri personaggi. E cosi’ tante vicende si intrecceranno con le ricerche di Amedeo.L’avvenente Erika è rimasta sola dopo la scomparsa di Antonio; Caterina,la figlia del tappezziere,è gelosa di Angela,la professoressa,che fa il filo al padre;il nipotino Enrico è disperato perché ha perso l’orsacchiotto Bubu;Claudio,alcolizzato e abbandonato dalla moglie,tenta di rifarsi una vita;il vecchio De Angelis torna giovane al volante di una potente BMW. E su tutti vigila,origlia,osserva e spettegola la Mattei-Ferri…
Secondo romanzo di Francesco Recami dedicato alla casa di ringhiera e ai suoi variopinti abitanti a appunto alla Casa di ringhiera segue questo Gli scheletri nell’armadio.Quin di ci si sta avviando a una sorta di serie basata su delle normali vite quotidiane. Ma in questo piccolo universo umano accade di tutto,oltre alle vicende personali dei vari protagonisti. In tutto questo capita poi l’indagine di Consonni che sforna piste di ogni genere:ingegneri implicati in loschi affari, boy-scout svaniti nel nulla, storiacce d’amore….
E dire che il Consonni voleva riposarsi,ma l’arrivo del vecchio amico che gli scodella in casa tre scheletri gli cambia la vita,tanto più che deve tornare ad occuparsi del nipotino.Mentre consulta il suo archivio di delitti e anche di persone scomparse, fa delle visite e qualche telefonata,mentre attorno a lui succede un po’ di tutto.La più pressante è Angela che gli vuole raccontare una oscura storia, invece la vegliarda Martini-Ferri continua a spettegolare e intanto teme una visita dell’Asl che dovrà certificare la sua invalidità….Il De Angelis sventa
un tranello tesogli dal nipote per spillargli dei soldi;Claudio ed Erika cercano di rifarsi una vita.
Francesco Recami ci confezione una sorta di giallo riprendendo le vicende,le facce e il luogo del primo episodio. L’intento dello scrittore sembra quello di presentare una serie di problemi da risolvere,e si può anticipare che la serie completa comprenderà cinque episodi.
Si può aggiungere che sia La casa di ringiera che Gli scheletri nell’armadio sono gialli sui generis,del resto lo stesso Recami non si considera un giallista in senso stretto.L’approccio dello scrittore sembra quasi casuale.In questo romanzo la storia nasce da questi scheletri posti in un armadio, ma non ci si limita al fatto in sè,si intersecano invece varie vicende creando però un’unica narrazione.L’armadio che si apre e mostra i suoi scheletri può essere anche preso come una metafora della vita dove ognuno cela vecchi segreti e antiche questioni
Lo scrittore fiorentino osserva e studia questa umanità,usando la formula del giallo ma non sembra in particolare interessato a trovare la soluzione dei misteri, va oltre.Del precedente romanzo fu detto che aveva le qualità di un noir che sfociava poi in una” commedia nera ricca di equivoci e dotata di gran ritmo”. La stessa comunità e la stessa ambientazione li ritroviamo in questa nuova ed altrettanto nerissima “commedia gialla”.Certo si ride, ma un po’ amaramente, questi personaggi non stanno bene, soffrono dal più piccino a tutti gli altri.Recami è molto ironico ma a pensarci bene non sui singoli ma sulla costruzione di una trama che scimmiotta la detective-story.Rutto ruota intorno agli inquilini del condominio ma colpisce che ognuno ha una visione personale dei fatti ed è convinto che sia quella giusta ma non è detto…
Questa storia si svolge una settimana dopo la precedente e anche qui l’unità di tempo è rispettata rigidamente.
Una ulteriore caratteristica del romanzo è la presenza di tanti oggetti dall’armadio alla bottiglia di whisky, dal bambolotto all’automobile oltre naturalmente ai teschi.E di fronte alla “fisicità”degli oggetti si contrappone il tema della “scomparsa”: scompaiono infatti persone,auto, giocattoli,ogni sparizione prospetta un altro tema,quello del “dolore”che è molto personale,in quanto, e anche il nostro piccolo universo non fa eccezione, per uno che soffre gli altri sembra che ne godano del suo dolore, che è tanto maggiore quando è irrisolvibile la causa che lo ha provocato.
La struttura del romanzo ripropone un tono narrativo assai discorsivo,da “parlato”, con la figura del narratore che sottolinea i vari ruoli,anche in questo romanzo i finali non sono mai chiusi,non tanto per il lettore che li conosce quanto per i vari personaggi che li ignorano.Alla narrazione probabilmente non avrebbe guastato una infusione di humour nero ancora maggiore,perché certe pagine sono veramente irresistibili come ad esempio in quella sorta di danza macabra tra Enrico e gli scheletri.
Notevole come sempre la cifra della scrittura, da sottolineare in uno scrittore toscano non tanto il ricorso al dialetto ma il grosso omaggio che fa a quello milanese.
Una commedia tendente al nero, assai divertente e paradossale, con venature in giallo, il tutto usato per offrirci una storia all’italiana che evidenzia i tanti vizi e le poche virtù del Paese.
Finti invalidi,speculatori,alcolizzati,nipoti parassiti e truffatori,donne a caccia di sistemazione,l’autore non ci fa mancare nulla.Il condominio è lo scenario naturale,il giallo è un pretesto per raccontarci dei fatti ma è anche l’occasione per una presa in giro di questo genere letterario.
I romanzi di Recami procurano sempre un senso di stupore piacevole e ti fanno affezionare agli abitanti della casa di ringhiera, tutte persone alla sostanza normali che si comportano e dialogano in maniera altrettanto normale. E nel via vai di vicini, ognuno con la sua vita,le sue manie,i suoi vizi, le simpatie e antipatie lo scrittore opera con una certa metodicità, scaricando sul Consonni la parte più gialla della storia. E’ lui che deve scoprire di chi sono i tre scheletri,è lui che si sente sulla coscienza il furto dell’auto dell’amico, ma nel contempo si sdrammatizza tutto, è ancora il Consonni che deve trovare la maniera di calmare il nipotino risolvendo il mistero della scomparsa di Bubu, è sempre lui che deve affrontare le rampogne della figlia, i risentimenti di Angela che si sente trascurata, le furberie dell’amico che non vuole essere…coinvolto.
Il tema dell’osservare quel che fanno gli altri non è nuovo,ed è anche pericoloso se ci ricordiamo la Finestra sul cortile di Hitchcock,anche il nostro tappezziere-investigatore finisce per cercarsi dei guai.L’approccio di Recami è più bonario,più casereccio.anche se in fondo si nota una certa cattiveria e una vena di amarezza e le tante situazioni solo apparentemente vanno a posto.
Ci si diverte a fare un collage di tutti gli avvenimenti,meno casuali di quel che sembri,storie che si intrecciano creando pasticci su pasticci.Si ride ma a denti stretti,ma è quello che probabilmente vuole il nostro autore, ridendo si lascia meglio il segno….
GIUSEPPE PREVITI