” MOSAICO A TESSERE DI SANGUE” DI STEFANO DI MARINO – EDIZIONI CORDERO
19 Marzo 2014” I BASTARDI DI PIZZOFALCONE”- di MAURIZIO DE GIOVANNI-EINAUDI
28 Marzo 2014Tra i più versatili autori italiani, Stefano Di Marino, ha pubblicato più di sessanta tra romanzi e saggi, usando anche vari pseudonimi per contrassegnare
un’attività che va dal giallo alla spy-story, dall’avventura al thriller, dai racconti di viaggi a saggi sul cinema e sulle arti marziali, sino all’hard boiled.
Con il nome di Stephen Gunn pubblica da circa venti anni per Segretissimo la serie Il professionista.
Ma una delle ultime fatiche di Di Marino, Il palazzo dalle cinque porte, segna un suo ritorno al romanzo giallo sotto forma di un originale thriller ambientato
a Venezia.
Sebastiano Salieri, detto Bas, è un illusionista , ma è anche uno studioso di occultismo e di misteri. Vive ad Amsterdam ma è chiamato improvvisamente a Ve-
nezia perché suo zio Mattia è morto. Una morte che sembra accidentale, dovuta a un incendio, ma il vicequestore Panitta ha dei dubbi sulla natura dell’inci-
dente e lo stesso Bas comincia a nutrire delle perplessità.
Lui è venuto a Venezia perché lo zio gli ha lasciato in eredità un sontuoso palazzo, affascinante quanto ricco di misteri, dal suo stesso nome, il Palazzo dalle cinque
porte, pur se le porte sono soltanto quattro.
Intorno a Salieri ruoteranno parecchi personaggi, alcuni stravaganti, altri misteriosi, altri inquietanti, ma tutti concordi che il Palazzo custodisca un segreto.
Bas conquista la giovane e bellissima Marina, fotografa in cerca di scoop e sancisce anche una sorta di alleanza con il poliziotto che al di là di una apparente
ridezza è un buon poliziotto e si fa affiancare dal giovane considerandolo degno di fede.
L’indagine si presenta piena di misteri, addirittura si dovrà indagare sulla morte di un pittore maledetto del Cinquecento, mentre un fantasma fa quasi da
contrappunto ai segreti che si dipanano nei secoli. E intanto una mano misteriosa miete vittime su vittime….
Sergio Di Marino è un autore che non finisce mai di sorprendere, cambia sovente genere di narrativa, cerca sempre nuove esperienze e quindi non ci dobbiamo meravigliare se con Il palazzo dalle cinque porte fa una incursione nel soprannaturale, condendolo di misteri e horror, una sorta del Segno del comando del ventunesimo secolo.Un giallo
che ci riporta con credibili alternative tra il presente e il passato, con una ricostruzione che sfocia nel fantastico . con una serie di riferimenti letterari e storici, con
suggestioni di taglio cinematografico. Dicevamo de Il segno del comando, ma possono venire a mente anche tanti gialli all’italiana, da Argento a Biava, né mancano le
escursioni nel campo dei romanzi d’avventura.
Di Marino è un ottimo narratore, basterebbe a dimostrarlo la sua grande prolificità letteraria, ma non è mai banale, passa con eleganza da un genere all’altro, e ama
anche mescolarli l’uno con l’altro. E così dopo le sue escursioni nel mondo del cinema o in quello delle arti marziali, con questo romanzo si occupa del mondo dell’oc-
culto, della magia, dell’illusionismo, non esitando a svelare trucchi e segreti ( vedi il delitto nella stanza chiusa o i congegni che i presudo-medium usano nelle sedute
spiritiche per confondere gonzi e creduloni.
Molto horror, profuso a piene mani, anche per dare sempre l’impressione di una minaccia che incombe sui protagonisti, e per dare più forza a questo assunto ecco
uccisioni in serie e nelle maniere più efferate, facendo ricorso a lame taglienti o al fuoco a addirittura alle pale di un motoscafo che smembrano un corpo. Non manca
il suggestivo ricorso ai temi esoterici, o alla riscoperta di artisti maledetti del Cinquecento, vedi il pittore Betto Angeleri o il capitano di ventura Radu Salieri,antenato
del protagonista, che addirittura custodiva il segreto per varcare la fantomatica quinta porta, quella dell’occulto.
A tutto poi contribuisce la…..compartecipazione nel ruolo di protagonista di una Venezia di fine autunno, misteriosa e oscura nelle sue calli più nascoste, spesso ovattata
da una nebbia opprimente, e non solo nel senso atmosferico…
In questa Venezia conosciamo “Bas” Salieri, giovane affascinante, uomo di spettacolo dove però si diletta a smascherare ciarlatani e impostori che infestano quella che
lui ritiene un’arte, l’illusionismo. Ha avuto una vita avventurosa, ha calcato teatri di guerra, ma è anche dotato di una enorme cultura che lo porta ad essere padrone in
ogni campo.
Un suo zio, Mattia, che vive a Venezia, muore improvvisamente in un incendio, lasciandolo erede di un palazzo storico, conosciuto come ” IL palazzo dalle cinque
porte “. Ma perché è chiamato così se di porte ne ha soltanto quattro ? Salieri comincia a studiare la storia del palazzo, dotato tra l’altro di una vastissima biblioteca,
ma si troverà coinvolto anche in un altro tipo di indagine, perché Panitta, che si è occupato della morte dello zio,non crede alla morte accidenale.<
Mano mano che ci si addentra in questi misteri conosciamo anche una serie di personaggi singolari, tutti legati allo zio, mentre un’atmosfera di terrore sembra
gravare sulla città, e un assassino misterioso sembra precedere Salieri nelle sue intuizioni, seminando la morte intorno a lui.
Bas cerca ossessivamente la verità, incurante dei pericoli e viene anche aiutato dalla bella Marina, fotografa, che presto diverrà la sua amante. Lui cerca di districarsi
tra tutti questi misteri, pur non perdendo di vista il vero motivo che l’ha portato a Venezia, cioè sapere quale è stata la fine del padre.
Vari elementi si intrecciano lungo la vicenda, c’ è anche la ripetuta apparizione di un fantasma ” dagli occhi dolenti “, dapprima è solo Bas a vederla, ma poi questa
presenza costante servirà a fare luce su quanto è avvenuto e su quanto sta avvenendo.
Per Bas non sarà facile credere a questa apparizione, lui è contrario al soprannaturale, alla suggestione, alla illusione, ma può anche trovarsi semplicemente alla
materializzazione di chi vuole avere giustizia o chiedere vendetta.
Al lettore il compito di districarsi in questa storia, da una parte con le modulazioni del giallo classico, dall’altra con tanti ricorsi alla storia della città e di chi l’ha
abitata nei secoli.
Di Marino colpisce anche per la descrizione e ricostruzione, quasi maniacale, di interni e ambienti, passando quasi inavvertitamente dalla Venezia di oggi a quella
del passato.
GIUSEPPE PREVITI