L’alibi di Scotland Yard – Don Betteridge – I gialli del Corriere della Sera
28 Febbraio 2013Il caso dei cioccolatini avvelenati – Anthony Berkeley – I gialli del Corriere della Sera
9 Marzo 2013Carlo Parri ,nato a Pisa, si è occupato di teatro, cinema, televisione, è esperto in tecniche di comunicazione e di marketing. Ha scritto poesie e racconti per approdare poi al giallo.
Ne Il metodo Cardosa un uomo viene giustiziato da un killer in pieno centro storico a Roma. Ora il suo cadavere giace sprofondato tra una pila di giornali davanti a una edicola.
Il caso viene affidato al vicequestore aggiunto Leonardo Cardosa, dirigente del commissariato Vescovia. Gli è stato appena comunicato il prossimo trasferimento alla squadra mobile di Roma e subito viene incaricato di questa indagine.
La vittima è un costruttore edile assai importante e assai facoltoso, ma con la fissa del collezionismo e dell’occultismo, vive con la moglie e la figlia in una villa-bunker che è una sorta di
museo dove si trovano ogni sorta di oggetti, alcuni di grande valore.
Cardosa è un tipo stravagante, non dà mai una spiegazione su quello che fa, ricorre continuamente a citazioni dotato com’è di una cultura vastissima. e poco gli importa che gli altri
non lo capiscano.
Ma la sua mente è molto lucida e razionale, i suoi uomini e le sue donne ( poliziotte per lo più….)lo adorano, avrà comunque il suo daffare per districarsi in una serie di delitti,
con l’affannosa caccia a uno spietato killer e a un manoscritto d’epoca introvabile.
Per di più dovrà compiere un’altra indagine, la sorella Maria che vive nella casa paterna in Sicilia è minacciata me lui dovrà precipitarsi nell’isola per risolvere quest’altra faccenda.
Con questo romanzo Carlo Parri ha vinto il premio Tedeschi 2012 quale miglior giallo inedito dell’anno.
Una storia viva e palpitante, ben raccontata, che con ironia e intelligenza ci presenta un nuovo investigatore, un poliziotto Leonardo Cardosa . E’ un uomo forte nell’azione quanto
fragile nella vita di tutti i giorni, perso com’è dietro ai suoi sogni, alle sue fantasticherie. Certamente una figura abbastanza nuova nella famiglia degli investigatori di…carta.
Colpisce per questa sua profonda cultura che non fa pesare ma che lo rende anticonvenzionale e imprevedibile.
Per Carlo Parri questo è il romanzo d’esordio, un esordio un po’…stagionato, il nostro autore ha superato la sessantina, ma la scrittura non ha età, importante è avere delle
idee e saperle mettere in pratica.
Ha saputo costruire una storia che carpisce l’interesse del lettore sin dalle prime pagine, alternando momenti d’azione con morti, sparatorie. perquisizioni a situazioni invece
più intime, ora più divertenti, ora più…cerebrali. C’è molto sfoggio di cultura, di conoscenze storiche e filosofiche, qualcuno dirà anche troppo, ma Parri sa trovare la giusta mi-
sura pur non mancando una certa ridondanza di termini, un certo compiacimento letterario, però il romanzo mantiene una sua scorrevolezza, il tutto è ben amalgamato, una volta
tanto lo stile di scrittura vuole un ruolo principale.
E singolare, ma altrettanto funzionale, è l’intrecciarsi di tante storie, di tanti personaggi, di questi ne abbiamo un cospicuo numero. Da un ministro a un colonnello dei carabinieri,
dai servizi segreti ai falsari internazionali, dai seguaci di antiche credenze a chi vuole sfruttare certe antiche formule. Questo fa sì che il romanzo conservi sempre un suo ritmo, i
protagonisti si susseguono, alcuni sono veramente stravaganti, ma ciascuno è sempre intonato alla sua parte.
Il nostro poliziotto ha un idolo, dice apertamente che si è fatto poliziotto per seguire le sue orme, si allude a Jules Maigret. Ma anche in questo caso si potrebbe dire che non c’è
niente di nuovo, però Parri è abile nel costruirsi un suo Maigret, non ne fa la brutta copia, al di là di quello che vuole essere un omaggio alla grande creazione di Simenon.
Vi sono delle invenzioni simpatiche nel racconto, un…personaggio che avrebbe meritato magari più spazio è una grande scrivania che troneggia nell’ufficio del commissario, lui la
chiama Caterina e vi colloquia abitualmente.
Anche la caratterizzazione di Cardosa è assai evidenziata, “rughe sottili”, una vecchia Toyota, ogni tanto prende la bicicletta, anche qui c’è un esplicito riferimento a una inchiesta del
commissario Maigret ” Il cavallante della Providence” quando il commissario segue lungo le chiuse della Senna una chiatta in bicicletta. Cardosa l’adopra per andare a fare la spesa di persona al Mercato Centrale. Il nostro poliziotto legge contìnuamente, parla con la scrivania alla quale confida dubbi e propositi, un’altra sua mania è guardare il palazzo di fronte
alla sua scrivania, abbandonato, sempre con le imposte serrate, ma sarà proprio notando una persiana semichiusa che la sua indagine compirà un balzo avanti.
Al suo fianco un gruppo di poliziotti e poliziotte, con qualche implicazione sentimentale…. La storia ruota intorno a un antico libro del cinquecento che dovrebbe svelare i segreti del teletrasporto e che tutti agognano di possedere perfino la Cia… Altrettanto numerosi i riferimenti a personaggi o massime letterarie, per i giallofili una chicca, ricorre il Mr.
Ripley della Patricia Highsmith.
Parri ci mette un po’ di tutto, occultismo, collezionismo, citazioni, momenti d’amore, anche lesbici, riflessioni e azione pura. Cardosa in tutto questo ci sguazza, Parri è abile
nel proporcelo ora come pistolero, ora come una sorta di intellettuale dell’indagine. Lo vediamo perso nella ricostruzione del fatto criminoso immaginato come una sorta di
mappa stradale con strade e piazze, giardini e monumenti, e poi le sue famose “intuizioni” che lo porteranno avanti nella soluzione dei casi, sino al “miracolo”del tutto risolto.
La scrittura di Parri è concisa, diretta, venata sempre da un’ironia che stempera le varie situazioni.
In un momento in cui il giallo di casa nostra procede a fasi alterne accogliamo quindi con curiosità un nuovo autore e la sua creatura, sicuramente ne sentiremo riparlare.
GIUSEPPE PREVTI