” GODZILLA ” di GARETH EDWARDS
4 Giugno 2014” DUE GIORNI,UNA NOTTE” DI LUC E JEAN PIERRE DARDENNE
4 Dicembre 2014Cast: Elio Germano. Michele Riondino, Massimo Popolizio, Sandro Lombardi,Iaia Forte, Valerio Binasco, Paolo Graziosi,Anna Mouglalis, Raffaella
Giordano, Federica Di Cola, Isabella Ragonese.
E’ un film bellissimo e educativo questo Il giovane favoloso di Mario Martone, storia della tormentata vita di Giacomo Leopardi che guardando l’infi-
nito e l’ermo colle, coltiva in se e fa la rivoluzione, pur rattrappendosi sempre più in se stesso: il mondo si muove nonostante l’uomo si batta in preda
ai suoi mali e alle sue sofferenze.
Ispirato alla vita, alle confessioni, agli epistolari Mario Martone con Ippolita di Majo creano una storia e in prosa e in versi, la storia è quella del contino
Giacomo Leopardi, un nevrotic o, un ribelle, che rifiuta il mondo codino che lo circonda, odia e ama il padre strenuo difensore dell’ordine costituito sia
morale che materiale. E allora Giacomo cerca il padre in altre figure, negli amici letterati e intellettuali, nel giovane e aitamte Ranieri, che lo accudirà
nei loro vari spostamenti tra Firenze, Roma e Napoli alla ricerca di una chimerica pace.
Il film alterna quindi la cronaca delle giornate di Leopardi a partire da Recanati a immagini ora sfarzose ora drammatiche come quelle del colera, ora
irridenti come quando Lepoardi scende nelle viscere delle città ora gonfie di ipocrisia quando si fermano sui c.d. “amici” del giovane poeta.
Grandioso e essenziale al progetto del film Elio Germano, che vive e ci fa vivere la sofferenza del Leopardi, che quasi si incartepecora …..nelle pareti
di casa paterna ricolme di libri, salvo poi rinunciare a questa pace , a questo silenzio e fuggire di casa in nome del Dubbio che quella vita di Recanati
non sia la sua….
Uno dei meriti di questo film è che il Leopardi di Martone è una figura verosimile, reale e non sempre questo risultato viene raggiunto nelle costruzioni
cinematografiche, ma ., visto i principi di una cultura massa troppo mercificata e superficiale che va di moda oggi, non soltanto in esse.
Esistono senza dubbio delle ottime biografie che ci raccontano la vita dei grandi personaggi, ma spesso i cineasti che vi hanno fatto ricorso le hanno
poi trascurate o trasformate facendole soggiacere alla propria visione del soggetto considerato, spesso anteponendo le proprie negatività.
Invece la sceneggiatura ha agito con grande rispetto verso il Leopardi, considerato non come personaggio ma come uomo. Ma Leopardi è stato tra i
maggiori poeti e pensatori dell’Ottocento, e il film mira a ricostruirne la personalità sulla base anche di un accurato studio dell’epoca ma anche delle
vicessitudini che hanno attraversato la sua esistenza. Si poteva correre il rischio di un film troppo didattico, ma nel complesso, anche se la base
è anche troppo documentaristica, IL giovane favoloso conserva la sua originalità e specificità.
Leopardi predica una sua idea filosofica manifestata anche con la sua poesia che oltretutto riproduce ansie e tormenti del suo animo. Martone rispetta
tutto questo, non cerca di interpretare questo pensiero, questa sofferenza, si affida agli epistolari, alle tante testimonianze storiche, alle rime , certo
anche Martone ha un’anima,…come tutti noi del resto, chiunque abbia letto Leopardi ne ha certamente ricavato una propria impressione e si è visto
aprire un mondo nuovo, specialmente se letto in età giovanile Leopardi è una chiave di volta per aprirsi a nuovi orizzonti.
IL film segue Leopardi nei suoi anni giovanili a Recanati, facendo progressivamente vedere che gli viene sempre più stretta, poi ci porta a Firenze dove
lui è entrato a pieno titolo nel mondo intellettuale dell’epoca, anche se ben presto si vede che la sua statura di letterato, la sua intelligenza sono infinata-
mente superiori.
IL poeta soffre la sua inferiorità fisica, ma soffre anche questo mondo ottuso e troppo conformista che gli nega un premio quasi in maniera dispregiativa,
Martone ci fa vedere tutto questo, ma ci fa anche capire cosa ha interessato a lui e cosa deve interessare a noi, la ragione, la filosofia, la poesia che hanno
ispirato questa breve vita.
Alla riuscita del personaggio contribuisce ovviamente la grande aderenza allo stesso di Elio Germano, che nel film ne esprime non solo le idee e i pensieri
ma anche la profonda sofferenza fisica. Regista e attore si sono messi al servizio di questa grande figura, ma senza sbavature o facili concessioni alla fisici-
tà del personaggio, quello che contava era diffondere il pensiero, le parole, i versi, i pensieri e ci pare che abbiano adempiuto mirabilmente a questa esi_
genza.
La pellicola è assai curata nelle scene e negli ambienti tracciando un percorso quasi obbligato tra la staticità e il silenzio della provincia, Recanati, e la
prepotente fisicità di una convulsa Napoli, dove alla fine sembra che la natura prevalga sul pensiero. Nel mezzo le tappe intermedie di Firenze e di Roma
simili alle poste di un calvario. Leopardi vuole però compiere tutti questi passaggi conservando quasi una sua purezza, fermo nello sue convinzioni, mai
piegato dalle sue disgrazie, lui rivendica sempre la sua libertà di pensiero e orgogliosamente ne rivendica la superiorità, nè si fa mai fermare dai propri
guai fisici e respinge pure le accuse di essere troppo pessimista nelle sue poesie perché appunto provato dalle sofferenze, lui rivendica un poessimismo
esistenziale, filosofico, certo in grande anticipo sui suoi tempi.
Ha bisogno di amore, ma non lo troverà mai, verrà rispettato, stimato ,anche molto aiutato, in questa visione di Martone la figura di Ranieri non è negativa
se rapportata al pensiero comune. Forse è nella visione di Napoli e dei suoi abitanti che lo colpiscono per allegria e spirito di gruppo anche se non mancheran-
no amare sorprese, nella vitalità e prorompente fisicità delle sue strade , dei suoi vicoli, nella stessa visione di una città martoriata dalla peste, nella visita
di Pompei, nella visione di un Vesuvio fiammeggiante, che lui vede un momento positivo, una possibilità che questa bellezza, questa vitalità, questi uomini
possano andare oltre a quel ” secolo superbo e sciocco” in cui vivono.
Un film notevole a cui hanno contribuito Renato Berta con una eccellente fotografia che sa renderci le varie tonalità di paesaggi, e anche un folto gruppo di
attori, tanti di estrazione teatrale e abituati a lavorare con il regista,tutti ben integrati nel rendere la visione di un mondo che procede verso grandi movi-
menti pur fra tante resistenze.
Quello che fa piacere e che va lodato è che tutti si sono messi al servizio di un autentico personaggio e della sua storia, ma non per creare una “loro” storia
ma proprio per raccontare ” quella” storia.
Già detto di un grande Elio Germano, ricordiamo anche il Ranieri di Michele Riondino, il padre conte Monaldo di Massimo Popolizio, e poi Sandro
Lombardi, Paolo Graziosi, Valerio Binasco, Iaia Forte, Anna Mouglalis, Isabella Ragonese, Raffaella Giordano, Federica Di Cola.
GIUSEPPE PREVITI