“18MILA GIORNI-IL PITONE”DI ANDREA BAJANI
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30 Marzo 2011EZIO D’ERRICO
Tra i più prolifici giallisti italiani degli anni trenta e quaranta vi fu Ezio D’Errico,commediografo,saggista,poeta, autore di testi radiofonici. Ha pubblicato 19 romanzi polizieschi con la Mondadori ed ha avuto anche l’onore di essere l’ultimo autore
pubblicato nel 1942 quando la casa editrice fu costretta a interrompere le pubblicazioni.Il suo eroe di carta era il commissario Emile Richard, capo della squadra mobile della rete di Parigi. “Un vero tipo alla francese, anzi alla parigina, sedentario e benevolo, un pò scettico e un pò brontolone,amante della buona tavola e dell’alcool….”.Un borghese tutto di un pezzo, la semplicità di una esistenza fatta di piccole cose, una carriera brillantissima dovuta alla propria bravura e caparbietà.Nemico dichiarato dei modelli anglo-americani tutto logica e muscoli.Una cultura alquanto lacunosa “Non leggo, non vado a teatro, non so niente!Io sono un poliziotto cocciuto,ignorante e superbo della propria asinità!”
Un grande amore per Parigi in queste libri, una ville lumière assai credibile quella di D’Errico, la capitale ci viene descritta come moderna e frenetica,colta e piena di vita, pur se nel cuore di Richard alberga la Parigi più intima, più nascosta, più
poetica, spesso osservata all’alba quando sta per mettersi in movimento.Il commissario la conosce a menadito e se ne stacca sempre malvolentieri quando le indagini lo portano in giro per la Francia.Un fisico imponente, calvo, rugoso, “simile più a un attore che a un funzionario di polizia”, sempre presente nei luoghi dove è accaduto qualcosa, coadiuvato da una
squadra di giovani e fidati poliziotti che lo adorano. Come per commissario De Vincenzi di De Angelis anche a Richard septta sempre il compito di tirare le fila dell’indagine e di risolvere il caso, anche grazie al loro lavoro.
Ormai si vive in una società sempre più estraniata,nemica,corrotta,violenta. All’indagatore dilettante degli anni Trenta,ricco,raffinato, si sostituisce il poliziotto di professione, un borghese, un antieroe, un individuo semplice, calato nella vita di tutti i giorni.E anche i suoi collaboratori non sono più delle ridicole macchiette o delle semplici “spalle”ma personaggi autentici, con un loro peso e una loro dignità.
Simile invece ai suoi illustri predecessori(Holmes,Dupin,Vance)sarà invece il medico legale che lo affianca, il dottor Milton, un tipo sornione,un pò snob, strafottente,di gran cultura, che ha il pallino delle investigazioni,a cui si avvicina con grande curiuosità. D’Errico proverà anche uno scambio di mansioni tra i due, con Richard in pensione,ma non funzionerà.
Balza all’occhio da quanto detto la vicinanza, l’ “omaggio”a Simenon, da cui Ezio D’Errico trae l’approccio “sociologico-picologico”. Il nostro autore aveva vissuto a lungo a Parigi e con la “saga-Richard”segna molti punti di contatto con la “saga-Maigret”. Due investigatori atipici nel loro procedere, non certo tradizionale.Loro si compenetrano nella vita dei personaggi coinvolti, entrambi amavano “imbeverarsi”dell’ambiente su cui indagavano. Richard non aveva letto Freud ma sapeva entrare nel profondo dell’individuo, era una grande osservatore dei suoi simili. Altri punti in comune con Maigret la buona tavola, lo scrupolo e la tenacia, l’amore per il proprio lavoro.Due antieroi assai lontani dal metodo deduttivo sino allora imperante nella narrativa poliziesca.
Ezio D’Errico sapeva costruire dei gialli ad alto tasso letterario, un giallo che però narrava semplici e dolorose vicende umane sull’esempio dello stesso Simenon, di Kitchin, di Aveline. Spesso i suoi successi sono dovuti non tanto al poliziotto quanto all’uomo Richard che si rivela un comprensivo confessore più che un implacabile giudice.Ha il dono di capire le
persone, di leggervi dentro,di conquistarne la fiducia.
Nel 1942 la Mondadori gli dedicò una specifica collana,non di libri polizieschi ma di narrativa che però non ebbe gran successo.Dopo il 1945 diresse la rivista poliziesca Giallo Crimen dove apparve un suo racconto a puntate protagonista ancora Richard.
(continua)
GIUSEPPE PREVITI