” MEDUSA” di GIANCARLO DE CATALDO
19 Ottobre 2020” MORTE DI UN CONFIDENTE” DI MASSIMO CARLOTTO
26 Ottobre 2020” Il giaciglio d’acciaio” ,scritto dall’autrice italo-americana Ben Pastor, faceva parte di un’ antologia edita da Sellerio nel 2011, dove gli autori partecipanti pongono i
loro protagonisti (tutti abili investigatori pur non essendo professionalmente dei poliziotti) si trovano ad agire in un ambito dove l’aspetto poliziesco non è prevalente
e molte volte la vicenda ha caratteri più legati alla vita del personaggio.
Chiaramente protagonista de “Il giaciglio d’acciaio” è il personaggio principale dei racconti della Pastor, Martin Bora, un ufficiale della Wermacht protagonista di una serie
di romanzi a sfondo giallo-storico durante la seconda guerra mondiale. In questo racconto Bora sta partecipando all’assedio di Stalingrado, quando siamo alla vigilia di Natale.
Siamo nel 1942, per i tedeschi si sta mettendo male, sono accerchiati, non riceveranno rinforzi. Bora,che nel frattempo è stato promosso maggiore., rivela questo al sergente
Nagel, suo collaboratore. Un minimo di rispetto per il giorno di Natale, poi ricomincia l’aspra atmosfera dell’assedio, cecchini all’opera, violenti assalti, morti e feriti. Bora
scrive alla famiglia, tiene un diario, pensa molto alla sua vita del passato, e per sfuggire all’oppressione di quel bianco manto nevoso lui in contrasto vede colori diversi
riferendo ai versi iniziali di una ballata di Federico Garcia Lorca.. Questa fa parte del “Romance sonambulo(Ballata sonnambula) , un testo litico enarrativo, con una ragazza che aspetta il suo amato, che è un contrabbandiere che fugge alla guardia civile, e lei non vedendolo tornare disperata si uccide. E anche Bora, assediato nella “città d’acciao” ,ov-
vero Stalingrado, pensa a un “giaciglio d’acciaio”dove morire.
Per Italia in Giallo questa settimana è uscito appunto questo racconto di Ben Pastor, che è un po’profetico se pensiamo al clima in cui siamo vivendo in questi tempi di èandemia.
L’ufficiale tedesco è asserragliato con in suoi uomini nella morsa del rigidissimo dicembre russo sotto l’attacco sempre più pressante dell’Armata Rossa.
La serie di Bora ce la farà conoscere in vari romanzi, partendo da Lumen, dove è un tenente, poi via via arriverà al grado di colonnello, cercando sempre di risolvere i vari casi
etici e criminosi che gli si prospettano sui vari fronti della guerra.
Ma ora che è a Stalingrado sembra che tutto sia saltato, resta la lealtà al suo Paese e ai suoi uomini, non certo la fedeltà a chi li ha messi in queste condizioni. Ma in questa storia
Borà dovrà “investigare” per trovare le risorse per salvare se i i suoi uomini, non per trovare un colpevole. Quello c’è già, è chi li ha messi in queste condizioni.
GIUSEPPE PREVITI