VERSO IL FESTIVAL DEL GIALLO DI PISTOIA- 1 2 3 FEBBRAIO “GOLOSI CRIMINALI” : ” ETTRE ! RICETTE TOSCANE ” DI CHECCO BUGIANI
19 Gennaio 2013” ISCHIA ” DI GIANNI MURA- FELTRINELLI
21 Gennaio 2013Lucca è usata come sfondo di un a vicenda a tinte assai forti, protagonista il capitano dei carabinieri Marco Mosetti, del comando Provinciale di Lucca. Viene incaricato
delle indagini sul caso di tre donne trovate impiccate nel salone di un palazzo abbandonato. Si tratta di una esecuzione vera e propria, sj due sedie vi sono tre carte, tre donne di picche,
e tre firme singolari,”o.d.”. Inoltre sulle caviglie delle vittime è stato inciso una sorta di tatuaggio che richiama la massoneria. E del resto l’unico elemento che accomuna le
tre sventurate è l’appartenenza a una loggia massonica.
Inizia l’indagine del capitano e si rivelerà subito molto difficile e delicata, intanto è già arduo avere notizie sulle Logge, poi quella firma o.d. può far pensare all’Opus Dei o a qualche
altro gruppo segreto.
In una Lucca insolita e tutta da scoprire Mosetti va avanti, risulta subito chiaro che sta pestando i piedi a qualcuno molto potente, lui stesso correrà il rischio di essere ammazzato,
ci saranno altri delitti, e non mancheranno i colpi di scena sino alla soluzione del caso.
Questa la trama di Il Mistero delle donne di Stelvio Mestrovich, autore molto versatile, ha pubblicato poesie, romanzi di narrativa, per poi passare al genere poliziesco, creando due
personaggi. L’uno è l’ispettore capo della polizia di stato Giangiorgio Tartini, l’altro il commissario Cllemens Pallavicini e le loro storie si sono svolte a Venezia e a Vienna.
Mestrovich questa volta cambia completamente personaggi e ambientazione, via Tartini, via Pallavicini, via Venezia, via Vienna.
Adesso ci troviamo a Lucca, città dove l’autore vive, una Lucca dalle tante viuzze medievali, dalle tante chiuse, dalle imponenti mura, certamente tutte realtà suggestive ma anche
con un alone di mistero, di antico, di oscuro.
E proprio in questo di per sé invitante set naturale scoppia una vicenda sempre più intricata, destinata ad andare ben oltre la normale visione di una città apparentemente sana
e schiva.
Donne impiccate, prima tre, poi altre tre, più che delitti vere e proprie “esecuzioni” tutte firmate come a volerne rivendicare la paternità. Il capitano Mosetti, che indaga sul caso,
intuisce di avere a che fare con qualcosa di molto grosso e pericoloso. Logge massoniche, gruppi eversivi, Opus Dei, Vaticano e forse ancora qualche altro gruppo misterioso che si muove
nell’ombra.
Si vogliono colpire le donne, ma perché ? E mentre Mosetti mette le mani in questo ginepraio anche la sua posizione diventa delicata, due volte tenteranno di eliminarlo.
Mestrovich muove con molta disinvoltura le sue pedine, caratterizzando assai bene i vari personaggi. Marco Mosetti è scapolo, deve stare perennemente a dieta ma fuma il sigaro,
fa colpo sulle donne, ha una sorella lesbica che vive a Murgia, dove appena può il nostro ritorna sempre volentieri (omaggio all’istrianità dell’autote ? ). Mosetti ha una compagna Roberta
che vive nelle campagne lucchesi, ma non disdegnerà le….grazie dell’avvenente tenente Francesca Rosati. Ma Mosetti è essenzialmente un buon ufficiale, conosce il mestiere, non
arretra difronte a nulla, soffre un po’ certe rigidità della gerarchia militare, ma non desiste mai dal cammino intrapreso.
La storia si dipana in una girandola di personaggi, tra i carabinieri spiccano il rigido colonnello Bonistalli, il simpaticissimo tenente Croci, il maresciallo Diversi.
Assai accurata la ricerca e la ricostruzione delle logge massoniche, degli ordinamenti e degli intrecci intorno al mondo della Chiesa.
Il mistero delle donne impiccate è scritto con una giusta dose di tensione, ma non rinuncia a descrivere vita e situazioni di tutti i giorni, non mancano neppure scene di sesso tra
il Mosetti e le sue…focose ammiratrici. Insomma Mestrovich ha gettato le basi per un personaggio che potremmo anche rivedere…… Il merito dell’autore è di averlo mostrato nella propria umanità e quotidianità, oltre che nella giusta concretezza del buon investigatore.
GIUSEPPE PREVITI