” IL TESTAMENTO” DI ROSSANA GIORGI CONSORTI- GARFAGNANA EDITRICE
9 Luglio 2015” IL CONSOLE” DI MARCO VICHI-GUANDA EDITORE
14 Luglio 2015Roma sta vivendo tempi difficili sotto l’imperatore Nerone, la città è stata incendiata e tutti pensano sia stato l’imperatore, anche se questi ha riversato la colpa sui cristiani.
Proprio in quei tempi, un uomo ormai anziano, console sotto Tiberio e governatore in Samaria per ritornare poi a Roma, decide di scrivere una lettera alla sorella Drusilla
che vive da temop in Britannia. Le racconta un incontro avvenuto trent’anni prima quando aveva raggiunto a Capri l’imperatore Tiberio e aveva conosciuto una schiava, Lena,
arrivata dalla Giudea, la terra che aveva dato i natali a >Gesù. La schiava gli era stata offerta per passare con lei la notte nella sua tenda. Ma sarà una notte straordinaria, che
darà una svolta ai suoi pensieri e rimarrà per sempre impressa nella sua memoria. Tant’è che adesso, pur a distanza di tanti anni, sente il bisogno di rivelare tutto alla sorella
perché lui ritiene che il suo destino sia indissolubilmente legato a quella notte. Ma non è che lui abbia subito una malia d’amore. non è il ricordo fisico di quella pur bellissima
donna,è invece il ricordo di quello che lei gli ha detto. Ella, che era una prostituta e quindi una grande peccatrice, incontrò Cristo, rimanendone sconvolta e affascinata, e la
lezione di amore che le lasciò Gesù vale per qualsiasi uomo o donna. Il vecchio console sente di aver fatto parte di un mondo che non esiste più, o almeno a breve non esisterà
piu. E lui, lei, ne sono stati testimoni, più o meno consapevoli.
Il console è un romanzo storico in cui un uomo, ormai prossimo alla fine, scrive alla sorella per svelarle un suo lontano segreto. Prima traccia una breve storia e un bilancio della
sua vita di soldato al servizio dell’imperatore. Dopo tre anni da console era stato nominato governatore della Samaria, una terra assai difficile, dove lui si era comunque regolato
secondo il principio di non soffocare mai la dignità di un popolo. Roma aveva mantenuto questo impero immenso perché aveva lasciato ai popoli conquistati una certa autonomia, rispettandone usanze e costumi, per non farli sentire unicamente degli schiavi. Il nostro console ogni tre o quattro anni rientrava a Roma per conferire con l’impera-
tore, sentendo comunque sempre Roma come il centro e il cuore dell’impero, da cui attingere nuova forza, proprio per il rispetto che l’Urbe infondeva in tutti loro.
Questa volta l’appuntamento è a Capri dove Tiberio ormai ha trasferito la corte. E qui oltre che l’imperatore vedrà Lena, una schiava giudea, il loro incontro segnerà per sempre
la sua vita.
Una notte straordinara non per quello che…non avviene tra i due quanto per quello che si diranno e per quella ” verità” che lui apprenderà.
Lena e Gesù, un incontro altrettanto straordinario, lei la peccatrice che nella comprensione di Cristo trova la sua redenzione e la possibilità di trasmettere questa verità agli altri.
Marco Vichi ci porta in un mondo lontano, in un periodo che si può considerare di transizione, un passaggio epocale in cui l’autore vede tanti punti di contatto con i giorni nostri,anche questi abbastanza di transizione.
L’anziano console della sua lunga vita conserva questo ricordo legato al nome di Gesù. Nome che deve abbinare a quello della schiava arrivata dalla Giudea dopo una vita assai
dissoluta, toccata però dll’incontro con Cristo. Un incontro che l’aveva sconvolta,affascinata a un tempo, ma che le aveva anche fatto capire che stava per iniziare una nuova
era, e il racconto delle parole che le aveva rivolto Cristo convince anche il Console.
Marco Vichi usa questo personaggio del Console per raccontare quanto avvenne allora nel mondo, ma alla fin fine tutto quanto avviene ha un passato e avrà un futuro, come Gesù è sceso in terra per salvare il mondo delle colpe del passato e questo servirà a predisporre il futuro. Lena e il onsole hanno vissuto un’era che ormai si avvia alla conclu-
sione e loro l’hanno vissuta e tradotto a noi ricordo e significato. Non ci sono limiti termporali in quel che si tramanda e allora il parallelo con i giorni nostri è meno ipootetico
di quel che può sembrare…
Vichi ha scelto un personaggio, per esprimere tutto questo, glielo fa fare in prima persona e sotto forma di una lunga lettera in cui parla della sua vita e della morale che se ne può trarre.
Vichi è un autore molto versatikle, del resto è lui il primo a rifiutare etichettature o appartenenze a ” generi”, lo stesso Bordelli, commissario fiorentino protagonista dei suoi
gialli, è personaggio complesso e spesso cangiante, al di la dello stereotipo delle indagini, e così pure lo sono le storie che attraverso di lui ci vengono raccontate. Ma il nostro
autore, ripetiamo ama spaziare, ha scritto romanzi d’amore,noir, di attualità, ha descritto Firenze nelle sue strade, nelle sue piazze, nelle sue chiese. Si è cimentato nel romanzo
storico con quel gioellino che era Il Brigante, adesso con Il Console torniamo all’antica Roma. Ma in questa storia troviamo temi e personaggi diversi, con due grandi protagonisti,il console e la schiava. Il primo ci porta a Roma e alle vicende di un Impero ormai decadente, l’altra al più grande avvenimento del mondo, la venuta sulla terra del
Redentore.
Molto potente e incisiva la figura dell’ex governatore della Samaria,un uomo che ha conosciuto il potere ma non la felicità, adesso nelle notti sempre più insonni rivede il suo
passato, tanti i ricordi, i personaggi che gli si affacciano alla mente, rivede cose belle e cose brutte. Un uomo la cui vita era legata al comando, un’arte in cui sapeva farsi rispet-
tare, in quanto aveva capito che il potere in sè è debole se non è esercitato con regole chiare, stabili, uguali per tutti, chi comanda e chi deve eseguire. Ma i tempi passano,
anche a Roma tutto sta cambiando, mentre l’uomo scrive alla sorella al potere c’è Nerone e l’aria di decadenza e di dissoluzione è sempre più viva,
E quindi in poche pagine si riussume la vita di un uomo che ha conosciuto e esercitato il potere, ma che ha compreso i limiti e ha intuito la fine.
Di fronte a lui la bellissima schiava che viene dalla Giudea, ma il loro non sarà un rapporto fisico, piuttosto un rapporto che grazie alle parole di Lena che gli parla di Gesù e
di quellio che le ha lasciato nell’animo rivela a lui tutto un altro mondo.
E qui ci addentriamo in un racconto che sembra tratto dai Vangeli, il Cristo e la Prostitura, questa colpita dal linguaggio semplive di chi si dice amico dei poveri, dei perduti, degli
ingannati, dei derelitti e queste parole daranno coraggio e speranza alla ragazza. Un altro passo bellissmo è quando la ragazza incontra Gesù appena risorto, lei crede che lui sia
fuggito, ma lui le confessa che è morto e poi risorto,Lei non gli crede, lui le farà toccare le ferite, e le dirà che se ne andrà per sempre ma sarà sempre con lei. E questo è quello
che conta , Egli è con lei, e la donna non ha più paura di essere presa, vilipesa, venduta, offesa, può essere l’ultima sulla terra ma è la prima agli occhi di Dio.
E queste rivelazioni colpiscono profondamente il console, che capisce che grandi sconvolgimenti etici e morali sono alle porte.
Un libro denso di significati, una grande metafora sulla dissoluzione de4lla specie umana, inteso in primis come l’Impero romano, ma adattabile a qualsiasi epoca, sempre ci
saranno nuovi tempi e nuove figure.
GIUSEPPE PREVITI