” C’E’ QUALCOSA FUORI POSTO” DI PATRIZIA RASETTI- CARMIGNANI EDITRICE- 28.09,2022
28 Settembre 2022” IL SIGNORE DELLE COCCARDE” DI LUCIA FOCARELLI- EFFIGI- 04-10-22
4 Ottobre 2022Nella Milano degli anni Venti il commissario De Vincenzi ha lasciato alla portinaia del suo stabile una cartellina azzurra dicendole che passerà a ritirarla lo
scrittore Augusto De Angelis. Troppa era la curiosità nella donna che sbircia il contenuto, e vi trova documenti, appunti e considerazioni su alcuni casi
su cui ha indagato il commissario, meglio conosciuto tra la mala come ” il poeta del crimine”.
Indagini su furti, su morti annegati o uccisi in cima alla Torre del Parco o nel Castello Sforzesco. Incontra anche personaggi assai celebri come Giò Ponti, Al-
fred Hitchcock, Ho Chi Min, Riccardo Bauer, Antonio Gramsci. Veramente una vita ricca di avventure e di avvenimenti e di incontri significativi quella di De
Vincenzi, degna appunto di essere raccontata in un romanzo.
Ventuno racconti raccolti da Luca Crovi ne I Misteri della Torre del Parco e altre storie. Ritorna in questa storia dedicata alla “nera” milanese il commissario Marco De Vincenzi, il poliziotto filosofo, o, come è chiamato nel gergo della mala “IL poeta del crimine”. De Vincenzi era stato creato dallo scrittore Augusto De
Angelis, ucciso nel 1944, e Crovi lo ha riportato in vita, rendendolo protagonista di tre romanzi. Questi racconti sono in parte già pubblicati, in parte riscritti Siamo negli anni Venti e Trenta , jn piena era fascista, si avvertono in queste pagine gli echi di quei tempi, il clima di rigidità e di grande retorica imposto dal
regime. ma la narrazione preferisce procedere, una volta evidenztato l’andazzo generale, all’insegna del racconto di crimini più o meno gravi che avvengono
nella quotidianità della città.
Un De Vincenzi tranquillo,deciso, molto circospetto nell’affrontare le varie situazioni, e nel rxisolverle non ha l’animo dell’aguzzino, guarda semmai di risolvere i casi nella maniera più giusta possibile, capisce quando i colpi dei balordi milanesi sono più dovuti a una ribellione al sistema imperante oppure al-
l’orgoglio di chi non vuole essere soggiogato. Non li considera veri e propri crimini e così gli arresti che compie non sono mai tanti.
Bisogna considerare che De Vincenzi fu creato da quel grande scrittore che fu Augusto De Angelis, uno dei maestri del giallo italiano, inviso al regime come
antifascista e anche incarcerato. Rimesso in libertà verrà ucciso da un esponente del regime. E quindi Crovi ne ripropone il personaggio, facendolo apparire
tutt’altro che ossequioso ai dettami del regime.
Una caratteristica di questo romanzo- lo dice lo stesso autore. è che ci troviamo dinanzi a racconti sì di fantasia, ma legati a fatti e personaggi assolutamente veri. Ecco il furto di cui è vittima un giovanissimo Hitchcock,di passaggio a Milano, come è vera la presenza di Ho Chi Minh, che De Vincenzi conoscerà durante una indagine su una serie di furti alla comunità asiatica vivente in città. E molto emozionante è l’incontro con l’allora giovane radiocronista Niccolò
Carosio, il primo a trasmettere in diretta via radio le partite del campionato di calcio italiano. E ancora altri personaggi ,Antonio Gramsci, Giò Ponti, Umberto di Savoia, il giornalista Riccardo Bauer, una grande figura di intellettuale, mandato più volte al confino dal regime.
Ma ci sono, e non meno importanti, anche tante figure anonime, dai reduci di guerra ai pescatori di rane, dai naviganti sui Navigli ai tanti balordi che De
Vincenzi si troverà difronte.
Un romanzo non solo di avventure più o meno cri, , risukltatominose, ma che da anche la possibilità di riscoprire antiche usanze, antichi mestieri, cibi legati alla tradi-
zione meneghina, e non mancano le occasioni di divertimento.
Una storia ricca di avventura e di colpi di scena quella del commissario De Vincenzi, certo ben adatta a essere riportata e “glòrificata “in un romanzo. Un romanzo molto interessante questo di Luca Crovi, risultato di una riuscita fusione tra fatti di fantasia e fatti reali della Milano anni Venti, con una girandola di nomi e personaggi, anche questi ora veri ora inventati, ma resta l’impressione di una più che azzeccata cornice narrativa, venata anche di una certa
nostalgia.
GIUSEPPE PREVITI