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26 Dicembre 2014Nel 20o9, nel periodo natalizio, esce nelle sale cinematografiche Sherlock Holmes girato da Guy Ritchie protagonisti Robert Downey jr. e Jude Law,
rispettivamente nei ruoli di Sherlock Holmes e il dottor Watson. Ritorna in versione appositamente studiata per il cinema moderno il più grande in-
vestigatore d’Inghilterra coadiuvato come sempre dal fedele Watson.
Nella pellicola ci sono ovviamente tutte le componenti tipiche delle avventure holmesiane, appunto il dottor Watson che qui ha una fidanzata, la cele-
bre casa di Baker Street, il violino, la pipa, le indagini, Moriarty, e poi naturalmente la Londra co-protagonista, quella del 1891 quando si sta costruendo
Tower Bridge.
Il richiamo dell’occulto e del soprannaturale è assai forte nella Londra di fine Ottocento, intanto vengono uccise delle giovani donne. Holmes fa arrestare
il colpevole Lord Blackwood che verrà giustiziato ma poco dopo…..risorgerà e per Holmes sarà una sfida che lo intrigherà particolarmente.
Guy Ritchie , giustificato da alcuni che vedono un qualcosa di simile in certe pagine del primo Conan Doyle, vede Sherlock Holmes non soltanto come
uomo di grande acume ma anche come uomo che è tutto muscoli e azione. Ne fa anche una figura bohemien, dalla vita un po’ irregolare, magari in mezzo
a qualche scandalo, forse un po’ di polverina bianca, anche sedute di boxe che gli permetteranno di esibirsi in qualche scazzottata.
Scegliendo una visione di Holmes più muscolare Ritchie si affida a un ottimo attore Robert Downey jr. molto istrione, personaggio abbastanza contradditorio
nella sua vita privata e quindi particolarmente adatto a costruire uno Sherlock Holmes fuori dei canoni. E anche Jude Law contraddice con la figura di solito
abbastanza dimessa del dott.Watson, Law è una figura solida, non solo una spalla compiacente e…intellettuale.
Insomma un film che forse ha aspirazioni maggiori di quel che promette, certamente è servito molto a far conoscere a un pubblico ” moderno” Sherlock Holmes
e questo è il lato positivo dell’operazione, ma quanto a fedeltà, che dovrebbe essere però sempre assoluta, alla rappresentazione di un personaggio il film
lascia molto a desiderare e non sono certe mancate le critiche, la memoria di un personaggio, che oltretutto è rimasto impresso nell’immaginario comune
in maniera che va al di là dei romanzi di Conan Doyle, andrebbe sempre rispettata.
Va detto che dopo questo film Ritchie ha girato nel 2011 un secondo episodio, Gioco di ombre., e qui la verosimiglianza è stata assai più rispettata.
GIUSEPPE PREVITI