Breve storia del giallo: PRIME COLLANE DI GIALLI IN ITALIA
11 Gennaio 2017” DELITTO A CORPUS CHRISTI- Il salice rosso ” DI IVO MOTRONI- IBISKOS ED.CE
18 Gennaio 2017La Capitale è alle prese con un’ondata di maltempo veramente eccezionale e a seguito di un fulmine che ha col-
pito una delle centrali elettriche viene imposto un blackout totale che durerà 24 ore. La città ben presto è travolta dal caos e da una grande paura, e in questo clima di totale anarchia un’ombra si aggira per la città
seminando morti ma anche vari indizi….
Indizi che possono essere interpretati solo da un ” cacciatore del buio”, il prete Marcus, addestrato a riconoscere
i vari elementi che concorrono a un delitto e a risolvere i casi che rimarrebbero senza colpevole. Questo grazie
alle sua capacità deduttive e al grande spirito di osservazione. Marcus appartiene a uno dei più segreti ordini
della Chiesa, la Santa Penitenzeria Apostolica o Tribunale delle Anime. Ma Marcus viene colto da una strana
forma di amnesia, si ritrova prigioniero e senza più memoria.
Nella storia entrano altre figure, gli alti vertici della polizia, poi una sorta di superpoliziotto dai poteri illimitati
,, l’ispettore Vitali, e poi Sandra Vega, l’ex-fotorilevatrice della scientifica, che è stata richiamata per parteci-pare a questa indagine dal suo volontario esilio all’ufficio passaporti perché non voleva avere più a che
fare con il male avendo sofferto troppo. Ma in questa indagine dovrà entrarci a piene mani…
E intanto la città vede avvicinarsi con sempre più terrore il buio…..
Sembra che la fine del mondo stia per travolgere Roma capitale. L’acqua del Tevere è straripata in più punti
Trastevere, l’Isola Tiberina, Piazza Navona, Castel Sant’Angelo non esistono più. Sono anche saltate le cen-
traline elettriche e sono anche interrotti internet e la luce, i telefonini non funzionano.
Si può fare riferimento alla bolla emanata nel 1521 da Papa Leone X nove giorni prima di morire. La bolla sta-
biliva che la città non deve ” mai,mai,mai ” rimanere al buio. Non si sono mai chiariti i motivi dell’editto, ma
certamente pensando a quanto sta accadendo nel romanzo si potrebbe parlare di una singolare profezia.
In un bkackout totale come quello che ha avvolto Roma è chiaro che le attività criminose, i delitti, le violenze
si moltiplicano, in quanto ogni forma di controllo viene meno e quindi non esiste più autorità costituita che
possa assicurare il rispetto delle regole.
Infestano bande di assassini, di stupratori, molti ridotti allo stato di vegetali da un farmaco che accresce la
voglia di sangue. Criminali simili a ombre che si appropriano della città a distanza di cinque secoli.
In questa storia si inserisce anche la ripresa delle indagini sulla scomparsa di un bambino avvenuta nei
giardini del Vaticano nove anni prima e anche la caccia a un assassino che sevizia le sue vittime. Indgano
Marcus e poi anche la Vega, due investigatori ben conosciuti ai fan di Carrisi.
Marcus per risolvere i misteri si rivolge a un vecchio serial killer, recluso in una prigione segreta del Vaticano,
ma pronto a vendere informazioni, sperando di cogliere l’occasione buona per fuggire.
Questa è la storia complessa e complicata che Donato Carrisi ci racconta nel romanzo Il maestro delle Ombre,
con appunto protagonisti Marcus il penitenziere e Sandra Vega, la poliziotta dagli equilibri un po’ scossi. Un
romanzo ricco di riferimenti a tanta letteratura o pellicole apocalittiche o con gli zombie. La scomparsa del
bambino ci riporta un po’ alla storia di Emanuela Orlandi.
La vicenda si snoda in un’atmosfera cupa, livida, sinistra, anche i personaggi sono per lo più tristi, solitari, non
hanno quasi ….cittadinanza, sono molto lontani dal cliché del romano che abbiamo trovato nelle tante storie di
Roma criminale.
Carrisi ha ambientato la sua storia a Roma, ma come già accennato il suo romanzo sfugge alla ” tipica regiona-
lità del giallo italiano”,questa Roma, livida e frustrata, ha ben poco dell’immagine che abbiamo della Capitale,
ma anche della Roma dei Romanzi criminali. Ma, attenzione, Carrisi non condanna o ripudia la città, soltanto
ce la fa vedere in una prospettiva diversa con le su strade, il suo fiume, le sue fondamenta ma non nella maniera
di certi film “sbraconi” e anche di certi noir.
Carrisi affronta una materia assai vasta, partendo da una storia che subito avvince ma anche impaurisce, con
un ritmo sempre intenso, le ore quasi scandiscono lo scorrere delle pagine, e anche il lettore si sente “obbliga-
to” a correre per vedere come questa trama si dipana e si risolve.Il buio che affliggerà la capitale è la metafora
dell’oscurità che incombe sulle anime delle persone e le cancella. E il blackout è la dimostrazione di quanto sia
effimero….l’ordine costituito. Il nostro scrittore studia le anime più torbide e quanto influenzano la società.
Un libro di ottim fattura che ci ricorda che il buio che deve far pauram non è quello della notte, ma quello che
abbiamo in noi.
GIUSEPPE PREVITI
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