“FESTA DI PIAZZA” DI GIAN MAURO COSTA- SELLERIO
19 Dicembre 2012“UN POSTO TRANQUILLO PER NELLY ROSSO” DI ROSA CERRATO- FRATELLI FRILLI EDITORE
20 Dicembre 2012“IL cinema vuol dire….(secondo tempo) cosa è? Un dizionario sul cinema, dice il suo autore, visto un po’ in tutte le sue sfaccettature, ma pensando a tutto quanto ha fatto colpo, moda, impressione nel corso degli anni sul pubblico. “Voce per voce, slang per slang, frase per frase, tutto quello che vi siete chiesti sui film che avete amato e sugli attori che vi stanno accanto…..”.
Così si compie un lungo cammino nel tempo ritrovando figure, capolavori più o meno veri, i c.d. “bidoni”, i film cult, le scene cult, quindi metaforicamente sedetevi in poltrona e buono
spettacolo….
Negli anni settanta il cinema andava di gran moda, fiorivano i cineclub, si pubblicavano molte riviste. Non mancarono i libri e tra gli altri ebbe successo Il cinema vuole dire…..di
Maurizio Porro e Giuseppe Turroni. L’idea era stata di pubblicare una sorta di “dizionario dei luoghi comuni del cinema” in ordine alfabetico dalla lettera a (abbaino era la prima)alla z.
Inoltre venivano riportate una serie di battute-tipo : “Bevi,ti farà bene”. Si voleva celebrare il cinema non soltanto dal punto di vista visivo e narrativo ma anche come capace di lasciare
una impronta, un segnale ricettivo sul suo pubblico.
In poche parole un glossario che Porro e Turroni pubblicarono nel 1979, erano ancora i tempi del cinema classico ma si stava già palesando la nouvelle vague e così i due critici pensarono
di raccogliere tutto quanto “era” cinema, battute, opinioni, nostalgie, spaziando dal cinema d’autore a quello trash.
Questo dizionario di voci, tic, nevrosi, e modi di essere del cinema è un a sorta di sequel della prima edizione. Esce a firma del solo Maurizio Porro, essendo nel frattempo mancato Turroni,
critico del Corriere della sera, come lo stesso Porro. E questi si è voluto cimentare in un aggiornamento di quella lontana esperienza aggiornando la lista dei luoghi comuni ora più che mai presenti in una cinematografia sempre più ripetitiva, sgrammaticata, priva di vera ispirazione. Un testo che fa seguito al primo, ne è il normale proseguimento rispettando sempre l’idea base di mescolare quel che si è visto all’ironia che ne emana.
Intento dell’autore(o degli autori) era quello di dimostrare che il cinema fa tendenza, va oltre la storia narrata, ci lascia un’altra realtà fatta di frasi, movimenti, abiti, oggetti. Certo fare oggi cinema è molto diverso, ora la tecnologia si sta imponendo sulla sceneggiatura, sulla veridicità., sui sentimenti, si punta molto più sull’apparenza.
E anche il libro risente di questi mutamenti. La prima parte è quella uscita ne 1979, parla di cinema classico, di volti cult, è stata lasciata intatta anche dove parlava di divi emergenti poi
nel frattempo divenuti delle celebrità. La seconda parte dell’opera raccoglie scritti sul cinema di oggi e anche su quello di ieri. Infine una terza parte dove si citano film immaginari con
attori “ideali” per quella storia , una specie di cinema “inventato”, un gioco tra realtà e finzione.
Sono passati trent’anni e più dalla prima edizione, questa ci permette non solo un excursus nostalgico nel cinema di allora ma con gli aggiornamenti ci fa vedere cosa è diventato nel frattempo il cinema. I gusti del pubblico, specie quello più attento ai mutamenti generazionali e alle nuove idee espresse sullo schermo, sono assai marcati e innovatori negli anni sessanta. vanno oltre la critica “ufficiale” del tempo. Poi dopo gli anni sessanta prevale il gusto di massa per arrivare alle ultime generazioni dove si afferma il trash, con la rivalutazione che poi sta compiendo in questi anni Quentin Tarantino di un certo cinema da serie B.
Anche Porro segnala questi passaggi, la sua disamina di questa fase cinematografica è abbastanza pungente, si occupa molto del cinema italiano, è assai critic0 verso il cinema alla Moccia.
E non manca un accenno ai pericoli della TV.
GIUSEPPE PREVITI