” TORTO MARCIO” di ALESSANDRO ROBECCHI- Sellerio ed.re
15 Marzo 2017” LA FORMULA DI BRUNELLESCHI” DI GIANFRANCO MICALI – PENDRAGON
22 Marzo 2017Il commissario Soneri si trova ad approf0ndire l’indagine su un omicidio, apparentemente un caso come tanti, ma saranno gli anni che passano, sarà
il clima che si respira nella sua Parma, ma avverte un peso, un senso di amarezza.
E’ stato assassinato un giovane tunisino Hamed, che viveva come una sorta di badante nella casa di un anziano signore, affetto da cecità, e proprio nella
casa di questi verrà ritrovato il suo cadavere. Soneri è costretto a addentrarsi nei meandri ma anche nei misteri della comunità islamica di Parma, città
in grande ebollizione per le lotte tra immigrati e italiani, con una tensione sempre più alta.
Vari gli interrogativi a cui il commissario deve dare risposta, anzitutto la tensione razziale, poi il radicalismo religioso,le interferenze politiche, i movimenti
anti-immigrati. Ma non può trascurare i risvolti criminali con il traffico e il mercato della droga: chi lo controlla ? E quali sono in questo caso i rapporti fra
le varie comunità ?
Quel che però impressionae impaurisce è l’odio, un odio che scava solchi sempre più profondi e mina le credenze e gli usi della città.
Valerio Varesi con Il commissario Soneri e la legge del Corano confeziona un eccellente noir, ma questa non è certo una novità, ma si serve della letteratura
di genere per affrontare uno degli argomenti più dibattuti e controversi di questi tempi, ovvero il rapporto nelle città italiane tra i residenti e le orde di rifu-
giati che vi stanno arrivando. Questioni etniche, fondamentalismo religioso, razzismo sempre più radicato e di facile proselitismo. Questi i temi che l’autore
sviluppa prendendo a modello la sua Parma con Soneri che si trova davanti a un caso sempre più intricato.
Nella vita Soneri è sempre il solito buongustaio, va avanti il suo rapporto con Angela pur se questa lo tormenta con le continue richieste di mettersi a dieta,
ma ben presto i problemi di Soneri saranno ben altri. L’indagine lo porta a indagare all’interno della comunità islamica di Parma, ma anche all’interno dei§
gruppi che sorgono sempre più numerosi per surrogare se non…sostituirel’opera della polizia.
Ma è anche difficile capire cosa ci sia realmente dietro l’omicidio del giovane tunisino, ovvero tutti si concentrano sugli odi feroci che avvelenano l’aria par-
mense, ma ci si potrebbe anche trovare davanti a episodi di pura criminalità legati al mercato della droga.
Certamente questa atmosfera che si respira sembra alla base di tutto e minaccia di sconvolgere la vita della città, e questo anche nelle mente di uno abitua-
to a ragionare come Soneri non può che provocare sconcerto, ansia, necessità di capire.
Un noir di casa nostra che Varesi modernizza nei commenti e nei tempi, arrivando così all’età degli odi etnici e religiosi, del degradi politico e economico, ma anche ai tempi di una criminalità che non conosce confini. Temi certamente non nuovi ma il nostro autore costruisce una storia di vita ordinaria, quotidiana,
in cui tutti questi entrano di diritto. Non si inventa niente, sono fatti che appartengono alla realtà quotidiana di tutti i giorni.
Del resto in tempi più lontani Scerbanenco, in tempi pù vicini Roversi, De Marco, De Cataldo, Bonini e altri ancora sono entrati nella realtà criminosa delle
grandi metropoli, tipo Milano e Roma e ne hanno “cantato” problemi e protagonisti della criminalità sorgente e imperante.
Varesi non abbandona la sua Parma, quasi con nostalgia le glorie ambientali e gastronomiche del centro storico, ma quella nebbia che sembra gravare di
continuo sulla città e i suoi dintorni per buona parte del libro potrebbe anche essere la metafora del cambiamento che parte nascosto (ecco la nebbia….)
parte visibile invade e cambia la città. Nuove culture, spesso indecifrabili, scontri fra queste civiltà, sfruttamento altrettanto criminale di queste diversità,
criminalità senza remore, tutto fa parte di questo poliziesco che ti fa riflettere.
Importante è il lavoro che Varesi fa sul suo commissario, un uomo comune con i suoi problemi, le sue attese, le sue speranze, le sue delusioni. Delusioni
legate alla visione di una città un tempo all’avanguardia e che adesso a definirla mediocre è già tanto. Soneri è deluso, si aspettava molto di più, oltre
tutto le mancate aspettative alimentano il malcontento e portano a una società sempre più turbolenta vogliosa di farsi giustizia da sè. D’altra parte, lo
dice lui stesso, lui è un poliziotto di provincia e di più non può fare. Ma rivendica la sua appartenenza a Parma, capitale mondiale della gastronomia, e
quindi anche lui non può che essere un amanta della buona tavola, almeno questo, sembra dire, lasciatamelo !
Certamente coinvolge più che mai la figura di questo poliziotto costretto a restare nei ranghi, in quanto in provincia sei lontano dai centri del potere poli-
tico che fa le carriere. Ma lui è ancora più deluso dell’involuzione della sua città, ormai lontana dalle sue origini civili e sociali. Per il resto Varesi conferma
la sua attitudine a usare il noir per scrivere trame in cui il contenuto sociale e l’insegnamento morale non vengono mai meno, del resto è una forma di
scrittura molto adatta a raccontare l’oggi. Ma non dimentica mai la parte più “gialla”del racconto, dove il delitto riprende il sopravvento. Ma questo romanzo
va al di là delle semplici considerazioni sul bene e sul male anche perchè ci sbatte contro tutte le nostre contraddizioni, tutti i nostri problemi di convivenza
civile. E’ difficile alla fine individuare i buoni e i cattivi, ci saranno pure, ma qui assistiamo allo scontro delle civiltà, anzi le parti peggiori di esse e non èp
facile capire le origini di tutto questo.
Così abbiamo gli integralisti islamici, i perbenisti cattolici, poi tante altre persone, chi tira a campare, chi si impegna e allora entra nelle ronde, che però
sembrano mosse più da credi ideologici che non dall’impegno di salvaguardare delle persone. In compenso latita lo Stato, ci sono Soneri e qualche suo
collega, qualche giudice, per combattere questa nuova onda di criminalità e di sovvertimento non molto. E’ vero anche che qui più che un colpevole vanno
cercate le categorie, i gruppi, i movimenti, sono loro i protagonisti del conflitto.
Romanzo anche storico anche perché storico non vuol dire antichità, romanzo filosofico perché è una filosofia di vita che si vuol costruire proprio prendendo
a base questi anni di politica italiana.
Il romanzo è una lunga cronaca critica dei problemi di questo Paese, di come vengono vissuti, di come era, di come è e di come sarà la nostra società. Il
tutto narrato con una prosa anche raffinata e pure concettosa, chi ha detto che le cose concettose non si possono raccontare ? Basta trovare la formula
giusta…..
GIUSEPPE PREVITI