SESSO MOTORE 1- INDIETRO NON SI PUO’- SERGIO CALAMANDREI- YOUCANPRINT
15 Ottobre 2014IL PERSONAGGIO DEL GIORNO: LINO VENTURA
22 Ottobre 2014Un autore toscano già affermato, Filippo Bologna, esordisce nel campo del giallo con I morti non hanno fretta per la collana Strade blu della Mondadori. Finali-
sta allo Strega e vincitore del Premio Fiesole e del Bagutta opera prima con Come ho perso la guerra, poi I Pappagalli tradotto e segnalato in Inghilterra, giorna-
lista e articolista per testate e riviste, eccolo quindi all’inizio di una nuova avventura.
Per questo debutto sceglie una Versilia che sta prendendo i colori sfocati della stagione invernale, ormai le ville e gli stabilimenti balneari sono chiusi e anche gli
ultimi villeggianti se ne sono andati. Una domenica sera di novembre il commissario di polizia di Viareggio Dino Santini si dirige sulla sua amata e inseparabile
bicicletta verso la sua trattoria preferita, anche perché vi può assistere alla gara di campionato trasmessa dalla televisione, e quella sera c’è la Fiorentina.
Ma il suo proposito va a monte, non finirà neppure la cena, perché il suo assistente, il vicecommissario Diddio lo viene a prendere perché è stato scoperto in
un capannone abbandonato il cadavere di una donna. Si recano sul posto, la prima impressione è che la morta, la giovane Marta Innocenzi, una imprenditrice
che aveva rilevato senza successo la disastrata azienda navale del padre finendo per fallire, si sia suicidata.
Ma il commissario non è convinto che si tratti di un suicidio, intanto non è stata usata la tradizionale corda ma un nastro di seta e oltre il nodo con cui è stretto il
cappio non è di quelli usati a Viareggio. Santini comincia una sorta di indagine non ufficiale e interroga tutti coloro che hanno fatto parte della vita di Marta e i suoi
sospetti aumentano,molti potevano volere la fine di Marta. Anzitutto il padre che non aveva mantenuto buoni rapporti con la figlia, poi l’ex-marito, un professore
di lingua giapponese molto esperto nelle arti di quel paese e nel bondage. E poi Berenice, una bellissima ragazza dell’Est, molto intima della vittima, e anche forse
del…commissario.
Una storia che colpisce, a metà tra la cronaca di un fatto e un certo che di misterioso, narrata con ironia ma anche a volte con toni quasi da favola. Tanti i perso-
naggi, tra cui spicca questo commissario che si avvia alla mezza età, viareggino puro sangue, che vive con la vecchia madre. Ma Santini non si adagia sulla vita
comoda, gira per Viareggio con la sua bici e intanto pensa e tira le file di quella storia.
Filippo Bologna abbiamo già detto che ha buoni precedenti come autore, stavolta si è voluto cimentare nel giallo creando un commissario e ambientando la sua
storia a Viareggio: già. obbietterete voi,che novità !
La Viareggio di Santini è una Viareggio autunnale, crepuscolare, che si avvia all’inverno. L’autore la tratta con amore rilevandone la malinconia che la pervade,
il che è in linea con la stagione a cui va incontro, anzi diremmo un libro…preveggente se guardiamo i guai che sta vivendo una delle perle del Tirreno. Ma in
Bologna è evidente la passione per la Versilia, e la manifesta tramite Santini che la gira in lungo e in largo e questo gli permette di vedere la città con i suoi
vuoti, le sue mancanze, certo anni era tutto un’altra cosa, però osserva Santini ora ci sono i russi….
Questa sottile linea grigia che contrassegna il romanzo alla fine lo rende poco….italiano, certe atmosfere sono più da noir francese o di estrazione nordica,mentre
su Santini ci si può sbizzarrire a trovare tanti riferimenti: Maigret, scontato! Ma Maigret è un uomo tutto di un pezzo che riesce a immedesimarsi nella psiche della
sua vittima, ma non trascura mai i rapporti con gli altri, sia chi faceva parte dei frequentatori della vittima sia i propri colleghi, e poi viveva in simbiosi con la signora
Maigret,
Santini ha un singolare rapporto con la madre, una donna anziana con tutte le manie di quell’età, lui cerca di non farsi fagocitare dall’atmosfera un po’ opprimente della
casa, tv, parole crociate, paura della solitudine, la telefonata serale, lui quando può scappa, ma alla fine è un buon figliolo, basterebbe vedere la scena in cui improvvisa
una cena di compleanno per la mamma, in conclusione diremmo che questo commissario ha un’anima a differenza di tanti altri suoi colleghi poliziotti.
Ma tornando alla nostra storia c’è una morta trovata nel cantiere della sua azienda, ormai fallita, che il padre, senza più mezzi le aveva comunque passato.
Santini, rinunciato di malavoglia a una cena e alla contemporanea visione della Fiorentina in tv, non si accontenta, una volta sul posto, della prima impressione. Se
il suo collega parla di suicidio troppe cose che veda sulla scena del fatto non gli tornano. Che nodi sono quelli che stringono il collo della ragazza ? Perché il padre che
va a trovare non manifesta alcun dolore e oltretutto vive in una lussuosa villa a Forte dei Marmi con una compagna molto più giovane di lui, il che contrasta con la
condizione finanziaria di chi è fallito e ha messo sul lastrico famiglie intere.
E anche altre figure, secondarie ma non troppo, suggeriscono al commissario di andare avanti nella sua idea. Un direttore di banca, un po’ troppo reticente, l’ex-mari-
to di Marta, la cui figura interessa particolarmente il commissario. Infatti quest’uomo conosce tutte le arti giapponesi, ad esempio lo shibari, un’arte del Giappone delXVI
secolo quando le geishe si legavano tra di loro con sottili funi di seta, legate con nodi sempre più intricati, poi si facevano ritrarre dai grandi artisti del tempo in questa
sorta di nidi d’amore.
Nella storia appaiono anche due molossi, ora separati, l’uno è rimasto con il padre di Marta, l’altro l’aveva Marta, ora è affidato a una sua amica, l’italo-croata Berenice, e
anche il suo collare è legato all’orientale.
I nodi, già i nodi, in un giallo sono…inevitabili, qui più che figurati sono reali, e per Santini saranno tanti i nodi da sciogliere…. Il commissario è sostanzialmente un
solitario, del resto non per nulla il suo mezzo di locomozione preferito è la bicicletta, anzi nella consueta mania di etichettare sempre qualcuno è stato definito il
” commissario in bicicletta”. E questa bicicletta, una Bianchi verde acquamarina, ereditata dal padre,ha un suo ruolo nella storia, Santini è un fanatico della pedalata
e mentre pedala pensa, ma un bel giorno la bicicletta gli viene rubata, ed è esilarante l’episodio in cui il commissario ritrova la bici, allucchettata nei pressi del Mercato
del Forte dei Marmi, lui allora se la carica sulle spalle e se la porta via, un vigile zelante lo ferma accusandolo quasi di furto, Santini oltretutto non è mai un modello di
eleganza, ma stavolta ci vede rosso e gli risponde in malo modo : “Lei non sa chi sono io ?”. Riportiamo questo episodio perché fa vedere come quell’atmosfera un po’
decadente della città, quel tanti di malinconico che la pervade specie nel periodo post-estivo, è stemperata da guizzi d’ironia che Bologna non ci fa mancare.
Si è già detto che è al suo primo giallo, e lui ha scelto una strada abbastanza originale, quella di unire la solida e rituale immagine della città dove è ambientata la
storia con un’arma di morte orientale come lo shibari ” la sublime arte giapponese di fare i nodi” che dovrebbe essere un mezzo per raggiungere il piacere, mentre
nel nostro caso gli effetti saranno più nefasti se l’intuizione di Santini è valida, ma per questo vi rimando al libro….
Un romanzo ricco di protagonisti, anche se poi l’attenzione si sposterà tutta su Santini, è lui che viene “raccontato” in tutto il romanzo, gli altri girano intorno a lui
di luce riflessa. Un racconto in terza persona che poteva anche essere stato scritto in prima. Santini è comunque un uomo come gli altri, con questa madre che lo
tiranneggia un po’, e con la giovane e bellissima Berenice, di cui forse si sta innamorando,ma anche qui tutto rimane un po’ indeterminato, tra la figura del poli-
ziotto che tende la sua trappola e l’uomo che sembra soggiogato da lei.
Infine non perdetevi il finale ma non in quanto tale, ma perché l’autore ci sorprende nuovamente, usando uno stile completamente differente e approdando
a un romanzo d’azione.
Insomma vari cambi di passo, una voce nuova che sembra voglia uscire dal coro……
GIUSEPPE PREVITI