IN RICORDO DI ALBERTO DE MARTINO
7 Giugno 2015IN MEMORIA DI GRAZIANO BRASCHI
14 Ottobre 2015E’ morto ieri mattina a Goteborg, all’età di 67 anni, Henning Mankell, uno dei capostipiti del ” giallo svedese “. Circa un anno e mezzo fa aveva annunciato
di essere gravemente malato di cancro e aveva scritto su un quotidiano il diario della sua malattia. Aveva creato il personaggio del commissario Kurt Wilander, in Italia era pubblicato da Marsilio, era conosciutissimo in tutto il mondo, si parla di circa di 4o milioni di copie vendute. La sua carriera era iniziata come drammaturgo, poi era passato alla narrativa gialla, uscendo nel 199o con “Assassinio senza volto”, cui seguiranno poi una lunga serie di
best-seller. Le sue opere erano poi approdate alla televisone, con innumerevoli telefilm, e una serie tv assai importante con l’interpretazione di Kenneth
Branagh. Si era molto dedicato all’impegno sociale e politico, vivendo buona parte dell’anno in Mozambico dove aveva realizzato molti progetti umanitari
culturali. Proprio in questi giorni è stata annunciata l’uscita del suo ultimo romanzo, ” Sabbie mobili- L’arte di sopravvivere “, protagonista ancora una
volta quest’uomo molto umorale, burbero, goloso, disordinato, ma certamente un eccellente investigatore.
Mankell si considerava tra i protagonisti di una sorta di novelle vague del thriller scandinavo. Quando era arrivato alla ribalta Stieg Larsson e la sua triolo-
gia, Millenium, ne era rimasto contento, anche perché sentiva quel successo un po’ suo in quanto sapoeva che Stieg si era ispirato ai suoi libri.Mankell ha
pubblicato una dozzina di libri che poi sono stati realizzati dalla BBC in una serie interpretata da Kennett Branagh, che ha elogiato apertamente lo scrittore
scomparso. Mankell ci ha raccontato una Svezia fredda, non solo come temperatura ma anche all’interno delle case e delle famiglie, una società piena di
scheletri e di segreti.
Ma Henning Mankell non era stato soltanto un giallista, aveva scritto romanzi storici, anche autobiografici, aveva vissuto da giovane in Africa e se ne era
innamorato, tanto che molti dei suoi libri parlavano dell’Africa. Ma addirittura passava buona parte dell’anno a Maputo, in Mozambico, dove si occupava
di teatro mettendo in programma autori classici e moderni. In Africa si sentiva particolarmente a suo agio, riscopriva la bellezza della vita e i primordi
della civiltà. Era sempre aggirnatissimo sui fatti del mondo dalla questione immigrazione a quella palestinese.
Mankell aveva sposato Eva, figlia di Ingmar Bergman, e al grande suocero voleva dedicare una fiction ma non ha fatto in tempo a completarl’opera.Mankell e il grande regista avevano legato molto, e grande era stata l’influenza su di lui. Quando si erano sposati Eva dice che il marito era una specie di orso dedito
più che altro alla scrittura, poi col tempo era cambiato molto, continuava a scrivere, ma viveva anche il mondo.
E’ stato autore di circa quaranta romanzi e numerose opere teatrali, tredici sono i libri in cui appare protagonista il commissario Kurt Willander.
GIUSEPPE PREVITI