EVIDENTEMENTE NON POSSIAMO FARE A MENO DEL GIALLO SVEDESE O NORDICO IN GENERE….
2 Novembre 2010S.S.VAN DINE E LE VENTI REGOLE DEL ROMANZO POLIZIESCO
18 Novembre 2010In generale oggi si sente parlare molto di giallo italiano, di noir mediterraneo, di giallo svedese, stranamente del giallo o
thriller americano si discute assai poco.Eppure i modelli d’oltreoceano per tantissimo tempo sono quelli che hanno
monopilizzato ogni linea editoriale, i gusti del pubblico dei lettori, tracciato la rotta per tutti coloro che scrivevano libri gialli.
Ancora oggi hanno un loro peso, un loro valore, perchè allora ci colpiscono di più autori di altre provenienze?
La risposta più immediata e forse anche la più esatta è che il giallo d’oltreoceano non ha ormai bisogno di essere….imposto., a differenza di altri sempre al centro di massiccie campagne stampa e promozionali.
Ma ovviamente è anche vero che il mercato è sempre più vasto e globale e quindi è innegabile che la concorrenza
è profonda, del resto qui in Italia per buona parte del Novecento esistevano soltanto i gialli Mondadori, e la maggior
parte degli autori in collana erano americani, per cui era facile e scontato parlare di una schiacciante supremazia di pensiero, se c’era concorrenza per lom più era con gli scrittori di matrice inglese.
Al giorni d’oggi abbiamo il giallo, il noir, il thriller, il mistery e ancora altri sottogeneri. Si può essere abbastanza d’accordo nel riassumere il tutto in una forma di letteratura che vuole dare un brivido, una scossa,eccitando con i suoi misteri.
Colpi di scena, delitti, scambi di identità, passioni, travestimenti, azioni terroristiche, di tutto, di più…. D’altronde il thriller
ha assunto anche risvolti di avventure o lotte di carattere internazionale, vi è stato un lungo filone di spionaggio, questo per dire che il termine “mistero”è abbastanza vago da poter comprendere anche racconti non obbligatoriamente legati
a fatti criminosi, ma magari anche alle lotte tra i vari Paesi, alle cospirazioni, alle azioni di spionaggio.
Negli Stati Uniti l’esplosione del genere avviene con i gialli d’azione legati principalmente alla mitica figura di Raymond
Chandler, un autore che assume quasi una veste di rottura di fronte al “classicismo”degli autori che lo avevano preceduto. Assume valore la storia che si racconta, deve essere forte, avvincente, più fantasiosa ed irreale è ancora meglio, e questo poi senzaeoccuparsi molto della qualità del linguaggio. Il thriller americano dagli anni cinquanta ai giorni nostri si basa sull’intreccio, sul fatto, che deve essere sufficientemente violento, colpire al…mento il lettore, stupirlo,
incidenti caramboleschi, anche magari non necessariamente legati al dipananrsi della vicenda, ma che però servono
a tenere sempre desto l’interesse del lettore, a catturarlo con nuove iniziative. Appunto riandando ai tanti gialli pubblicati
negli anni tra il cinquanta e il settanta, a parte gli autori più consacrati, abbiamo un numero altissmo di scrittori, oggi
pressochè dimenticati, anche il loro linguaggio era abbastanza banale, trasandato. Un linguaggio che molti hanno definito
“sciatto”, non si sa quanto voluto o dovuto a certe esigenze di facile marketing, proprio per le ragioni sopraesposte.
Si può pensare che non era importante conquistare il lettore attraverso il linguaggio, lo stile di scrittura, l’incanto era legato soltanto alla costruzione della storia. Il giallista italiano, ma in generale il giallista europeo, è invece per prima cosa uno scrittore, poi viene il confezionatore di storie, cioè dalle nostre parti il valore per la parola, la scrittura, in sintesi per la letteratura non viene mai meno e contraddistingue l’opera scritta.
Un’altra differenza da segnalare è che il giallo made in Usa non prescinde mai da parsonaggi e intrecci che non siano rigorosamente americani, e qui viene fuori la figura del protagonista o meglio dell’eroe che deve sempre vincere, questo probabilmente è un retaggio delle origini degli Stati Uniti, la legge si afferma con la figura,quasi sempre solitaria, dello “sceriffo” che impone la legge e abbatte i cattivi. Ecco la fioritura di tanti investigatori, forti,indistruttibili,
a somiglianza dell’eroe della cultura americana. In Italia invece c’è sempre stata una grande apertura per quel che
proveniva dagli altri Paesi,, questo è avvenuto in passato con il giallo americano, ma noi siamo stati aperti a tutti, dai francesi agli inglesi, basta pensare oggi alla mania per il noir nordico.
Un ‘altra differenza tra il giallo d’oltreOceano e quello italiano è che i giallisti americani sono molto legati a una ambientazione contemporanea e ad una sfrenata passione per i mezzi tecnologici, il che fa più pensare a dei lavori di fantasy, e sovente nonostante questa contemporaneità si sfocia quasi in soggetti di fantascienza.
Va invece dato atto agli scrittori italiani di avere sempre molto curato il linguaggio e la ricostruzione degli ambienti, ma qiuesto al servizio della ricerca di una verità sui fatti che si svolgono attorno a noi. Non crediamo che il noir abbia avuto
successo perchè ha svolto una funzione sociale, certamente ha raccontato cose e fatti che la stampa o la televisione non hanno sempre avuto il coraggio di dire. Ma l’abilità dei nostri testi è stata nell’aver saputo ricreare la vita corrente di città e provincie, di riprodurre la vita delle nostre periferie, raccontando il crimine e il lato oscuro della provincia italiana.
Difficilmente una impressione del genere la possiamo trarre dalla letteratura americana, più monocorde,meno profonda.
Il personaggio dei gialli italiani ha una importanza rilevante, è ben costruito come l’ambiente che lo circonda, di fronte
a noi abbiamo una figura “umana”con i suoin risvolti psicologici, le sue manie, le sue convinzioni che poi derivano daòlla classe sociale, dalla città, dalla storia personale, dalla generazione in cui ha vissuto.E anche il lavoro di investigazione non può prescindere da questo processo formativo.
Rispetto allo scrittore americano, forse ancor oggi ancorato al Mito del grande paese e quindi abbastanza distaccato dalla vita reale, lo scrittore italiano in genere si posizione in base alle proprie convinzioni politiche, sociali, personali rispetto agli eventi che ha vissuto(guerre, resistenza, brigate rosse, terrorismo)e i personaggi che creano ne rispecchiano tutte queste caratteristiche.
Dove invece la cultura americana da dei punti a quella europea, e italiana in particolare, è nel vastissimo pubblico di lettori che offre, questo richiede anche un’offerta editoriale molto elevata e quindi gli scrittori proliferano.Da noi si
legge poco è un’amara verità, però nonostante questo il mondo degli scrittori è assai vasto. Nel campo del giallo
lo è ancora di più, si dice perchè è più facile farsi pubblicare, su questo ho molti dubbi, occorrerebbe un ulteriore dibattito che esula dall’assunto di partenza.Rimarrei al concetto base è che anzitutto il successo, o quanto la possibilità di essere pubblicati e letti dipende dalle proprie qualità di scrittore, qualsiasi genere letterario si affronti.
Se vogliamo in questo l’America è più penalizzante, un grande scrittore o più genericamente uno scrittore non può mai uscire dal proprio genere, se ti sei affermato nel mistery questa è la tua strada, e nei loro scritti anche i più noti non possono concedersi licenze, debbono restare rigorosamente nel genere senza fantasie di nessun tipo.
Ma se negli Stati Uniti ancora oggi c’è grande facilità di pubblicare e di accedere al pubblico di massa, è anche vero
che tanti scrittori ritengono riduttivo scrivere gialli, in Italia questo non avviene, lo scrittore cerca di scrivere bene, questo è il suo principale imperativo.
Forse abbiamo parlato più di sensazioni che di fatti, il thriller americano ve lo abbiamo mostrato,o meglio, abbiamo tentato di mostrarlo in tante sue facce, era più semplice parle di Connelly,Patterson e altri grandi nomi, ma di questi
si parlerà sempre, è nel suo complesso che il genere di provenienza statunitense ci sembra abbia perso influenza e riteniamo che a qualche interrogativo abbiamo risposto.
GIUSEPPE PREVITI