” FIRENZE CAPITALE NOIR” -Storie nere di Firenze capitale (1865-18719- Antologia a cura di Graziano Braschi- AA.VV
2 Marzo 2016” ASSASSINIO NELLA BRUGHIERA ” di J.S.FLETCHER – Polillo editore
8 Marzo 2016Quattro autori, grandi esperti di cinema e di letteratura horror cui hanno dedicatoi saggi, articoli, recensioni, si sono spesso cimentati, insieme o separatamente, a scrivere
volumi sul cinema di fantascienza, fantasy, horror, apparendo anche in varie antologie.
Ora ci presentano una guida del cinema new-horror, partendo dagli anni Settanta, percorrendo un percorso che ci presenta ogni forma di incubo cinematograficamente
parlando e facendoci vedere come sia cambiata la rappresentazione del male col passare del tempo. Sotto nuovi generi si susseguono nuove forme e anche nuove figure
che le esprimono, dai vampiri a Frankenstein. dall’Uomo Lupo a Michael Myers.
Molti registi di gran nome si sono cimentati nel genere da Kubrik a Cronenberg, da Carpenter a Craven, mentre tra gli italiani ricordiamo Dario Argento, Pupi Avati, Rug-
gero Deodato, Lucio Fulci, Mario Bava e altri ancora.
Dagli anni ’70 i generi cinematografici hanno subito profonde trasformazioni, tutto il cinema si è fatto più realistico, mentre parallelamente è cresciuto l’interesse per vari
generi, ad esempio per l’western, il poliziesco, la fantascienza, a anche per il cinema horror. Per l’horror si è cercato di rendere più forte l’effetto shock che si voleva ottenere sul pubblico. E nelle nuove edizioni si sono toccati vari temi che si trovano nella vita di tutti i giorni, con riferimento aòòe classi sociali urbane e extraurbane,
con tutti i loro problemi esistenziali, economici, razzisti, sessuali.
Andava così scomparendo il passato dei Dracula e dei Frankenstein, pur se non tutti l’hanno accettato a partire dei grandi divi del tempo passato(Peter Cushing, Christopher Lee, Vincent Price)che trovano il nuovo corso troppo violento e troppo blasfemo.
Dopo aver affrontato il problma della letteratura horror (Guida alla letteratura horror) per il cinema horror si sono uniti ben quattro autori che certamente si sono cimen-
tati sul tema con sensibilità differenti. Tutto è estremamente soggettivo e allora i nostri autori anziché perdersi in inutili diatribe hanno impostato la struttura del libro at-
traverso una serie di capitoli in cui ognuno esprime le proprie cognizioni e convinzioni, ma poi spetterà al lettore din ricavare da tutto questo la propria ” concezione di
horror”, anche perché ogni autore ha trattato i singoli temi nella maniera più approfondita possibile. Scopo quindi della trattazione Guida al cinema horror-Il new horror dagli anni settanta a oggi è di costituire una guida per il lettore/spettatore della cinematografia dell’orrore la più moderna possibile.
670 pagine per raccontarci tutto l’orrore comparso sullo schermo negli ultimi 40 anni.Un libro dal titolo ” Guida al cinema horror ” che ci descrive attraverso il susseguirsi
dei titoli e dei personaggi quanto è accaduto in questo settore cinematografico.
Le facce dell’horror sono molteplici, dagli zingari agli zombie, dai vampiri ai licantropi, dalle mummie agli assassini seriali. I nostri autori hanno cercato di dare una interpretazione la più pratica possibile con una serie di sezioni che ci danno un quadro del materiale esistente.
Fino agli anni Sessanta imperò il ghotic horror di stampo vittoriano, la casa di produzione più nota era la britannica Hammer che curò i vari cicli di Frankenstein, Dracula, La Mummia. Ma dagli anni Settanta tutto cambia, in base a nuove tendenze sociali, relegiose, antropologiche. Si portano alcuni titoli come esempio da Rosemary’s Baby a
La notte dei morti viventi, da L’esorcista a Il demone sotto la pelle. Furono infatti Polanski , Romero, Friedkin,Cronenberg i ” Profeti” del New Horror che prendeva
corpo dalle mutazioni sociali, politiche, religiose, razziste, sessuali proprie della nuova era. Grandi e piccoli temi si susseguono e grazie a loro il lettore potrà formare la sua
videoteca dell’orrore. Varie sezioni si susseguono, sono ben 34, e ognuna tratta un tema diverso, dal Fanta Horror a Frankenstein, da Halloween ai Licantropi, dagli
western ai Brividi all’Italiana. E dire che molti dei protagonisti dell’horror della prima metà del secolo scorso non hanno visto di buon occhio il cambiamento, addirittura
Peter Cushing definì “L’esorcista” come un film blasfemo da far star male “.
Per quanto riguarda una sezione che ci è cara, ovvero ” Brividi all’italiana ” vi sono citati Riccardo Freda, Antonio Margheriti, Mario Bava, Dario Argento, Lucio Fulci,
Pupi Avati, tutti inquadrati sotto il suggestivo titolo di Spaghetti giallo.Roberto Chiavini che si è occupato di questo capitolo ci dice che il cinema horror all’italiana anni
Sessanta è stato molto importante per tutto il cinema fantastico internazi0nale. Questo per l’importanza dei vari registi citati, ma soprattutto di Mario Bava che è stato
tra i principali artefici del ” Giallo all’italiana”. Non si è trattato tanto di rappresentare dei polizieschi, quanto di tenere presenti tanti elementi comuni al nascere del
New-horror di quei tempi-.Ad esempio il voyeurismo che terrorizzava sempre ma seduceva sempre più lo spettatore, vedi Psyco di Hitchcock:
La società si stava evolvendo, il progresso e il benessere erano incontrovertibili, ma nelle prime pellicole gialle c’era un persistente richiamo al gotico e poi veniva data
molta importanza alla figura femminile, ora assai più libera e disinibita, e anche erompente e dal punto di vista fisico e da quello della partecipazione. Due film di Mario
Bava La ragazza che sapeva troppo e Sei donne per l’assassino vennero considerati tra gli antisegnani di come doveva essere il nuovo genete. In queste pellicole ci sono
già gli elementi portanti di questo tipo di giallo, dalla donna come colpevole alla efferatezza visiva delle morti. Bava fu un grande anticipatore di generi, da molti osannato
e ricordato nei decenni seguenti. Dopo Bava si può citare Dario Argento, un altro che influenzerà tanti cineasti di tanti Paesi. Fu il sinomimo del cinema thriller-orrorifico
italiano o o del c.d. “Cinema di paura “. Dariomfu un autentico fenomeno per i suoi tempi anche se poi la sua prodizione ha registrato un calo notevole.
Insieme a lui possiamo ricordare Lucio Fulci, un regista forse poco considerato in patria, ma letteralmente osannato dalla critica internazionale, e molto omaggiato da
quel grande amatore del cinema italiano che è stato Quentin Tarantino. A Fulci fu data una strana definizione “Terrorista di generi “, in effetti spaziò molto nella sua lunga
carriera con una svolta horror con Zombi 2 e la c.d.Triologia del terrore.
Un altro nome da ricordare è quello di Pupi Avati a cui l’horror italiano deve molto.Avati, rispetto agli altri,è un grande esponente di cinema d’autore, e se pratica anche il
cinema di genere lo fa adattandolo alle proprie esigenze. Anche in questi film in cui compaiono la paura, il sovrannaturale, l’horror sono sempre legati alla sua regione,
dall’Emilia-Romagna alla Valle padana e a Bologna, ricordiamp La casa delle finestre che ridono.Per inciso ricordiamo che in molti di questi film compare la musica di un
certo Ennio Morricone….
Si può concludere che ” il cinema di paura” è presentato in questo libro in tutti i suoi particolari attraverso un’analisi sempre dettagliata e ricca di particolari.
I nostri autori si chiedono anche quale sia oggi la sorte del cinema horror, anche perché gli spunti e le fantasie di questi decenni sembrano esaurirsi.
Secondo loro l’horror ha sempre un suo peso nella galassia cinematografica universale, anche perché in questi anni la televisione sta sempre più acquistando peso e
mercato. E la TV ha risposto sia con serie episodiche sull’horror, poi con film televisivi, a cui hanno partecipato anche grandi registi. Insomma lo stesso cammino degli
altri generi di cinema…..
GIUSEPPE PREVITI