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James Bond. Era un personaggio creato dallo scrittore inglese Ian Fleming, una lunga esperienza nei Servizi segreti di Sua Maestà, quindi un autore adatto al
genere e infatti James Bond sarà protagonista di vari romanzi, a partire dal 1958 con Casino Royale. R.Broccoli e Harry Saltzman furono i fortunati produttori,
non scelsero però il romanzo di esordio ma preferirono Licenza di uccidere, nel titolo della pellicola fu anteposto 007. Costato un milione di dollari, ne incassa
molti ma molti di più, ancora oggi è al quarto posto nella graduatoria dei film su James Bond.
Sean Connery era un giovane attore scozzese, non particolarmente conosciuto, si era pensato a nomi più altisonanti quali Cary Grant, David Niven, Roger
Moore che poi subentrerà nella parte in un momento successivo. A parte le solite leggende metropolitane sembra che Connery fu scelto un po’ per l’età
un po’ perché la moglie di Harry Saltzman sembra lo avesse notato in una pellicola di Robert Stevenson Il re dei folletti.
Fatto sta che il connubio Connery/Bond funzionò subito, da quando Sean pronuncia la famosa frase “Il mio nome è Bond, James Bond” che scatta una sorta
d’alchimia che presto si tramuterà in leggenda.Il film poi introdusse quelli che poi diverranno dei marchi di fabbrica veri e propri, il James Bond Theme di
M onty Norman, alla sequenza “gunbarrel” (canna di pistola” di Maurice Binder, che introduce i titoli di testa.
Licenza di uccidere fu un’operazione certamente ben studiata, furono apportate anche delle variazioni al romanzo di Fleming, ad esempio la famosa frase “Il
mio nome è Bond…” Fleming la userà solo in una delle storie successive, Operazione Tuono.
Detto che l’interprete femminile era una splendida Ursula Andress il film colpì perché alla detective story tradizionale univa la spy story, l’avventura, la
sfida ai cattivi, l’introduzione della tecnologia, un certo erotismo e una buona dose di ironia.
GIUSEPPE PREVITI