” FINIS TERRAE ” DI GIAN LUCA CAMPAGNA –
12 Settembre 2016” 7- 7-2007 ” di ANTONIO MANZINI SELLERIO
27 Settembre 2016Nella notte del 7 luglio 1945, in una piccola località, Frascara, frazione di Lugo, un gruppo di ex-partigiani
preleva dalla loro villa cinque componenti della nobile famiglia dei Manzoni Amidei, grossi proprietari ter-
rieri, e lontani parenti di Alessandro Manzoni. Della contessa Beatrice, dei suoi tre figli e della domestica per
lungo tempo non se ne seppe niente. Dopo tre anni verranno ritrovati i corpi sepolti in un podere vicino, le
donne finite a bastonate, gli uomini a colpi di mitra. della strage saranno incolpati e condannati un gruppo di
ex-partigiani .L’eccidio non fu mai del tutto chiarito, suscitò all’epoca molte polemiche e ci furono anche delle
interrogazioni parlamentari, il caso era ormai di livello nazionale.
Questo libro vuole ricostruire quegli anni e uno dei fatti più sanguinosi avvenuti nel dopoguerra italiano,
una ricostruzione che secondo l’autore non è stata semplice, ha incontrato molte ostilità, quasi a significare
che non sempre il tempo lenisce tutto.
Il caso Manzoni da una parte è la storia di una delle tragedie più efferate avvenute in Italia, dall’altra è anche
un atto di amore verso una Terra. La strage era avvenuta in Romagna nell’immediato dopoguerra, una vicenda
terribile che Fabio Mongardi ha voluto raccontare partendo dal contesto in cui sono avvenuti i fatti. Un contesto purtroppo troppo arroventato, dove le vendette personali, i tradimenti, i depistaggi erano continui.
E’ mancata la mano ferma di chi aveva la responsabilità di tenere l’ordine in queste zone, troppi individui
senza scrupoli hanno potuto agire liberamente.
Una zona dove si mescolava alla poesia della natura il degrado e la miseria sociale. L’autore, alternando
realtà e fiction, storia e fantasia, ha ricostruito ambienti e personaggi. Si è parlato per Mongardi di ” male
della valle” con lui rimasto contagiato dall’aver attraversato quei territori della Romagna vasti e sterminati
,quasi senza età, a suo tempi bonificati per consegnarli agli agricoltori. Nei suoi viaggi e nelle sue ricerche di materiali per un romanzo da ambientare in quei luoghi si era imbattuto in una villa dove era avvenuta una bruttissima storia, l’eccidio nel luglio del 1945 dei conti Manzoni Ansideiò.Ormai la guerra è finita da mesi
quando i componenti di quella famiglia vengono prelevati dai partigiani e barbaramente uccisi.
Certamente l’atmosfera del periodo era troppo accesa, troppo freschi i ricordi e le ferite lasciati dalla guerra.
A tratti avevano assunto i toni esasperati di una guerra civile. Il nostro autore cerca non solo di ricostruire i
fatti, ma di capire le motivazioni, trova anche degli interlocutori che hanno vissuto quel periodo. Il libro segue
questa sua ricerca, raccogliendo testimonianze e ricordi di un passato certo lontano, ma anche oggi è lampante
che allora ci furono troppe omissioni e complicazioni.
In sostanza sembrerebbe che nessuno voglia sapere la verità, ma esiste poi una verità ? Fabio Mongardi riesce
a trovare un anziano signore, un ex-professore, che sa tutto di quella storia e gli consegna un vasto materiale.
L’uomo, travagliato dalle sue vicende personali, si era ritirato in solitudine in una zona vicino Ferrara bonifi-
cata dopo la guerra , casualmente in una grossa buca aveva trovato dei resti umani di una donna uccisa da
un proiettile, e aveva raccolto anche una medaglietta che era appartenuta alla contessa Beatrice Manzoni. Il
professor Nobili, incuriosito, aveva iniziato una propria inchiesta, contattando vari ex-partigiani e tanti reduci
di quei tempi, sino a scoprire che la donna morta, probabilmente giustiziata,era una giovane appartenente alle
brigate fasciste ma che si era innamorata, ricambiata, di un giovane partigiano.
Benché siano passati tanti anni da quei fatti l’odio tra le opposte ideologie appare ancora alto e le morti, le rap-
presaglie trovano ancora oggi chi le giustifica. Un libro forte, condotto con il ritmo asciutto di una cronaca, molto accurato nel ricostruire i fatti, ma anche teso a evidenziare i sentimenti dei protagonisti, positivi o negativi che siano.
Quel che impreziosce il volume è che a questa crudezza di fondo fa da contraltare l’amore per la Romagna,
per la sua natura, per quei luoghi descritti con grande passione, evidenziando i profumi delicati,il biancheg-
giare della neve, le ombre della sera, i ” rumori del silenzio”. Una Terra dove putroppo si sono succeduti il
bene e il male, il bello e l’orrore. Terra forte dove la natura vede protagonisti gli uomini che non sempre sono buoni.
Il libro si avvale della postfazione di Gian Ruggiero Manzoni. cugino degli scomparsi, che da la sua testimonianza su quei fatti , ma anche questa è una ulteriore riprova di una pacificazione più agognata che
realizzata….
GIUSEPPE PREVITI