” LA CLINICA “RIPOSO&PACE” – Commedia nera n.2- SELLERIO
4 Giugno 2018” IL METODO DI MAIGRET” -E ALTRI SCRITTI SUL GIALLO – di LEONARDO SCIASCIA-ADELPHI
7 Giugno 2018Bari, notte di San Nicola,6 dicembre: in una piccola casa del centro storico viene trovato il corpo orrendamente mutilato di una ragazza
poco più che ventenne.Un corpo squarciato da varie coltellate, attorno presenze di bambini: giocattoli biberon, vestitini. Ma dei due
bambini, figli della vittima, non c’è traccia. Arriva la polizia ma subito l’attenzione se la prende l’ispettore Genni Esposito, un tipo strano,
ma che da subito dimostrazione di grande efficienza, nell’esaminare la scena del crimine, e riuscirà anche a trovare i bambini nascosti in
una cassapanca, da cui, almeno Jenny la più grande, hanno assistito alla morte della madre. L’indagine si svolgerà entro il mese di dicembre in una terra di Puglia insolitamente fredda, addirittura arriverà la neve. Una storia violenta, dove il male si annida in tutti i
protagonisti. Genni è alle prese con i suoi incubi di una infanzia lontana, di una vita professionale fatta di pochi rapporti e raramente felici,
di una sofferenza fisica dovuta a una recente ferita riportata in servizio, ma è tollerato perché è un buon poliziotto. Ora deve affrontare
nuove storie di soprusi su bambini, il che gli ricorda la sua infanzia. E proprio per non deludere la piccola Jenny e per dare un senso anche
alla sua infanzia non si darà pace finché non riuscirà a chiudere il caso come aveva promesso alla piccola.
Nella freddissima Bari dell’anno 2o13 ritroviamo l’ispettore capo Genni Esposito, sempre più trascurato nel vestire, negato ai rapporti umani, vive in una sorta di autoisolamento in un appartamento dove il gran freddo di un inverno gelido si fa sentire e un lettuccio in
questura. Ha avuto una infanzia difficile, nato e cresciuto a Napoli prima in un campo di zingari, poi abbandonato dai suoi in un istituto,
dove ha avuto la buona sorte di essere affidato a Don Mimì, un prete di strada, e a Adelina, ma loro ormai sono morti. Per lui non c’è più
un legame duraturo, si sente fuori posto ovunque, lui è pur sempre un bell’uomo ma non è neppure fortunato nei rapporti con le donne.
E’durata poco la relazione con Sara, una sua collega, ora si becchettano in continuazione, né sembra avere grandi sbocchi la relazione
con Milly, una bellissima prostituta di colore, pur se il loro è un rapporto ormai consolidato, che va oltre il sesso.
Altre donne sono entrate nella sua vita ma tutto sembra ormai senza sbocco.
Una notte, quella di San Nicola,lui e i suoi uomini sono chiamati in un appartamento della città vecchia dove Ketty, una giovane prostituta,
è stata barbaramente assassinata, ma la scena del delitto presenta un quadro di difficile composizione, sembra quasi che più persone si§
siano accaniti sul corpo della vittima. In casa, nascosti in una cassapanca, Gerri ritrova i figlioletti della vitima, e tra l’ispettore e la piccola
Jennifer si registra un singolare caso di grande empatia, e la bambina, 5 anni, gli confida che è stato il padre a uccidere la madre, facendosi
promettere che non li avrebbe mai fatti consegnare a lui e , anzi, che l’avrebbe ucciso.
La storia è fitta di personaggi, si incrociano i membri delle famiglie dell’uccisa e del suo assassino, poi c’è il vicequestore Marinetti, capo di
Genni e da sempre suo grande protettore. E ancora un antipatico pm, capitato qui da Milano, e tanti altri personaggi.
Giorgia Lepore si sta rivelando sempre più una certezza nel ramo del noir all’italiana, Con questo personaggio tormentato che è Genni, un
tipo forse più attaccato al passato che al presente, con tanti ricordi della sua infanzia, prima in un campo nomadi, poi in un istituto che
ssrà poi la sua famiglia. Ora l’aver dovuto entrare in contatto con dei piccolini, Jennifer e Kevin, se da una parte lo spaventa, dall’altra gli
rammenta quel che di buono c’è stato nella sua infanzia, e gli permetterà di entrare in sintonia con la bambina e di intendersi con lei alla
perfezione, ottenendo la sua fiducia. Genni ha avuto una vita difficile, poco tempo prima è rimasto gravemente ferito in uno scontro a
fuoco, ora cerca di superare tutto gettandosi nel lavoro, ma intanto la sua vita trascorre tra sogni, flash back, immagini.
E’ una storia questa dove abbondano i personaggi, ma certo è Genni quello che calamita la maggiore attenzione. Anche perché l’autrice
è abile nel circondarlo sempre di un’aurea di chiaro-scuro, non sempre si capiscono le sue reazioni, ci sono momenti negativi che del
allignano in ciascuno di noi.
Certamente l’infanzia lo ha segnato molto, i suoi comportamenti, apparentemente bizzarri e difficil
mente catalogabili, sembrano gli attegiamenti dovuti a cose vissute quando era piccolo, ma cose che gli sembra far fatica a ricordare,Da qui più che la mania la necessità di fissare tutto su carta, prende continuamente appunti, disegna simboli, oggetti, lettere che poi collega tra loro, per capirne iposLepore legami.
E tutto il libro segue questa impostazione. La Lepore usa per lo più la terza persona ma praticamente è sempre Genni a raccontare via
via quel che avviene.
Il titolo del libro è legato a un vecchio proverbi0 arabo “Le nuvole sono una promossa Il compimento è la pioggia”. Ma l’autrice aggiunge
che questo libro trova la sua prima ragione di vivere in un antico libro di Friedrich Durrenmatt La promessa, un bellissimo testo che affronta il problema della “promessa” a volte difficile da mantenere, E un altro motivo ispiratore del romanzo è la canzone Solo mia di
Vinicio Capossela. Molti dei versi della canzone li troviamo a chiusura dei capitoli in cui è diviso il libro, e che corrispondono a ogni fase
dell’indagine.
Il tema della “promessa” è certamente uno dei punti fermio della narrazione. Una promessa è un impegno che prendiamo verso altri ma
anche con noi stessi. La scrittrice ci fa pensare anche alla giustizia che alla fine potremmo assimilare a un impegno di fare chiarezza, di fare sì che un crimine non resti impunito, insomma una ulteriore promessa.
Gina Lepore questa promessa la fa pronunciare da un ispettore che sta cercando di risolvere un caso di omicidio particolarmente difficile,
facendosi anche coinvolgere dai propri casi personali, ripensando ai suoi difficili rapporti con le donne, alle sue attuali condizioni fisiche.
Ma nello svolgersi della vicenda gli si para davanti una bimbetta terrorizzata che però si fida subito di lui e a lui scappa di farle una pro-
messa.Si sente rinato, sente che c’è qualcuno che ha fiducia in lui E allora deve assolutamente adempiere a questa promessa, è l’unico
dono che le può fare per riattaccarla alla vita. Ma, e qui viene bene il paragone con Durenmatt,, se ogni promessa è un debito anche il
mantenerla gli lascerà dentro un amaro sapore di cosa compiuta ma chissà se nella maniera giusta.
Un bel romanzo, scritto in maniera fortemente partecipata, da leggere con impegno perché non da respiro, un viaggio difficile e di poche
speranze nell’animo dei personaggi, con il parallelo tra Genni e Jennifer, lui per capirla deve tornare bambino, e non è facile riaprire le
ferite di un passato che lo ha fatto soffrire tanto.
GIUSEPPE PREVITI