“LA SENTENZA DI MARC’AURELIO” DI GIANCARLO GORI-MARCO DEL BUCCHIA EDITORE
10 Maggio 2012“L’ALBERO DEL MONDO”-Weimar,ottobre 1942-DI MAURO MAZZA-FAZI EDITORE
17 Maggio 2012Michele Ferrara o i sogni terribili,veri e propri incubi,che non sempre,come dice Montanelli, “muoiono all’alba”. E così Ferrara sembra ormai essere abituato a convivere con questi mostri
agghiaccianti che gli turbano il sonno.Intanto Firenze sembra aver ormai superato lo choc procurato dai delitti del serial Killer Leonardo Berghoff quando vengono trovati trucidati i corpi del senatore Enrico Costanza e del suo maggiordomo.Per il commissario Ferrara, che si è da poco rimesso dalle ferite riportate nel conflitto a fuoco con il Berghoff, è un brutto segno e teme che la vicenda faccia ripiombare la città nei tempi più bui.
Se è pur vero che le modalità sono diverse dal precedente modus operandi del killer la città ancora una volta vede scorrere il sangue nè sembra debellata la misteriosa loggia massonica della Rosa nera. Troppi poteri occulti, troppe protezioni in alto loco, Firenze non cambia mai.
Il commissario sbatte il muso contro un muro di omertà e ostacoli, troppe le ipotesi da vagliare, in un crescendo di omicidi di cui è difficile comprendere se la matrice sia unica. E oltre
tutto questa ventata di follia, ma che poi follia non è…,non accenna a placarsi.
Ancora una volta Michele Giuttari ci fa confrontare con I sogni cattivi di Firenze con le realtà più inconfessabili della sua città. Vendette,misteri,cospirazioni,false piste in una indagine che si rivela sempre più ardua e complessa.
Molti i personaggi che animano questa storia che inizia con l’entrata in scena di un misterioso serial killer che uccide i due abitanti di una villa intorno Fiesole.Il padrone di casa è un personaggio assai in vista nella vita della città, un ex-senatore molto conosciuto e potente.Una esecuzione,la sua,in piena regola mentre l’altra vittima paga il ruolo di pericoloso testimone.
Ovviamente l’uccisione di un personaggio eccellente fa molto clamore e il questore,giunto da poco in città, si rivela subito inaffidabile, sente molto le pressini ministeriali e a sua volta si rifà sul capo della squadra mobile.
In pochi tratti quindi l’autore ci fa immedesimare subito in una vicenda oscura dove già si delineano le varie personalità di chi è implicato nel caso.
Nel corso dell’indagine Michele Ferrara si imbatte in due personaggi femminili assai interessanti. Angelica è un’assistente sociale che si occupa di carcerate e proprio in prigione ha conosciuto Guendalina,una ragazza dal passato difficile, sconta una lunga pena per aver ucciso il patrigno. Angelica è una donna assai equilibrata e determinata, tra le due si accende un amore che divamperà ancora di più quando Guendalina viene scarcerata e Angelica la accoglie a casa sua.
Ma Angelica ha una doppia vita, un lato oscuro della sua esistenza è il legame risalente agli anni dell’adolescenza con un suo compagno d’infanzia, un tipo abbastanza singolare e pieno di turbe , che ha un grande potere su di lei,e lo eserciterà per fini non certo edificanti.
Una serie di circostanze metteranno il commissario sulle tracce della misteriosa Angelica, ma poi sarà Guendalina con la sua gelosia a infrangere il torbido legame dell’amica e a dare il là per la soluzione del caso.
Questi due personaggi femminili sono tra le cose più piacevoli e anche positive del romanzo, che non è avaro in questo senso di riconoscimenti verso il gentil sesso.In bella evidenza vengono pure poste altre due donne,due poliziotte, la dottoressa Teresa Micalizi e l’agente Alessandra Belli. In questo caso niente di torbido,per carità, ma l’immagine a tutto tondo di
due donne innamorate del loro mestiere,Teresa magari con qualche rimpianto per aver sacrificato la sua vita privata alla professione, e questo la rende ancora più vera e più umana,l’altra ragazza vogliosa di imparare e desiderosa di progredire.
Giuttari si conferma oltre che abile confezionatore di trame anche abile creatore di personaggi che sa ben “fotografare”nei loro comportamenti.Gli bastano brevi note, delle “istantanee”
appunto per classificare i vari protagonisti.Così è abbastanza forte la critica verso le gerarchie della polizia da quel questore che è un burocrate che ha fatto carriera negli uffici del ministero,e che ha per unica preoccupazione non inimicarsi i caporioni e i potenti. O anche il capo della polizia dipinto come un arrogante maneggione ben poco interessato al trionfo della verità.
Non meno graffiante e negativa è l’immagine dei magistrati che ostacolano le indagini del commissario per pavidità,amore del quieto vivere, interessi particolari arrivando perfino a ipotizzare un a teoria che permetterebbe loro di sbarazzarsi di questo commissario troppo ligio, un vero e proprio “rompiscatole”.
La storia si svolge tra Firenze e dintorni, pur se non mancano risvolti che implicano altri paesi, in un continuo alternarsi di colpi di scena,addirittura si affaccia anche l’ipotesi che Berghoff non fosse morto nel conflitto a fuoco con Ferrara.
Misteri che si assommano a misteri in una vicenda in cui l’interesse non viene mai meno e che alla fine finisce per mettere ancor più in evidenza quella che è la vera protagonista del romanzo,Firenze.Una Firenze stravolta dalla violenza e dalla corruzione, ambigua in chi dovrebbe invece fare piazza pulita e poco tollerante verso chi fa il proprio dovere.Addirittura
Ferrara farà un appello alla città perché sia meno omertosa.
Il capoluogo toscano ha ormai un suo posto stabile nel firmamento della letteratura gialla, è una città dalle molte sfaccettature,a volte anche le troppe bellezze finiscono per generare
un’atmosfera di perdizione,di lordure,quasi una legge del contrappasso.Superati i tempi in cui si parlava solo del Mostro,anche nei libri, al giorno d’oggi i tanti autori che ambientano i loro noir in Firenze lo fanno sempre attraverso la figura di un commissario di polizia per narrarci,tramite le sue gesta e le sue parole,i segreti inconfessabili della città.
Certamente Michele Giuttari scrittore ha avuto un osservatorio privilegiato per il suo ruolo nella Questura fiorentina e in generale per le tante cose viste nel corso della sua attività
professionale e quindi non meraviglia più di tanto che abbia creato un commissario di polizia.
Però vogliamo ancora sottolineare che l’approccio “letteratura-giallo”con Firenze non si stacchi quasi mai dalla presenza di un investigatore, del resto sono stati scritti molti gialli storici e abbiamo avuto una…proliferazione dei vari Dante,Macchiavelli etc. elevati al rango di poliziotti….
E allora lunga vita al Michele Ferrara…Giuttari che come dice The Indipendent “sa quello che scrive”.
GIUSEPPE PREVITI