” IL LUNGO INGANNO” DI LEONARDO GORI E DIVIER NELLI- TEA
14 Agosto 2018” IL PURGATORIO DELL’ANGELO – DI MAURIZIO DE GIOVANNI- EINAUDI
20 Agosto 2018prologo di questa storia risale al 23 agosto 1944 quando una formazione militare tedesca guidata dal maggiore Josef Strauch iniziò
a rastrellare una zona del Padule di Fucecchio distruggendo case, ricoveri ed esseri umani, più di centosettanta le vittime trucidate,per
lo più donne, bambini, anziani.
Sono passati da allora una settantina di anni quando in uno dei vecchi porti del Padule di Fucecchio, falle Morette, viene trovato il corpo
di una prostituta strangolata. Delle indagini se ne erano quindi occupati il commissario Morini e i suoi uomini, e subito si era notata una
stranezza, nella borsa della donna c’erano tremila euro, quindi non era stata ammazzata per rapina.
Ma il commissario non era potuto andare oltre qualche congettura perché il caso gli era stato tolto e passato alla questura di Firenze per
competenze territoriali, così aveva detto il questore a Morini, che vanamente aveva protestato.
Per di più era arrivata una telefonata anonima alla redazione del giornale locale dove veniva rivelato il numero di targa dell’auto su cui era
salita la futura vittima, così si era presto risaliti al proprietario che ben presto era stato incriminato e accusato del delitto, nonostante avesse proclamato la propria innocenza, pur ammettendo di essere stato con la donna.
Morini assisteva impotente e pieno di rabbia perché conosceva l’imputato e non lo riteneva capace di un delitto. Aveva continuato a indagare nell’ombra venendo così a sapere che c’era un uomo disposto a pagare grosse somme per vedere una ragazza appartarsi con il
suo cliente. Né gli tornava che qualcuno avesse telefonato per comunicare il numero di targa, evidentemente lo aveva fatto il vero assassino.
Ma un altro delitto sempre nella stessa zona aveva definitivamente scagionato il primo accusato,e ora la pratica era di nuovo tornata in
mano al commissario e ai suoi uomini.
Con l’aiuto di un suo vecchio amico Morini comincia a esaminare la vicenda sotto un altro aspetto, partendo dal luogo dei delitti, cioé il
Palude di Fucecchio, posto non certo frequentato dalle prostitute, e quindi era evidente un disegno nel volerle portare in quelle zone…
Bruno Ialuna ci ricorda che a ogni persona corrisponde una storia, ma queste storie se non vengono raccontate spariscono.Ma le storie
vanno invece narrate per lasciarne la memoria,e per ricordarci chi siamo stati e farlo sapere agli altri. Guai se non si raccontassero più
storie, nessuno fra qualche anno ci ricorderà più né racconterà le nostre.
Con Il collezionista di ricordi Ialuna non ha la pretesa di voler scrivere, o meglio, di “riscrivere” la storia, ma memore che i trattati, i saggi,
gli stessi diari possono avere vita breve,vanno sempre “rinfrescati”, ecco che dopo aver affrontato il tema degli ebrei di Montecatini, ecco
che vuole ricordare quanto avvenuto nell’agosto del 1944 nel Palude di Fucecchio dove furono trucidati dai nazifascisti tanti innocenti, e
per parlarne sceglie la forma a lui più congeniale, il Giallo, questo perché certi fatti non vengano mai dimenticati.
In un’antologia di qualche anno fa, Pistoia giallo e noir,Ialuna aveva affrontato questo argomento nel racconto “La roulette russa”, ma poi aveva tralasciato l’argomento nonostante avesse raccolto tanto materiale e tante testimonianze. Avvertendo il bisogno di tornarci sopra ecco usare la chiave del racconto giallo per raccontare una storia che sì avviene ai giorni nostri , ma che ci ricorda una scellerata giornata
di oltre mezzo secolo fa, con lo scopo di risvegliare le coscienze di chi ha vissuto o ha saputo di quei tempi ma anche di portarne a conoscenza chi non ne sa niente.
Ma non dimentichiamo che Il collezionista di ricordi è una storia tinta di giallo, protagonista il personaggio seriale di altre storie di
Bruno Ialuna,ovvero il commissario Morini. Come sempre un po’ ruvido, qui si trova dinanzi a un caso abbastanza complicato, c’è un
killer di prostitute, ma ben presto il commissario si accorge che non si trova davanti a un ,maniaco sessuale ma a un qualcuno che uccide
secondo un disegno preciso e che si diverte a sfidare la polizia.
Molto spazio viene dato al colpevole che il lettore conoscerà da subito in vari incisi, pur senza che n e sia rivelata l’identità. Infatti co-protagonista del racconto è l’assassino che ci si rivolge in prima persona e che ci racconta la sua vita, i suoi gusti, c’è un vero e proprio
inno alla…cialda, dolce tipico montecatinese, i suoi vizi, le sue turpitudini, il suo bisogno di uccidere.
E via che svilupperà un vero e proprio duello tra lui e Morini che lo bracca sempre più da vicino, avendo intuito che per identificarlo deve
arrivare a capire cosa lo spinge a uccidere, fino a risalire a un lontano passato che vede collegare i fatti di oggi con quanto allora accaduto
nel Padule.
Ma Morini ha anche una sua vita e Ialuna gli concede ampi spazi al di fuori di quanto riguarda l’indagine, vi è anche un bel cammeo dedicato alla città di Lucca, che considera un po’ la sua seconda casa.
Molti i ritratti di donne, con qualche malinconia è ricordata Emanuela la compagna scomparsa di Morini, ma è bello che tutte, nonostante
che alcune pratichino il mestiere più antico del mondo, vengono tratteggiate con molta delicatezza.
In conclusione un poliziesco che vuol farci venire la voglia di saperne di più su un tragico episodio del nostro passato. Oggi buona parte del
Palude è abbandonato, c’è molto silenzio, ma c’è anche una natura bellissima da scoprire.
Ma questo non deve farci dimenticare cosa è accaduto, anche perché purtroppo sembra, almeno a vedere come va il mondo, che certe cose
continuano a accadere….
GIUSEPPE PREVITI