” THE LONE RANGER ” di GORE VERBINSKI
10 Luglio 2013LA GEOGRAFIA DEL ROMANZO NERO
23 Luglio 2013Qualche tempo fa si sono incontrati a Roma il maggiore scrittore di gialli italiani, Andrea Camilleri, e il figlio di uno dei più grandi
autori mai vissuti, John Simenon. Quindi un interessante confronto tra il creatore del Commissario Montalbano e il figlio di chi ha
creato il commissario Maigret.
Ne è scaturito un lungo colloquio , ripreso un documentario, il tutto reso possibile dalla collaborazione delle case editrici9 Adelphi e
Sellerio.
Del resto il legame fra Camilleri e Georges Simenon è sempre stato assai forte, l’autore siciliano fu infatti colui che si occupò per la Rai
della celebre serie televisiva negli anni intorno al 1970 dedicata a Maigret, nell’interpretazione di Gino Cervi. Camilleri affiancò lo sce-
neggiatore Diego Fabbri e ha sempre dichiarato, e lo ha ribadito anche in questa occasione a Simenon jr.che è in quel momento che
lui ha imparato come si scrive un giallo.
Camilleri rivela anche che lui non è un autore che inventa o che ricorre alla fantasia, tutte le storie di Montalbano sono partite sempre
da episodi di cronaca nera realmente accaduti. E in questo, lo conferma John Simenon, i due grandi scrittori sono simili, anche lo
scrittore francese ha sempre dichiarato di non avere inventato nulla nella sua produzione letteraria.
Un’altra similitudine tra i due è legata al fatto che essendo entrambi scrittori molto profilici i loro libri circolano continuamente.
Camilleri dice che ogni volta che esce un nuovo romanzo su Montalbano i suoi libri, anche quelli più lontani nel tempo, tornano a essere
venduti, il pubblico li cerca e non li fa tramontare.
Simenon jr.rivela che suo padre a un certo punto aveva abbandonato Maigret per scrivere i romanzi che poi verranno chiamati “duri”
quei romanzi a cui lui del resto teneva di più, e dal 1934 ai primi anni quaranta non si era più occupato del commissario. Fu l’inizio della
guerra a riavvicinarlo al suo poliziotto, ma per una ragione abbastanza banale, scarseggiava la carta, e il suo editore gli disse che era
più facile procurarsela se avesse scritto di Maigret e Simenon riprese il suo personaggio.
Camilleri parla più di una necessità di mercato, anzi usa una parola forte “ricatto”, ma va capito lo stato d’animo di questi autori, e di tanti
loro colleghi del resto, che non vorrebbero scrivere solo di un personaggio e cercano di proporre anche altre cose. Simenon e Camilleri
sono i massimi esponenti di questa categoria, celebri per il personaggio seriale, altrettanto famosi per i loro romanzi non di genere-
Un altro elemento comune ai due è l’enorme successo avuto dai loro scritti, Camilleri dice che comunque il successo non influenza più
di tanto lo scrittore, se è veramente tale non si farà certo condizionare dai desideri del pubblico. Su questo punto John concorde pur
se osserva che l’enorme successo non ha condizionato certo la produzione letteraria, ma di contro ha influenzato negativamente la sua
vita sentimentale e privata…
Un altro aspetto interessante che emerge da questo colloquio è cosa pensano i due autori delle loro creature. Camilleri dice che si
immaginava un Montalbano con i capelli e i baffi, certo l’opposto di Zingaretti, ma lui, visto le sue esperienze di regista e di sceneggiato-
re, non ha voluto interferire nelle scelte del regista. D’altra parte conosceva bene lo Zingaretti attore, suo allievo all’Accademia, sapeva
che era un grande attore, e questo è quello che poi conta, cioè la credibilità e la forza che riesce a dare al suo personaggio, e in questo
è stato sempre bravissimo.
Anche Georges Simenon, rivela il figlio, non sempre è stato d’accordo sull’attore chiamato a impersonare Maigret, ma anche lui non ha
mai voluto interferire, “se li faceva andare” pur avendo molto da ridire. E John Simenon ricorda quando lo stesso Camilleri sottopose al
padre la lista degli attori italiani scelti dalla produzione e Simenon ebbe a ridire su Andreina Pagnani, la riteneva troppo bella per fare la
moglie di Maigret. Ma comunque anche in questo caso si sottomise alle scelte altrui.
Camilleri comunque tiene a dire che per il suo Montalbano ha imparato da Maigret. Lui, all’epoca produttore televisivo, diventò scrittore
di romanzi gialli seguendo passo passo le orme di Diego Fabbri che prima scomponeva letteralmente il romanzo originale e poi lo ristrut-
turava. Tutta una serie di smontaggi e rimontaggi che ti fa apprendere l’arte di scrivere un giallo. In questo si sente molto debitore di
Simenon e della sua tecnica di scrittura, e quando iniziò a scrivere gialli si ricordò degli anni trascorsi insieme a Diego Fabbri e Georges
Simenon.
Importante nel lavoro dello scrittore è la suggestione che sa trasmettere con le sue pagine al lettore,in questo Simenon e Camilleri sono
stati dei maestri.
GIUSEPPE PREVITI