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23 Ottobre 2012Il matrimonio che vorrei appartiene a quel filone dedicato agli ultracinquantenni, le lacrime oggi non esistono più, tutto si svolge all’insegna di un realismo che sa di accettazione,e anche il cinema si adegua.N on è più tempo di romanticismi, le storie sono più commedie che tragedie, e si guarda in qualche modo di salvare il salvabile.
Lei è una signora un po’ lamentosa e insoddisfatta perché il marito dopo 31 anni di matrimonio la trascura, non vuole assolutamente fare all’amore.Dormono da anni in camere separate e quando lei tutta speranzosa entra in camera da letto lui la scaccia malamente.E lei stanca di questa routine quotidiana, colazione alla mattina,televisione alla sera e poi a nanna, iscrive lei e il marito(a sua insaputa)a un corso intensivo di recupero sessuale.
Ne nasce un film godibile, una versione meno scollacciata di tante commedie versione osé, anche se qui si parla sovente di “sesso orale” e non soltanto….
Dunque eravamo rimasti che Kay(Meryl Streep) e Arnold(Tommy Lee Jones)si presentano da uno psicoteraupeta(Steve Carrell), lei convintissima,lui assai contrariato e riottoso.
Con gli incontri dal dottor Feld il film passa da una commedia abbastanza rituale a una rappresentazione abbastanza pruriginosa con domande dirette e mai edulcorate, con i colloqui tra i due coniugi sempre più diretti e senza…veli. Il malessere tra i due coniugi è palpabile,lui non vuole accettare questa sorta di processo e anche lei sembra vacillare.Gli argomenti che si affrontano non vengono trattati in maniera edulcorata, neanche con troppa ironia, d’altra parte termini e situazioni sono quelli, non sono aggirabili o sostituibili.
Ci sono scene dove si ride, le banane e i salcicciotti simboli fallici o l’esilarante tentata fellatio tra le poltrone del cinema, ma poi si torna a una osservazione più drammatica e realista nelle scene nel letto o in quelle in cui si devono fare i “compiti”prescritti dal dottore.
Un film che oscilla tra il tono da commedia e quello drammatico, sfruttando efficacemente quel che può offrire un tema triviale, che però non è mai trattato in maniera volgare, non si rivolge ai fan del cinema luci rosse,piuttosto sembra quasi voler offrire una visione sana e pulita del sesso.
Un film che sembra voler inaugurare un filone che si rivolge a tante coppie, badate bene,non necessariamente da terza età.A forza di sentirsi dire che il sesso è tutto, e vale anche per i più giovani,capita che non riescono ad ottenere quel che si aspettano ed ecco che il sesso viene considerato superfluo e fastidioso.Nella vita reale avviene abbastanza di frequente, ci si rifugia nella carriera, nella palestra, nei bambini, nel volontariato, nel caso del nostro film la protagonista non accetta questa fine prematura di una delle realtà più…desiderabili del matrimonio.
Un’altra maniera di superare questa crisi da…astinenza è rifugiarsi in relazioni extraconiugali più o meno passeggere, ma Arnold giura di non aver mai tradito la moglie,e lei addirittura
arrossisce al solo pensare a una cosa del genere.
Ed ecco che non bastando a salvare il matrimonio i mille manuali sull’argomento il ricorso a un famoso terapeuta di coppie.Questi incontri serviranno a rivelare quel che poi tante coppie reali conoscono già:dopo tanti anni in casa non ci si parla più,l’intimità è ormai venuta meno, è subentrata la noia,l’indifferenza, addirittura non si…litiga più .E magari si finisce per scoprire che questa vita sessuale monca, che porta inevitabilmente a una progressiva mancanza di amore, a una vita da routine che finisce per stancare.
E così i nostri protagonisti vedono come il diavolo questo dottore che li mette allo scoperto,li costringe ad atti di amore fuori delle loro corde, li obbliga a riscoprirsi, a vincere le rispettive solitudini. Lei questo alla fin fine l’ha desiderato “mi sentirei neo sola se fossi sola”, lui è un orso che nella solitudine e nel rifiuto di aprirsi ha trovato la sua difesa…Poi chiaramente l’occasione fa l’uomo ladro…il lieto fine è inevitabile, che non sarà quello di piantarsi, ma quello di riscoprire le gioie dell’amore….
Naturalmente tutta questa storia avrebbe poca riuscita senza l’apporto di due splendidi attori come Meryl Streep e Tommy Lee Jones che riescono a salvare la commedia dal pericolo-farsa.Il regista di questo Matrimonio che vorrei è quel David Frankel che aveva diretto con molto ritmo Il diavolo veste Prada, ma li la materia si prestava più ad un approccio satirico di un mondo falso e rutilante, qui si gioca sui sentimenti umani e diremmo che se la cava.
GIUSEPPE PREVITI