” MIO CARO SERIAL KILLER ” DI ALICIA GIMENEZ BARTLETT- SELLERIO
23 Aprile 2018“PRIMO VENNE CAINO” di MARIANO SABATINI – SALANI EDITORE
1 Maggio 2018Il commissario Jean-Baptiste Adamsberg viene richiamato d’urgenza dalle ferie che sta trascorrendo in Islanda per
delle indagini un po’ delicate su un omicidio avvenuto a Parigi. Ma la sua attenzione si sposta su un caso particolare.
Tre uomini anziani nel Sud della Francia muoiono perché punti da un ragno velenoso, la “Reclusa”. Sembra una singo-
lare coincidenza, almeno questa è l’opinione comune, però nella Regione comincia a serpeggiare una certa paura. Adamsberg si appassiona al caso, e contro anche il parere degli uomini della sua squadra, comincia ad indagare. Sulle prime quasi da solo, ma poi via via che si accumulano ipotesi e circostanze quasi tutti si uniscono a lui.
Ritorna per la gioia dei suoi lettori il commissario Jean-Baptiste Adamsberg, il protagonsta della serie scritta da Fred
Vargas. E con lui ne Il morso della reclusa tornano ovviamente gli uomini della squadra Anticrimine, dal colto e suppo-
nente comandante Danglard alla straordinaria Ratencourt, alta, possente, sempre determinata, allo sfuggente Voisinet
al fido compagno Veyrenc.Naturalmente al centro di tutto la squadra di poliziotti, devoti ma non troppo al loro capo. E
quindi una serie di incontri. di digressioni, di incursioni nella vita privata di ognuno, ma sempre al centro di tutto e di tutti il nostro commissario con il suo interloquire a volte un po’surreale, con i suoi vestiti un po’ raffazzonati, ma anche
con il suo intuito formidabile.
La storia parte da una donna, moglie di un celebre avvocato, investita e uccisa da un suv, sembra un caso semplice, ad-
dirittura c’è un colpevole bello e servito, ma Adamsberg non è convinto e cerca il vero colpevole. Poi il caso di tre persone,vittime del morso di un ragno velenoso, La Reclusa,il cui veleno non risulta così letale da uccidere all’istante.
Anche in questo caso ha molti dubbi, se quel veleno non è letale, se quel ragno non è conosciuto come uno che aggredisce,perché allora i tre sono morti per avvelenamento ?IL commissario pensa che si tratti di omicidi e comincia a
indagare tra l’aperta ostilità di molti dei suoi uomini.
Da questo spunto laVargas inizia un’ennesima storia con ovvia ambientazione giallo/noir ma scritta in una maniera assai originale in quanto ben presto l’indagine si rivela un espediente che va oltre la lettura di genere. Un’indagine sul-
l’animo umano e tutte le sue perversioni.Il tutto narrato attraverso un’atmosfera nebbiosa, fredda, più da paesi nordici
anche se poi dai dialoghi, dai rapporti personali gli uomini non si rivelano mai freddi,distanti. C’è sempre una grande
empatia, anche quando litigano o non concordano, tra Adamsberg e i suoi uomini, un susseguirsi di dialoghi, impressioni,segreti, idee, tipici del noir nediterraneo. Un rapporto il loro sempre franco, schietto, anche doloroso quando le amicizie stanno per rompersi. Questo anche perché questi uomini, queste donne sono alla fin fine figure vive,
vere, con i dubbi e le certezze che può avere ciascuno di noi.
Un romanzo in cui la Vargas restituisce le sue ambientazioni, sempre abbastanza oscure e misteriose sia che ci si trovi a
Parigi o in altri luoghi. Lei riesce con la consueta abilità a portarci un po in giro per l’Europa,dall’Islanda (luogo ideale
per un solitario mentale come Adamsberg)alla Francia del Sud (stavolta Parigi è sullo sfondo). Grande protagonista della storia la “Reclusa” un animaletto non nocivo ma che in dati soggetti può anche causare la morte. Adamsberg si fissa su questi decessi che non considera accidentali e in barba alle rimostranze della squadra continua a lavorare,specie
sul ragionamento,fino a trovare la quadratura.
Vanamente Dangaard cerca di riportarlo a quella che lui ritiene la “ragione”, ovvero morti casuali. Ma il commissario
si sente lui dalla parte della ragione e va avanti.
Un bel romanzo, abbiamo rivisto con piacere in libreria il duo Vargas/Adamsberg.Qui si va oltre quella che è l’azione
investigativa, ci si concentra sui processi mentali imbastiti dal commissario e dai suoi uomini, necessari per arrivare a
una soluzione anche la più improbabile second0 il ragionamento più ovvio, ma che invece va cercata scavando, e non è
una metafora, e nella terra e nella mente umana.Bastano piccoli fatti, lì per lì insignificanti, per semare il dubbio, e poi
ci pensa Adamsberg con i suoi ragionamenti, meno surreali di quel che si pensi. Ma del resto tutti i nostri protagonisti sono persone normali il cui compito è di applicare la legge, potranno anche sbagliare, ma non si arrendono mai. E il lettore si fa trascinare volentieri in questo gioco verbale e mentale.