” SERVO DI SCENA” DI RONALD HARWOOD – REGIA DI FRANCO BRANCIAROLI
1 Aprile 2014” 7 MINUTI” DI STEFANO MASSINI- REGIA DI ALESSANDRO GASSMANN
9 Dicembre 2014E’ praticamente impossibile parlare di Paolo Fresu e non parlare del sublime o dell’estasi. Si consideri tutto il mondo del jazz e si noti che ben difficilmente si può
trovare un musicista moderno che come il grande trombettista coniughi in se stesso un continuo cammino evolutivo con un sempre vivo ed efficacissimo riferi-
mento al passato. Del resto le qualità del grande musicista sardo hanno interessato altrettanti validissimi solisti, da Uri Caine a Omar Sosa, da Carla Bley a Dhafer
Youssef, da Richard Galliano a altri ancora, e l’essersi esibito con tutti loro ha permesso a Fresu di compiere una carriera veramente prodigiosa e anche varia.
Abbiamo assistito recentemente a un concerto di Paolo Fresu a Pistoia, concerto eseguito insieme ai Virtuosi italiani diretti da Alberto Martini, con Uri Caine
al pianoforte.
I ” Virtuosi italiani “, con Alberto Martini direttore e al violino, sono una tra le formazioni strumentali più creative e capaci di un percorso realizzativo assai dotato
Sanno fare della buon a musica, piacciono anche perché uniscono l’intento di favorire il legame che deve unire la musica della tradizione illustre con quella che
viene eseguita oggi. Ecco quindi che un loro concerto è sempre da non perdere, e figuriamoci con Fresu alla tromba.
IL filo conduttore del concerto di Pistoia è dato proprio dall’equilibrio tra il linguaggio della tradizione dovuto ad autori che si erano espressi in forma memorabile
e le novità stilistiche, le pulsioni degli autori del nostro tempo, insomma una fusione che da vita a un programma di notevole spessore, basato e sull’antico e sul nuovo,
con elaborazioni originale e dell’ieri e dell’oggi.
Se i Virtuosi sono diretti dal direttore storico, Alberto Martini, anche provetto violinista, con loro questi due grandi solisti e compositori. Al pianoforte Uri Caine,
americano di Philadelphia, alla tromba e al flicorno appunto Paolo Fresu. Dei due abbiamo ascoltato composizioni per tromba, pianoforte e archi, eseguite quindi
insieme e in singola esibizione, mentre sono stati affrontati anche altri autori contemporanei, da Nyman a Galliano, da Colombo a Giannelli. La presenza nel concerto
di altri compositori come Brahms, Monteverdi, Telemann confermano la natura composita del concerto, con elaborazioni e rielaborazioni tra grandi musicisti di oggi
e di ieri.
Quello che colpisce in questa serata è l’assoluta maturità raggiunta, tutti si confermano grandi esecutori ma quello che è veramente ammirevole, oltre la conclamata
abilità dei singoli, è la preparazione perfetta, la scrittura nitida, la mirabile fusione trai vari artisti nella esecuzione che sanno trasmetterci sensazioni, emozioni, suoni,
insomma un gran godimento per chi ascolta e, pure questo va lodato, una assoluta partecipazione da chi esegue.
GIUSEPPE PREVITI