” LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE” di BOILEAU-NARCEJAC ADELPHI 19.O4.2020
19 Aprile 2020“LA NOTTE CHE HO LASCIATO ALEX ” di HUGUES PAGAN MERIDIANO ZERO 23-O4-2020
23 Aprile 2020Ghezzi e Carella, i due poliziotti che normalmente incontriamo nelle storie con protagonista il divo della televisione Carlo Monterossi, nel nuovo romanzo la fanno da
padroni. I due, in forza com’è noto alla Questura di Milano, agiscono però in proprio, Carella è in ferie, Ghezzi si è un po’defilato dalle normali incombenze. Il sovrinten-
dente Ghezzi, per fare piacere a una vecchia amica, cerca il convivente della donna, tale Salina, un esperto scassinatore che è appena uscito di prigione, e che quasi imme-
diatamente è scomparso facendo preoccupare la donna. Carella lo si vede invece frequentare locali di dubbia reputazione, vestito da boss, spendendo soldi, facendosela
con notori malavitosi. Le voci arrivano anche in questura, e il loro capo incarica Ghezzi di vedere cosa sta combinando il collega.
Carella non ha…saltato il fosso, sta conducendo un’inchiesta personale, è molto attaccato a una ragazza che era uscita dalla tossicodipendenza e stava riacquistando un proprio
equilibrio, quando la notizia che un criminale, contro cui lei aveva testimoniato qualche tempo prima , l’ha sconvolta talmente da tentare il suicidio, finendo in coma all’ospedale.
E allora Carella per onorarne la memoria si è messo in caccia di questo tale. Intanto in questura sono giornate assai intense, si da la caccia all’assassino di un noto restauratore.
Ghezzi e Carella,prima singolarmente,poi unendI osi vanno a caccia per Milano una Milano feroce, violenta, dove malavita, droga, prostituzione, violenza la fanno da padroni.
Pur essendo due uomini molto diversi, l’uno è più ligio al dovere ma capisce che occorre fare di più, l’altro è più deciso, non conosce remore,però entrambi combattono le
ingiustizie, capiscono che al dolore degli altri va portato rispetto ma va data anche una risposta per evitare che si propaghi e duri all’infinito.
Un mondo brutto e malvagio, così lo descrive con parole sofferte Ghezzi all’amico Monterossi , che resta di stucco di fronte alla descrizione di un mondo che non è il suo, certo
molto meno reale di quello in cui operano i due poliziotti.
In questo I cerchi nell’acqua Alessandro Robecchi la presenza di Carlo Monterossi, l’autore televisivo protagonista dei vari episodi della serie noir creata da Robecchi , è puramente simbolica, interlocutoria. Lui non partecipa all’indagine, e si limita ad ascoltare lo sfogo-confessione del sovrintendente Ghezzi, su quello che hanno fatto lui e
Carella, e d’altra parte anche lui vive un momento difficile perché non condivide l’indirizzo dato alla trasmissione di cui scrive i testi, trasformatasi in una trasmissione.spazza-
tura. In verità sarebbe lui a volersi sfogare con il poliziotto, ma questo gli rinfaccia che le sue sono fisime da riccone fuori del mondo di cui non sa niente né niente vuole sapere.
“Fuori-dice Ghezzi- i problemi sono ben altri !”.
La storia, anzi le tre storie che compongono il romanzo, parte dall’indagine della polizia sull’omicidio di un vecchio restauratore-antiquario, poi c’è Carella che ha preso le ferie
per dare la caccia a un magnaccia cocainomane appena uscito di galera, che non ha pagato abbastanza per il male che ha fatto. E infine Ghezzi che per fare un piacere a una vecchia conoscenza, Franca, deve rintracciare un ex-scassinatore, che è il suo compagno, misteriosamente scomparso poco dopo che è uscito di prigione.
Intanto in questua girano strane voci sul conto di Carella e sulle sue frequentazioni. Il Capo chiama Ghezzi e gli chiede di contattare il compagno per scoprire cosa sia combinando., ma lui ha una certa ritrosia nel rintracciare Carella, sulla cui onestà non ha dubbi.
Carella vuole vendicare la ragazza che a suo tempo aveva testimoniato contro il magnaccia, spacciatore e protettore, facendolo andare in galera, ma da quando lei aveva saputo
che lui stava per essere scarcerato lei era talmente terrorizzata che aveva tentato il suicidio.
Un quadro quindi abbastanza complesso, tre piste, tre situazioni diverse, che Robecchi sa gestire con molta bravura, riuscendo sempre a tenere alta l’attenzione del lettore. Certamente difficile dire chi sia effettivamente il protagonista tra Carella e Ghezzi, Carella(per inciso porta il nome di un altro poliziotto reso celebre da EdMcBain
nei romanzi sull’87°distretto) colpisce per questo battersi contro tutti, sembra quasi una reincarnazione degli sceriffi del Far West. Lo vediamo passare tra i bar e le bische e i
locali della notte milanese, oppure tra quelli un po’ vetusti della periferia, tutti posti frequentati dalla mala . Una Milano agghiacciante, trista, con una clientela ora spavalda,
ora sfuggente, ma sempre pericolosa. Una Milano sicuramente reale , d’altra parte è un a malavita da grande metropoli.
Più sfumato,in ragione del personaggio che è, il ritratto del sovrintendente Ghezzi, ormai ha rinunciato alla carriera, però avverte sempre una sofferenza assai forte a contatto
con il dolore degli altri, che secondo lui meriterebbe ben altra risposta. Lui ha uno scatto forte verso Monterossi e le lamentele dei…ricchi, non sempre condivide le mosse di
Carella anche se ne comprende i motivi, e quasi quasi si fa trasformare da lui. Tra l’altro l’invito della Franca a fare qualcosa per lei gli fa tornare a mente il passato di cui ha§
una grande nostalgia, il che però gli darà anche la forza di sentirsi più libero di agire e di assumere un atteggiamento meno rigido.
Dunque, eccoli insieme con Ghezzi che da una parte collabora con le indagini in Questura e dall’altra sviluppa la propria indagine e da una mano al compagno.
In questa storia milanese pon ci sono solo i bar della movida, dei locali sui Navigli, con un gran sciamare di gente bene e di giovani. Ma Carella , o solo o con Ghezzi,vuole
arrivare alle periferie, e qui la gente è più dura, non c’è soltanto la mala, per carità, molti sono piccoli locali a conduzione familiare, non ammodernati durante gli anni, anche
qui passa una umanità abbastanza sordida, a volte sordida, a volte inutilmente pretenziosa,a volte disperata. Ma cambieranno le espressioni, i vestiti, le luci ,lo sfarzo ma po
non è che lo’atmosfera poi alla sostanza, certo in centro bella gente, ben vestita, disinibita, aperitivi dai nomi fantasiosi, ma anche coca, affari più o meno leciti,escort,affetti,
attese. E ancora altri locali, quelli dove si balla, i night club, i locali dove si pratica la lap dance con tanta gente “arrapata”davanti al palo dove le ragazze si contorcono.
Tanti posti, belli o brutti, di moda o di tradizione,moderni o fuori moda che in questo vagabondare tra i moderni…gironi infernali, Carella prima da solo e poi anche con il
fido compagno percorrono sulle tracce di chi stanno cercando, l’uno a caccia di un delinquente che vuole assolutamente trovare per rispettare l’impegno preso con quella ra-
gazza che sta morendo, l’altro per aiutare una vecchia baldracca che gli ricorda i tempi in cui si potevano fare grandi sogni ma anche per dimostrare a se stesso che non erano
solo sogni.
E così procederanno, prima Carella da solo, fingendosi un duro, buscandole sode, ma andando avanti, poi con Ghezzi che più o meno ha gli stessi obbiettivi, magari da rag-
giungere in maniera più soft ma da raggiungere….
Quella di Robecchi è una scrittura ben curata, al servizio di una storia ricca di personaggi, ricca d’azione,. sulla tradizione del noir americano ma anche di quello milanese
alla Giorgio Scerbanenco con quel Duca Lambertini protagonista di tante storie di una sessantina di anni fa.
Infine il titolo I cerchi nell’acqua., che si rifà un po’ alla morale dei due protagonisti, certo molto diversi fra loro,per età,temperamenti, comportamenti ma in una cosa uniti,
il rispetto per il dolore degli altri che come un sasso gettato nell’acqua si apre in tanti cerchi, anche nel caso del dolore, dell’ingiustizia, questa si propaga sempre più lontano.
GIUSEPPE PREVITI