” IL TRILLO DEL DIAVOLO ” di BUTTIERO&MOLTENI – DE FERRARI EDITORE
19 Giugno 2013” CAPODANNO IN GIALLO”- SELLERIO EDITORE
24 Giugno 2013Un killer spietato, Daniele De Robertis, detto ” Genius “, è in carcere ma sogna disperatamente di uscire. Troppi i conti in sospeso che ha con l’esterno, deve
vendicare la morte del fratello gemello Leonardo, deve portare a termine la sfida contro un nemico potente come sir George Holley, la sua vita è ormai basata
su un odio freddo e lucido verso il mondo esterno, il suo motto è …uccidere.
Attento com’è sa di dover sfruttare ogni possibilità, anche la minima, che gli può offrire la vita nel penitenziario e così riuscendo a salvare dalla morte il figliolo
di un boss mafioso ha l’occasione per evadere.
Poi la scena si sposta su Firenze e sul commissario Ferrara alle prese con il brutale assassinio in un borgo delle campagne fiorentine di un noto avvocato fiorentino
e di sua moglie. La procura vorrebbe far passare il fatto come una rapina degenerata in omicidio da parte di una banda dell’Est, ma l’intuito dice a Ferrara che ci devono
essere altre motivazioni.
Intanto il ritrovamento nella villa di una serie di foto agghiaccianti scattate mentre delle donne vengono uccise apre ulteriori inquietanti interrogativi. Ancora una volta
il male oscuro che si annida nella Città sembra tornare a galla, si riparla di messe sataniche e sacrifici umani.
Mentre le energie di Ferrara e dei suoi uomini sono tutte caratterizzate su questo nuovo attacco alla città, personaggi potenti vogliono insabbiare l’indagine, si torna a
parlare della misteriosa setta della Rosa nera. E non mancheranno le implicazioni internazionali.
Torna in libreria il commissario Ferrara, creatore Michele Giuttari che ancora una volta con la mano sicura del grande narratore, ma anche con la conoscenza diretta
di chi certe cose le ha vissute in prima persona, fa centro con una storia inquietante, che ci vuole mostrare – come di il titolo- ” Il cuore oscuro di Firenze “.
Una storia dove il confine tra realtà e finzione sembra sempre più labile con le verità inconfessabili della grande città, le paure di chi vi vive, tutte situazioni che non
sono solamente…cartacee. Basta del resto leggere la cronaca cittadina per vedere che violenze, stupri, pedofilia, riti esoterici, droga, prostituzione la fanno da padrone.
Protagonista della prima parte del romanzo è un serial killer freddo e spietato che Ferrara e i suoi uomini hanno sbattuto in prigione. Ma a modo suo questo assassino è
mosso da profonde motivazioni personali, certi traumi del passato gli riaffiorano nella mente, traumi che lo hanno portato a vendicarsi, ecco perché si è trasformato in
un freddo assassino, ecco perché non si vuole arrendere alla vita del carcere. E appena gli sarà possibile fuggirà dal penitenziario e tornerà a regolare i conti che ha in
sospeso.
La sua fuga introduce nel racconto il commissario Ferrara e la sua squadra, subito impegnati nella caccia al pericoloso fuggitivo. Ma la svolta vera della storia si registra
al momento del barbaro omicidio di un professionista e di sua moglie.
Il Male non sembra voler abbandonare Firenze, oltre tutto perché c’è chi vuole ostacolare o addirittura impedire le indagini del commissario e dei suoi collaboratori.
Ma il nostro non è certo il tipo che si arrende e così l’indagine va avanti portando alla luce perversioni e segreti che riguardano personaggi apparentemente intoccabili.
Tutte le volte che leggiamo un romanzo di Michele Giuttari sorge sempre la domanda su quanto la storia abbia di reale e quanto di fantasia, ma ancora più pressante è
forse l’interrogativo di quanto di Giuttari vi sia in Michele Ferrara e viceversa. La simbiosi tra i due sembra ormai perfetta, siamo del resto alla sesta avventura dal
lontano 2004 con cadenze più o meno ravvicinate. Ferrara (e Giuttari) compaiono ormai regolarmente in libreria e questo significa che, a parte l’ovvio sucesso edito-
riale e di pubblico, si è ormai creata una capacità di costruire storie mozzafiato e assai intense, che ormai vivono di una vita propria, indipendentemente dal
passato professionale dell’autore. Ma, e lo vogliamo ribadire ancora una volta,Michele Ferrara ha ormai un suo ruolo, una sua personalità come tanti altri suoi colleghi
di carta….
Ancora una volta Giuttari rivela il suo rapporto con una città, Firenze, che ama profondamente ma che nel contempo sa anche >”interpretare” nei recessi più profon di.§
C’è a tal proposito una descrizione della città che definisce ” …Bella splendente. Ricca di storia, fantasie e leggende . Ma quello che appassiona i turisti era soltanto uno
dei suoi mille volti. Non era il Male….”
Il Male, profondo, oscuro, destabilizzante che si annida nella città è sempre l’obbiettivo da sconfiggere che si prefigge Giuttari. Lui l’ha combattuto come poliziotto,
ora fa proseguire questa battaglia al suo alter ego, e questo conferma, se ve ne fosse bisogno, l’affetto dello scrittore verso quella che ormai è la sua città di adozione.
Ma quello che colpisce è anche l’amarezza, la frustrazione che traspare nel personaggio Ferrara e che evidentemente è ancora ben viva nel suo…alter ego Michele
Giuttari. Il lettore via via che si annida nella lettura del romanzo avverte l’impotenza di un capace e fedele servitore dello stato di fronte ai poteri forti e occulti nazionali
e internazionali. Quel che è più grave sembrano ammonirci è che certe situazioni non avvengono solo nei libri….
Il cuore oscuro di Firenze è condotto con mano ferma, la tensione è sempre alta e al punto giusto, vorremmo sottolineare due interessanti novità. Intanto, e questo
dà maggior respiro al racconto stesso,non tutta la vicenda è incentrata sul solo Michele Ferrara. Le prime settanta pagine del libro sono imperniate su un personaggio
duro e spietato, Daniele De Robertis, un vero genio del male (non per nulla detto “Genius ” ), un personaggio forte, con un suo fascino, che sa catalizzare l’ attenzione
del lettore. Giuttari, in verità, ha sempre contornato il suo Ferrara di tanti altri personaggi, ma il rilievo che qui è dato a Genius ne fa quasi un co-protagonista. Ho detto
” quasi” perché poi lo perdiamo un po’ di vista, pur se si rivelerà determinante nell’approccio alla verità.
Altro elemento da evidenziare è la brevità dei vari capitoli, ben 111 con un prologo e un epilogo, il che contribuisce a un volume sì corposo ma molto agile nella
stesura e quindi nella lettura.
GIUSEPPE PREVITI