” NON SI PIANGE SUL LATTE MACCHIATO” di BRUNO GAMBAROTTA- MANNI
12 Ottobre 2016” LA MILITE IGNOTO” di LUCIA FOCARELLI BUGIANI- EDIZIONI ATELIER
20 Ottobre 2016Pochi mesi dopo che Alice, sua moglie e madre di Lorenzo, è misteriosamente scomparsa, Andrea Valente, commissario alla squadra mobile di Roma,
ha cominciato a soffrire di epilessia, ma lui non l’ha rivelato a nessuno, non vuole finire sulla sedia di qualche anticamera, e accetta, dopo essere rimasto
coinvolto in un’operazione dal suo punto di vista fallimentare ma andata comunque a buon fine, di dirigere il posto di polizia di una piccola località ,anche
per poter restare vicino al figlioetto.
Al commissariato viene assegnato l’ispettore Alfieri, un passato poco edificante e l’aria del raccomandato,essendo il figlio di un ex-vicecapo della polizia.
Tra i due si manifesta subito un’antipatia reciproca, ma intanto c’è una indagine delicata da affrontare, una donna è scomparsa mentre era con il marito e
i figlioletti, dai quali si era allontanata un momento. La poveretta viene ritrovata morta e violentata in maniera bestiale. La notizia fa molto scalpore e i
due poliziotti vengono affiancati dal commissario Francesca Ralli, che viene da Roma e oltretutto conosce bene il Valente. Finisce sotto il tiro degli inqui-
renti il marito della vittima, un individuo abbietto e dai comportamenti più che esecrabili.
E’ la figura ideale del colpevole ma ai tre poliziotti tocca anche confrontarsi con la loro vita, i loro comportamenti, le loro debolezze, non è certo il vestire
una divisa che fa una persona migliore di un’altra e allora il dilemma sarà se accontentarsi delle apparenze o cercare la verità….
Va anche detto che ci sono molte coincidenze nella vita dei tre uomini, poliziotti e presunto colpevole, tutti hanno a che fare con una congiunta scomparsa
e con dei bambini piccoli da tirare su….
” I bravi poliziotti fermano i cattivi. E quelli buoni ? Lo fanno nel modo giusto “. Tre personaggi, tre poliziotti al centro delle vicende de I pregiudizi di Dio
di Luca Poldelmengo, scrittore di noir, sceneggiatore. Uno scrittore che non teme di apparire duro, con una prosa forte, anche sgradevole nelle storie che
racconta.Il commissario capo Andrea Valente, l’ispettore Marco Alfieri,il commissario Francesca Ralli sono tre personaggi assai differenti tra loro, pieni di
misteri, di debolezze, di ricordi che condizionano la loro vita. Tre esseri le cui vite si intrecciano e si dipanano via via che la storia va avanti.
Ma quale risposta potrà (o potranno)dare alla domanda che un bambino fa: come distinguere un poliziotto bravo da uno buono ? Possono essere la stessa
persona ? La risposta la troverete nel libro. ma in genere si può dire che tutto dipende dal comportamento umano di una persona difronte ai casi della vita,
da come agisce e reagisce.
Luca Poldelmengo si sta rivelando un maestro del noir, ammesso che questa distinzione tra giallo, noir, thriller abbia anciora un senso. Il “giallo classico” è
certamente una sfida al lettore per trovare una soluzione e un colpevole, nel noir, e anche in questo libro, si trattano stati d’animo, sensazioni,motivazioni,
con la storia al servizio dei personaggi, sono loro che interessano più che i fatti all’origine dell’opera. La storia si svolge in un paesino della provincia di Roma,
dove sparisce una giovane mamma che poi verrà ritrovata strangolata e seviziata in un fossato. Tre poliziotti si occuperanno del caso, al centro il commissario
capo Valente che comprende il tormento del marito della vittima, rimasto solo con due figlioletti, lui c’era già passato, quando era stato abbandonato insieme
al figlioletto dalla donna che era improvvisamente scomparsa. Poi Marco Alfieri, poliziotto suo malgrado, e più che altro interessato a vendicarsi di chi gli ha ucciso la sorella. E poi la Ralli da sempre innamorata di Valente che l’aveva lasciata per Alice, la moglie poi misteriosamente scomparsa. Come vedete un
bel campionario di situazioni personali….
Ma presto verrà a galla la vera personalità di Giulio, il marito della donna assassinata, un uomo perverso e pieno di fantasie erotiche. Ma anche in questo
caso l’autore ci sollecita, Giulio viene sbattuto in cella senza tanti riguardi, è un uomo abbietto, contraddittorio, bugiardo, tutti si divertono a sparare su
di lui. E proprio all’inizio del testo lui ci confessa il suo stato d’animo, ovvero quello di un uomo che si sente assediato e già condannato. Eppure lui sembra
richiamarsi al detto evengelico ” “Chi è senza peccato scagli la prima pietra” e si rammarica che tutti lo condannano preventivamente, ma nessuno è perfet-
to, tutti abbiamo i nostri scheletri nell’armadio, allora non giudichiamo preventivamente, non va condannata una persona solo per antipatia o pregiudizio.
Ma i nostri tre protagonisti si portano dietro un fardello assai pesante, il loro passato è pieno di errori, questo lo dovranno tenere a mente , quando arri-
veranno a dover dare un giudizio finale,
In questo romanzo Poldelmengo riprende i personaggi dei suoi romanzi precedenti, Nel posto sbagliato, L’uomo nero, e su di loro e sui loro rapporti perso-
nali si snoda il romanzo. Tre protagonisti, due uomini e una donna, tre visioni diverse della stessa storia, visioni però rese contorte dal loro vissuto. Valente
è uomo e poliziotto serio, crede nella sua professione e nella giustizia, non è il tipo che viene meno ai suoi principi. Ma dopo che la moglie lo ha lasciato e
un brutto incidente sul lavoro gli ha lasciato in eredità degli attacchi epilettici che lui cerca di nascondere per non perdere il lavoro è un’altra persona.
Francesca è da sempre innamorata di lui ma il brusco interrompersi della loro relazione perché lui ha preferito sposare un’altra la porta ad avere paura a
ravvicinarlo e così si rifugia andando da un analista. Alfieri patisce il fatto di essere considerato un raccomandato, il che gli ha procurato un vero e proprio
complesso. Ora vive con il genero e il figlioletto della sorella uccisa e la sua missione è diventata vendicarla.
Marco e Andrea non si sopportano sin dal primo incontro, ma alla lunga scopriranno che hanno molto in comune.
Questa storia è ambientata nella provincia romana, in un paesino nei pressi di Tivoli, Mandela, un posto assai degradato che l’autore descrive accuratamente
quasi a sottolineare la contaminazione e la simbiosi che certi luoghi possono avere sul genere umano. Un triste scenario di poli industriali dismessi e in rovi-
na, di terreni incolti, di stabilimenti e uffici ormai fatiscenti, ma anche di brutti e pretenziosi edifici, vere cattedrali del gioco d’azzardo, e poi le cave di traver-
tino che portano tanta polvere bianca che cosparge tutto e tutti.
Un mondo brutto, sporco, come brutti e sporchi sono tanti dei personaggi del libro. Poldelmengo narra in forma assai semplice, quasi cronachistica.azzeccate
sono le figure dei tre protagonisti, a prima vista assai diversi tra loro, ma poi scopriamo che sono tutti molto vulnerabili a causa di esperienze molto simili che
non possono non aver inciso sulla loro vita. Un’opera abbastanza semplice nel suo svilupparsi, lo sforzo maggiore è nel trattare caratteri e personalità dei
tre. L’autore ricorre anche a dei corsivi che caratterizzano le varie fasi della storia e che fanno da prologo alle inevitabili scelte.
Abbastanza crude le varie descrizioni, ma anche molto reali, tipo quella di Giulio il marito della donna scomparsa e ritrovata assassinata, prima visto come
una vittima, poi, similmente a come si comportano e si accaniscono tante trasmissioni televisive, trasformato in un mostro e dato in pasto all’opinione pub-
blica. Una macchina che inevitabilmente schiaccia chi capita a tiro con un pubblico che si sente troppo moralista. Purtroppo non si distingue più il confine
tra mondo reale e virtuale, i giudizi e i pregiudizi si sprecano, tutti si erigono a censori. E quindi starà poi ai nostri poliziotti assumere le decisioni giuste.
Con questa opera l’autore si pone difronte ai problemi della giustizia, e di cosa si intenda per tale, in una realtà sempre più ambigua e contorta. Un bel
libro, certo molto amaro anche nelle conclusioni, ma questo è in linea all’impostazione data che non vuole essere per niente consolante.