” ALBA NERA” di GIANCARLO DE CATALDO- RIZZOLI
23 Maggio 2019” ALLA FINE DEL VIAGGIO – Solitudine per il commissario Casabona” di ANTONIO FUSCO- GIUNTI
27 Maggio 2019E’ la storia di Antonio Michelangelo e dei suo figli. Antonio è un uomo che ha certamente lasciato un’impronta nel Novecento, è stato alto dirigente di grandi imprese, ma anche artista assai eclettico, dal cinema alla pittura alla scrittura alla incisione e in tutte queste ha sempre lasciato un segno. Di contro nella vita privata, e nel rapporto con i cinque
figli, un vero disastroLi ha avuti da quattro donne diverse, un giorno questi figli ricevono una lettera del padre che chiede loro di raggiungerli a Saltino di Vallombrosa dove ha
una delle sue tante dimore. Addirittura uno di loro, Enrico, sino al momento di ricevere quella lettera ignorava che lui fosse suo padre…. Comunque eccetto Aurelia la primogenita, Luis,Enrico,Cristiana e Rudra decidono di aderire alla richiesta e si mettono in viaggio dalle località dove vivono, Bali, Tel Aviv, Londra e Stoccolma.
Il romanzo intanto ci racconta la vita di questi quattro fratelli mentre si muovono verso questo singolare appuntamento. Enrico era cresciuto convinto di essere figlio dell’uomo
che lo aveva allevato, e anzi, avendo appreso da poco, che suo padre era ebreo, si era trasferito a Tel Aviv per ritrovare le proprie radici. Luis non ha mai avuto un lavoro fisso,.si
barcamena tra tante occasioni ora lecite ora meno, al momento della convocazione di trova a Bali. Cristiana voleva assolutamente sfondare nel mondo dell’arte, ha vissuto in molte capitali europee, ma non ha mai raggiunto risultati apprezzabili, come non li conseguiti all’Università. Rudra, è il fratello di Cristiana, sono cresciuti insieme e per molto
tempo anche con il padre. Lui è biologo, sportivo, una personalità complessa sin da piccolo, ha accettato la propria omosessualità, ha sposato uno svedese con cui vive a Stoccolma.
Ed ecco questi fratelli, per lo più ignari gli uni degli altri, si ritrovano sotto lo stesso tetto, e tutti con lo stesso interrogativo: cosa vorrà mai da loro Antonio Michelangelo, questo
padre sempre assente ? Ha qualche segreto da svelare ?
Antonio Michelangelo, un uomo da tanti passati e dai tanti…figli, decide di chiamare i suoi cinque figli, avuti da quattro compagne diverse, in una villa novecentesca a Saltino di Vallombrosa nel Valdarno. Vallombrosa è assai conosciuta, è stata cantata da tanti grandi poeti e scrittori di varie epoche e formazione.Del resto l’Ariosto la scelse come una delle tappe che Ruggero deve toccare per ritrovare Bramante.Ecco quindi una serie trame, una per fratello, appunto i FRATELLI MICHELANGELO di cui al titolo del romanzo
di VANNI SANTONI.Anche qui una serie di tappe, dall’India all’Indonesia alla Svezia alle maggiori capitali europee, sino appunto a questo rendez-vous finale, che comunque
attirava un p0′ tutti trovandosi in Toscana. Tutti i figli avrebbero delle buone ragioni per ignorare o addirittura odiare questo padre “scomodo” ma alla fine, salvo la più grande di loro, Aurelia. decidono di aderire all’invito. Curiosità ?Speranza di ricevere un’eredità ? Voglia di sfidare il destino ? Comunque sia in quattro si muovono verso la Toscana. VANNI SANTONI costruisce un romanzo che è una saga familiare ma anche un romanzo di avventure, di sentimenti, di sensazioni, di misteri, di segreti, ma essenzialmente un
raccontare la vita in generale attraverso la vita di questi singoli soggetti.
La loro sarà una ricognizione anzitutto sulla propria identità, sulla propria esistenza, e non per nulla Enrico,il più giovane ma anche il più curioso, del resto sino al ricevimento
della lettera non sapeva nemmeno chi fosse questo suo “nuovo”padre. Enrico si chiede cosa sia lui effettivamente, e si risponderà che alla fine è quello che si è sempre stati, quello che gli altri vedono e pensano di noi.
C’è un’altra domanda che il romanzo si pone, cioè chi è veramente questo Antonio Michelangelo, il deus-ex-machina di tutta la vicenda ? Ingegnere di umili origini, dirigente
dell’IBM, della Olivetti, dell’Eni, ma anche artista,scrittore, regista, una vita intensa e densa di successi, ma anche la sua parte misteriosa, e affatto esemplare se ci si riferisce a
quella privata, costellata di tanti fallimenti, di tante relazioni, di tanti figli. E così il romanzo ce lo fa descrivere in quattro capitoli diversi- da lodare questa costruzione ascansionidiverse del romanzo stesso- narrati singolarmente da ognuno dei figli che mentre si stanno recando a Vallombrosa ne approfittano per rivedere la propria esistenza.
Tante voci che si intrecciano o che si diversificano, a volte è invece la voce narrante dell’ingegnere a esprimersi in prima persona. >Ecco una cosa singolare ognuno si racconta con la propria voce, e da questo concerto a più voci esce questa sorta di glorificazione dell’epica familiare.
Certamente i quattro, ma potremmo dire per quel poco che compare sulla stessa linea è anche la primogenita, sono dei casi particolari, meglio ancora, dei veri e propri fallimenti,
pur se da questo padre ingombrante hanno forse preso il gusto dell’avventura, o meglio, del “prendere il mondo come viene”. Vedi Luis che sogna imprese….economiche quasi
impossibili, vuole impiantare una partner-ship italo-indiana, ma gli esiti saranno disastrosi. Curioso, un tempo, non molto lontano oltretutto, si andava in quelle zone per ritrovare la pace dell’anima. Siamo lontani dall’immagine dell’India di fine novecento, qui l’India è un Paese potenzialmente di grande avvenire industriale, poi è chiaro che i
rischi sono evidentissimi. La descrizione dell’India è quella di un Paese dove a grandi risorse ,all’idea di una globalizzazione, all’idea di una ricchezza latente ma che c’è , cor-
rispondono miseria, inquinamento e altro ancora, però c’è voglia di lavorare,di crescere, di cambiare, di fare un nuovo paese, altamente industrializzato. Se in questo Paese
arrivano tipi come Luis, sprovvisti di ogni identuità ascetica, che vogliono solo fare quattrini, prestandosi a tutto, mercato della droga incluso,beh il fallimento non è solo annun-
ciato ma inevitabile.
Del resto via via che i Michelangelo si raccontano c’è in tutti loro una incapacità di fondo nell’affrontare la vita. Cristiana cambia università, gira per capitali spacciandosi per
artista, ma non lo è, ha un animo sensibile e tormentato, non è mai una che si fa prendere sul serio, è una “intellettuale mancata” che alla fine non riesce mai a trovare una sua
dimensione,Non meraviglia che il più libero, anche nello sbagliare, ma lo sbaglio può anche essere lezione di vita,sia quell’Enrico che non è cresciuto come un Michelangelo, lui
si sente sempre un Romanelli….
Molto vario il linguaggio, si passa dal fiorentino al milanese, ma ci sono poi intercalari di altri paesi(Inghilterra,India,Svezia)- Inusualmente per un libro SANTONI costruisce la vita di quattro persone e quindi di quattro mondi lontani, diversi, ma anche di altri mondi, quello degli intellettuali, quello dei nuovi capitani d’industria, insomma un mondo o
più mondi passati a setaccio.
Una galleria di personaggi, anche assai diversi tra loro, dove genialità e fragilità si rincorrono per tutto il testo. Un intreccio solido, la capacità di costruire un romanzo di largo
respiro, ove non mancano neppure riferimenti ai grandi dell’800 e ai tanti capolavori dell’era più moderna.
Lo stesso autore parla di ROMANZO CATTEDRALE ,nel senso di un grande contenitore di storie, di personaggi, di sentimenti,di pensieri.Un romanzo che ha la capacità di
affidarsi ai personaggi e da l’impressione che processo narrativo e formativo dei personaggi procedono insieme,ù
GIUSEPPE PREVITI