“LA TALPA”DI JOHN LE CARRE’
19 Gennaio 2012“NON VOGLIO IL SILENZIO”Il romanzo delle stragi)- DI PATRICK FOGLI-FERRUCCIO PINOTTI-PIEMME
25 Gennaio 2012Cast: Franco Nero-Claudia Cardinale-Lee J.Cobb-Serge Reggiani-Ugo D’Alessio-Ennio Balbo-Lino Coletta-Brizio Montanaro-Gaetano Cimarosa-Nehamiah Persoff-Fred Coplan-Gianni Pallavicino– sceneggiatura di Ugo Pirro
Trama: Il capitano dei carabinieri Bellodi,parmense,svolge servizio in un paesino della Sicilia.Viene ucciso un impresario edile che si era rifiutato di cedere un appalto a una ditta in odore di mafia.L’omicidio avviene nei pressi dell’abitazione dei Nicolosi, marito, moglie(Rosa)e una figlioletta.Il marito scompare nella stessa mattinata del delitto.Rosa rivela a Bellodi che lungo la strada dell’omicidio aveva visto un pregiudicato “Zecchinetta”, e anche il confidente “Parrinieddu conferma questa presenza.
Il boss mafioso del paese,Don Mariano,ordisce una trama secondo cui il Nicolosi avrebbe ucciso l’impresario ritenendolo l’amante della moglie e poi sarebbe fiuggito.
Bellodi invece ritiene che Nicolosi sia stato ucciso perché aveva visto qualcosa di troppo e poco dopo anche “Parrinieddu” fa la stessa fine.Il capitano va avanti,ma dopo la mafia trionferà…Don Mariano,che aveva arrestato,torna libero e Bellodi sarà fatto tornare al Nord, mentre Rosa finirà in carcere sotto accusa di omicidio.
Note :Il film fu girato a Partinico e Palermo,prendendo spunto dal romanzo omonimo di Leonardo Sciascia e da un fatto realmente accaduto a Sciacca nel 1947,l’assassinio del sindacalista Accursio Miraglia.
Fu vietato ai minori do 18 anni(ancora oggi vige il divieto per i minori di 14 anni)nonostante non ci siano scene di violenza o di sesso, ci si voleva intimidire?
Il film ebbe un grande successo, ottenne i premi di Donatell0 1968 per la miglior regia,la migliore attrice,il migliore attore,migliore scenografia, ricevette anche la Targa d’oro per la regia.
Nel 1970 con il titolo The day of the ow fu distribuito in America.
Frase cult:“Ci sono gli uomini veri,i mezzi uomini,gli ominicchi,poi,mi scusi,i ruffiani… e in ultimo,i quaquaraqua. Sono pochissimi gli uomini, i mezzi uomini pochi,già molti gli ominicchi….. ,”
Il romanzo:Leonardo Sciascia pubblica questo romanzo nel 1961 e gli molto delle sue celebrità, per l’impegno civile e la denuncia sociale dei mali di Sicilia.Nel 1961 la mafia godeva di grossi appoggi politici per cui difficilmente veniva colpita anche perché accompagnata dall’omertà degli abitanti dell’isola.Molti negavano questa forma di criminalità, parlavano di regolamenti tra massoni o di microcriminalità.Il fatto è che dal 1800 in avanti la mafia si estende sempre più,sale di livello,dilaga nelle città ,poi nel continente,per espandersi poi anche all’estero.
Quando Sciascia scrive “Il giorno della civetta“pubblica un testo rivoluzionario perché nessuno aveva scritto un libro indirizzato alle grandi masse che trattava i problemi di mafia. Per l’autore “la Sicilia è una metafora del mondo odierno”, in questo libro vi sono molti argomenti che Sciascia tratta pure in altri scritti. Forse nel 1961 va detto che il cinema era più avanti nel trattare questo argomento.
Protagonista è il capitano Bellodi,intuitivo,coraggioso, “un uomo”dice di lui il capo-clan,don Arena, l’antagonista, a prima vista un galantuomo.Bellodi appare come l’alter-ego di Sciascia,entrambi combattono la mafia.La durata narrativa occupa circa un mese,Sciascia ricorre a descrizioni sommarie per non rallentare il ritmo,
non si occupa particolarmente di analizzare i contenuti,preferisce una realizzazione diretta. Ricorre anche ai flash-back per ricostruire gli avvenimenti durante
gli interrogatori. Il libro scorre tra il palermitano e Parma che viene resa tutta illuminata a contrasto del buio morale dell’isola.Il libro è narrato in terza persona.
Nulla è inventato in questo romanzo, del resto ancora oggi fenomeni come mafia e omertà continuano ad esistere.
Cinema:Tra i tanti volti del cinema italiano un vero protagonista è stato Damiano Damiani.All’interno delle sue opere ricorre sempre il senso di una violenza che
sta per esplodere e ne contraddistingue la trama e i veri personaggi. Questo sempre inserito in un contesto di immagini di gente comune e dei loro gesti quotidiani, dei loro tentativi di fuga, dei segni lasciati dal tempo.E Damiani si rivela assai bravo nel raccontare vite segnate dalla criminalità,dalla mafia, dal lento trascorrere della quotidianità.
Con Franco Rosi e Elio Petri affronterà grandi temi sociali,politgici e civili. Inizia la sua attività di regista relativamente tardi specializzandosi in pellicole che denunciano l’attività mafiosa, ma girerà anche western,polizieschi,drammi.
Dopo sette anni dall’uscita del romanzo di Sciascia Damiani lo “rilegge”offrendoci uno splendido film,poderoso, pieno d’azione, forse secondo alcuni un po’ rozzo e un po?troppo americaneggiante.
Contribuisce la notevole sceneggiatura di Ugo Pirro che già si era cimentato con l’autore siciliano in “A ciascuno il suo”. Ne esce un film molto asciutto,impegnato,del resto Damiani si specializzerà sempre più nel tema, sarà il primo regista de “La piovra“televisiva.Se “In nome della legge”di Germi è il capostipite di questo genere,a “Ciascuno il suo” viene attribuito il ruolo di primo “western italiano”,io personalmente parlerei di “tragedia”all’italiana o anche di “giallo”perché sostanzialmente è
attraverso la chiave del giallo che Sciascia e quindi anche Damiani apparendo precursori di tanti autori di oggi,affrontano il tema civile.
Al successo del film contribuiscono gli interpreti dall’intenso capitano nordista disegnato da Franco Nero che esprime il suo disagio difronte alla diffidenza degli isolani
alla Claudia Cardinale, come sempre bellissima,qui di “una bellezza mediterranea particolare”, che entra a meraviglia nel personaggio anche grazie all’appropriato doppiaggio di Rita Savagone, come eccellente è la voce che Corrado Gaipa presta a Don Mariano.Appunto nei panni di Don Mariano troviamo quel grande attore che è sempre stato Lee J.Cobb che dà al suo capo-mafia un qualche tono di umanità.
Damiani si prende alcune libertà, ad esempio l’omicidio iniziale avviene in piena campagna e non nella piazza del paese davanti a tutti(per Sciascia era l’emblema dell’omertà). Nel film è esplicito il connubio mafia-D.C.(Sciascia lo fa solo intuire…).Infine molto più ampio nel film il ruolo di Rosa(poche pagine nel romanzo al suo mperson aggio,ma si sa che il cinema ha bisogno di ruoli femminili di rilievo).
Ispirato a fatti reali il libro è un vero capolavoro di letteratura poliziesca,un delitto in prima pagina, un secondo omicidio(“uno che sapeva troppo”), una indagine assai dettagliata,i colpevoli impuniti.Un filo di speranza però rimane, alla fine Bellodi cammina con un suo amico per le strade di Parma, sa che la sua indagine è stata vanificata,ma dice che tornerà in Sicilia.
Tra le altre figure spiccano quella del “confidente”(il bravissimo Serge Reggiani), un malavitoso che non disdegna di passare informazioni ai carabinieri:qunado si accorge di aver parlato troppo e sa che il suo destino è segnato,gli ultimi giorni della sua vita saranno per lui una sorta di via crucis,troverà l’eterna pace solo all’esecuzione.
Altrettanto di rilievo il vecchio mafioso che non crede nell’umanità “una bella parola piena di vento” e una sua massima è :”uccidere un uomo è difficile perché è difficile trovare un vero uomo”.
Molto interessante è il confronto tra il capitano e il boss: Bellodi “il presuntuoso”(lo è uno che vuole sapere la verità) e Don Mariano che lo rispetta per la sua intelligenza e onestà, per il rispetto che porta a “tutte”le persone, anche se alla fine vorrà far prevalere le “regole”della mafia sulle “leggi”dello Stato.E infatti anche nel film viene usata la famosa frase che divide gli uomini in categorie:uomini,mezzi uomini,ominicchi,ruffiani e quaquaraqua. Pochissimi per Don Mariano gli uomini,sempre a crescere le
altre categorie fino ai qua—-che dovrebbero” vivere con le anatre nelle pozzanghere perché la loro vita non ha più senso e espressione di quella delle anatre ….”.Loro sono i due veri uomini e come tali lottano.
In conclusione un film che è una lezione contro l’omertà,contro Cosa Nostra!
GIUSEPPE PREVITI