” FERRAGOSTO IN GIALLO”-Camilleri, Costa, Gimenez-Bartlett, Malvaldi,Manzini, Recami- Sellerio editore
7 Agosto 2013” PISTA NERA” DI ANTONIO MANZINI- SELLERIO EDITORE
21 Agosto 2013UN padre famoso come regista, Steno, come del resto il fratello Carlo, lui Enrico Vanzina fa invece lo sceneggiatore, ha firmato più
di cento film, ma ha scritto anche per il teatro, ha pubblicato romanzi di vario genere, ora esordisce nel giallo, con Il gigante sfregiato
( Le indagini del detective Mariani).
Protagonista di questa storia è Max Mariani che da tempo ha abbandonato la professione forense e quindi la vita nei quartieri alti,
una bella casa e una auto di lusso. Ora si è ridotto a fare l’investigatore privato vivendo per lo più di espedienti, bevendo a go go e
prediligendo facili avventure con donnine a pagamento. Eppure viene considerato un ottimo detective.
Gli chiede aiuto un ex-rugbista, una sorta di gigante buono, tale Sandrone, che ha la caratteristica di essere sfregiato. Lo ingaggia perché
gli dice che c’è una donna spietata che ha tentato di ucciderlo due volte e quindi va assolutamente trovata.
Ma ancora più sorprendente è che proprio “quella donna” si presenti a Mariani chiedendogli a sua volta di rintracciare Sandrone e dandogli
un alto compenso.
Per l’investigatore inizierà una storia mozzafiato e ricca di colpi di scena.
Con uno stile narrativo a metà tra la commedia agrodolce e le tinte più forti del giallo classico Vanzina ci porta a…passeggio per una Roma
ora fastosa e elegante, ora alle prese con i problemi del suo centro degradato e delle sue periferie, con i vecchi quartieri pieni di immigrati.
Una Roma spesso al di fuori dei consueti cliché, vi si muovono tanti personaggi, poliziotti dalla scorza dura, ragazze perdute, artisti in
perenne bolletta, gangster e guardie del corpo senza scrupoli, e c’è pure una vecchia zia (del protagonista n.d.r.) danarosa e comprensiva.
Vanzina azzecca la figura del protagonista, il detective Mariani che ci fa ricordare un Humphrey Bogart di antica memoria o tra i nostri
moderni attori un Valerio Mastrandea o un Marco Giallini. Ama la vodka, le donne le preferisce a pagamento, possiede una vecchia
Porsche, ma ama prtofondamente questo strano mestiere che si è scelto (o vi si è imbattuto ?…) e al di là dell’aria sempre disincantata
e cinica si batte come un leone, e non si tira mai indietro. Un Max arrogante e sicuro di sé ma sempre disposto a sacrificarsi per la causa.
La storia è… multietnica, ma del resto oggi è questa la vita delle città, anche la malavita si è globalizzata.
Tanti i cadaveri da un cinese impiccato a uno slavo decapitato e poi varie donne, Fatma la bellissima marocchina, Olga la slava fatale,
Song Li la ragazza cinese. E ancora la mafia di ogni nazionalità che si batte per il controllo del mercato dell’oppio, della droga della
prostituzione.
Altro protagonista della storia è Sandrone, un bestione ex-rugbista, che fa più danni che una carica di cento bufali impazziti. Non è
mai sincero con Max,l ma questi continua ad aiutarlo perché intravede in lui un uomo buono.
Enrico Vanzina è assai abile nel ripercorrere i canoni classici della letteratura gialla, vedi l’ufficio del detective squallido, spoglio e
polveroso, vedi l’apparizione di una femmina spettacolare così presentata: “”pareva di quelle donne che passano metà della vita
a truccarsi e l’altra metà a struccarsi….”.
Mariani resta come affascinato da queste due visite, capisce subito che certe coincidenze sono sospette, ma del resto è tipico della
società di oggi fare il doppio gioco e quindi decide di andare avanti. E così dovrà districarsi tra morti ammazzati, finti suicidi, cadaveri
e viventi da far scomparire, protettori slavi, spacciatori d’oppio cinesi, boss della droga venezuelana. Il tutto in una Roma abbastanza
plumbea, siamo ai primi freddi, ma lui non si fa contaminare, ricorrendo spesso all’aiuto di un vecchio poliziotto, suo grande amico,
che ancora sogna il grande colpo per fare carriera.
Quello di Mariani e dei suoi committenti è una sorta di viaggio all’inferno da una periferia squallida dove però trovi gente dal cuore
d’oro a loquaci portinaie di palazzi declassati ove ora trovi di tutto,prostitute e massaggiatrici ma dove anche, altro omaggio al
giallo classico, non mancano sapori e odori di cibo.
Mariani vorrebbe vivere alla grande, pur se poi si contenta di poco, quando è in difficoltà economiche chiede soccorso alla zia, una
tipa che da giovane ha corso la cavallina e fatto i suoi comodi e quindi capisce questo nipote un po’ scapestrato….
Vanzina ha scritto un bel romanzo, esperto come era di commedia all’italiana non avevamo dubbi, ma ha saputo anche far combinare
bene le atmosfere del giallo con quelle appunto della vita di tutti i giorni. Colpisce assai questa immagine di una Roma dei nostri
giorni disincantata e quasi ferma su se stessa (” la città era diventata l’immensa scenografia di una commedia che non va in scena…)
ben altri erano gli sfondi di “Romanzo criminale”. Ma ecco anche il pretesto per raccontare ancora una volta questa città che sembra
aver smarrito la sua identità ma che comunque offre sempre materiale da raccontare.
E sorprende anche l’approccio di Vanzina/Max con il “delitto”, da molti considerato un’arte, qui invece si afferma che non c’è mai la
possibilità si sapere sino in fondo perché è successo, troppo imperscrutabile essendo l’animo umano.
Abbiamo detto che questa è una storia di vita e come tale offre tanti aspetti, non ultimo l’amore, anche in questa vicenda viene ad
avere un ruolo dominante, basta leggere l’epilogo….
Per i cultori del giallo in senso stretto, per coloro che ancora oggi sognano confrontarsi con l’autore alla caccia del colpevole, questi si
troveranno a loro agio perché lo svolgimento della storia è assai imprevedibile, di capitolo in capitolo le situazioni mutano e si ri-
baltano, ogni volta che sembra si sia scoperto il finale ideale si riparte da capo…
Max Mariani è un detective che ricorda molto quelli dell’ “hard boiled “, grossi bevitori, grandi…incassatori, dei cinici dal cuore
d’oro, insomma uno Chandler dei nostri giorni. Un omaggio riuscitissimo a cui ovviamente Vanzina non fa mancare quella§
iro0nia che gli è propria e che rende anche più piacevole la lettura.
Quanto al titolo “Il gigante sfregiato” è un ex-rugbista, Sandrone, un omone dalla vita complicata. Anche in questo caso potremmo
immaginare un omaggio ad una altra figura mitica del giallo italiano, Sandrone Dazieri creatore di un personaggio seriale “Il Gorilla”.
E chiudiamo dicendo che anche Max avrebbe tutte le caratteristiche per divenire tale…
GIUSEPPE PREVITI