Antonio Manzini, Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sud America?, Sellerio Editore, Palermo, 2023
20 Dicembre 2023” RACCONTI DEL TERRORE”di EDGAR ALLAN POE-Introduzione di GIUSEPPE ZUCCO-GIUNTI-BARBERA- 25-12-23
25 Dicembre 2023Un motoscafo viene trovato abbandonato sulla spiaggia di San Remo, c’è una pozza di sangue sul fondo dello stesso e a bordo si trovano una borsetta di c0ccodrillo,m un ombrellino e un impermeabile rosso.A bordo di solito vi erano un cittadino russo , Ivan Kiergine,, e Paulette Garat,la sua amante.La donna è scomparsa dopo una gita al largo.L’uomo,apparentemente, ha abbandonato il natante, e si è recato a Milano in treno.Qui è stato appunto fermato il compagno della scomparsa, il suddetto Kiergine, ed ora è da qualche tempo sotto interrogatorio da parte del commissario
De Vincenzi, Lui è impassibile, regge a meraviglia l’interrogatorio e respinge l’accusa di averla uccisa.Oltre tutto continua a dire che lei è viva.
L’uomo viaggia con un passaporto dell’Unione sovietica, si ha l’impressione che si ha a che fare con delle spie.De Angelis non è tanto convinto, sente anche l’atmosfera rovente che grava sulla città, dove piove da vari giorni.Quando
viene annunziato il ritrovamento di un altro cadavere a San Remo, decide di partire verso il mare, ed è convinto che solo nella città ligure, dove è iniziato tutto, si possa sciogliere il mistero….
AUGUSTO DE ANGELIS è stato uno dei maggiori precursori del giallo all’italiana , ed uno dei maggiori curatori di questo genere letterario, dandogli piena dignità. IL suo personaggio più noto è stato appunto il commissario De Vincenzi, protagonista di una quindicina di romanzi, ambientati nella Milano degli anni Trenta.E tra questi appunto
IL CANOTTO INSANGUINATO.
De Vincenzi è sicuramente il primo vero poliziotto italiano, creato con la volontà di opporsi ai grandi investigatori
degli anni Trenta,in primis il già celebre commissario Maigret di Simenon.De Vincenzi era un uomo colto, raffinato.
malinconico e poco invadente, e naturalmente in contrapposizione all'”ottimismo” imposto dal regime. Lui la verità e la soluzione dei misteri che via via doveva affrontare la cercava nella psicologia e nei comportamenti degli indiziati, di cui lui cercava di indovinare i problemi che li portavano ad agire in un certo modo. Ai suoi tempi veniva indicato come il “rabdomante dei sentimenti”.
Ne IL CANOTTO INSANGUINATO il commissario lancia una sorta di sfida applicando la strategia del gatto con il topo ed ecco il lungo interrogatorio di un russo dai tanti problemi, Ivan Kiergine,sospettato della morte della sua amante, la francese Paulette Garat, scomparsa a San Remo. Sul natante che li ospitava ci sono tracce di sangue, e a bordo ci
sono abbandonati una borsetta di coccodrillo, un ombrellino e un impermeabile rosso, il che fa sospettare un omicidio.Ma Kiergine è un osso duro, non parla, si comporta sempre in maniera signorile, mostrando… quasi di apprezzare le iniziative del commissario, quasi a tifare per lui, ma anche dando a vedere di non credere alla morte della ragazza, e comunque rifiutandosi di parlare.
E presto De Vincenzi gioca il tutto per tutto, lo libera, ma riuscendo a prevedere le mosse dell’avversario e àquindi a tenerlo sempre sotto tiro.Kiergine tornerà a San Remo ma anche questo non sorprenderà il commissario, il giovane sembra indifferente a tutto, ai soldi che perde al Casinò,ai cadaveri che sempre compaiono sulla sua strada.
De Vincenzi sa che il suo pensiero fisso è la ragazza, e quindi ci sarà un ulteriore “Tour d’Europa” ,tra San Remo,
Nizza,Dusseldorf, ma ciò è necessario per arrivare a dipanare la matassa.
Un Giallo molto avvincente, la cui forza resta notevole se si considera che fu scritto negli anni Trenta. Poliziotti,
assassini, spie, amori,donne fatali.Effettivamente c’è di tutto, ma non si scade mai nel Melò, ogni mossa è ben scan-
dita, il lettore ne risulta subito conquistato. Un romanzo che fa intravedere il punto d’arrivo al lettore più smaliziato, un buon poliziesco, e questo conferma una volta di più che Augusto De Angelis e il suo commissario sono stati alla base del Giallo italiano.
GIUSEPPE PREVITI