” ANGOLATURE NOIR”DI VALERIO CALZOLAIO- Prefazione di Massimo Carlotto.-(LINEA Edizioni)-19.12,24
19 Dicembre 2024“LA BADANTE E IL PROFESSORE” DI BRUNO MORCHIO (MONDADORI)-26.12.2924
26 Dicembre 2024Schiavone viene chiamato su una strada di montagna dove un ciclista è rimasto vittima di un incidente,ma ben presto si accorge che il caso sarà molto più
complicato. Il morto abitava da un po’di tempo nella zona, ma non conosceva nessuno. Era ricco, ma non svolgeva alcun lavoro, e periodicamente cambiava residenza.Si spostava per il Nord-Italia, poche amicizie, parenti lontani,amori fugaci. Insomma una vita volontariamente ai margini della società. Nella sua abitazione una lista di nomi e varie sigle e dei numeri, ma difficile coglierne il significato.Dava comunque l’impressione di un uomo sempre in fuga, solo
un banale incidente poteva fermarlo…
Schiavone inizia a indagare e inizia dalla gioventù , dove tutta la vicenda ha avuto un prologo, ma ben presto capisce che non sarà facile ricostruire questi fatti, collocati a una serie di uccisioni protattesi nel tempo, Occorre quindi muoversi con molta accortezza, intanto è sparita anche una donna a cui Schiavone era molto legato, e anche su questo fatto dovrà indagare a fondo.
Un ANTONIO MANZINI particolarmente ispirato e coinvolgente quello de IL PASSATO E’UN MORTO SENZA CADAVERE(complimenti per un titolo assai intrigante.)
C’è ovviamente una trama gialla, collegata a una indagine ciclista trovato morto sulla strada, apparentemente travolto da un auto pirata, ma questo non
convince il vicequestore Rocco Schiavone, giunto sul posto. Ma l’autore da anche spazio a una riflessione sulla vita e la condizione umana, soggetta a turbamenti, gioie, ombre, desideri.
Insomma una storia a due facce,difficile dire quale prevalga, certamente per i fan di Schiavone è una bella soddisfazione.Qui non si parla tanto del
poliziotto quanto dell’uomo, e naturalmente i profili a 100 gradi sono sempre più interessanti. Per carità, la faccia “gialla”funziona e prende subito il
lettore. E’forte,tosta,in questo alternare passato e presente. Schiavone parla di “rottura di coglioni di decimo livello” e il susseguirsi dei fatti cor-
risponde a un modo di raccontarli di…decimo livello.
Un ciclista è ritrovato morto in un fosso, incidente o mancato soccorso ? O addirittura un delitto come subodora il vicequestore Rocco Schiavone. Intanto
la vittima è uno strano individuo senza passato nè presente, e quindi starà a Schiavone e i suoi uomini ricostruire questa vita, ma non solo,dovranno oc-
cuparsi delle tante persone che hanno incrociato la loro vita con quella del morto.Un passato che inevitabilmente apre a un presente per poi portare anche a un futuro. Una storia quindi carica di prospettive, che va oltre il fatto in sè.E del resto tra i vari romanzi di Manzini questo è uno dei più corali. con Schiavone che deve ricorrere all’aiuto di tutta la squadra, anche i…più scalcagnati avranno il loro spazio, e anche i tanti personaggi che animano il racconto avranno un loro ruolo.
Rocco non può’non primeggiare, ormai, libro o fiction televisiva, ci siamo abituati, ma qui colpisce una certa atmosfera di stanchezza e di impotenza che avverte il suo procedere, non sappiamo quanto voluta dall’autore, quanto imposta dal procedere degli eventi. Rocco è da tempo ad Aosta, ma continua a sentrsi romano, ed infatti chiamerà a soccorso Brizio e Fabio, gli amici di una vita,sempre pronti a intervenire quando si subdorano dei guai. Ma l’intrec-ciarsi di varie storie, un efferato delitto di gruppo avvenuto una ventina di anni prima tra i monti, poi altri fatti riferiti al protagonista e al suo passati, tanto che entrano in gioco figure della sua gioventù romana non proprio commendevole, e poi anche Marina, la moglie, forse sin troppo….grillo
parlante.
Si può credere o meno alle storie narrate, qui Manzini ce ne offre per 576 pagine,ebbene a differenza di tanti max-libri che vanno di moda ora e che spesso sono noiosi, il Nostro è bravo a non annoiare.Lui, con la consueta umanità “ruspante” di Schiavone, che certo non brilla per educazione,spesso è fuori le righe, ma è anche molto umano quando rimpiange il passato e cerca conforto negli immaginari colloqui con la moglie, e si rivela talvolta fragile in quella durezza con cui affronta ad esempio gli uomini della sua squadra, è anche un…paladino della nostalgia con tanti ricordi spesso…caserecci, magari non sempre edificanti ma sempre veri, reali, e come tali apprezzati dai suoi lettori.
Ne è nata una storia complessa, ricca di pensieri e sentimenti, applicata al Rocco attuale, che, alle prese con un caso abbastanza complicato, tende sempre
piu’a farne una storia personale…
Ma lui è pronto a questo compito? Marina lo rimprovera di essere sin troppo duro con sè e con gli altri,lui e i “vivi” devono accettare la vita, “viverla”
perché questo è il compito di chi vive.” Nascondersi è da vigliacchi”.
Ed ecco all’opera due mondi assai distanti tra loro,la variopinta squadra della Mobile di Aosta e i due compari venuti da Roma, certo non un monumento alla legalità, ma assai utili nel togliere le castagne dal fuoco al loro amico di gioventù.
Rocco è visto in una fase della vita che sembra in caduta,i rapporti con le donne sono sempre più complicati, anche se in fondo è un”buono”, basta vedere come si batterà per ritrovare Sandra,una sua ex-fiamma, con cui aveva chiuso in maniera burrascosa,dimostrando che alla fin fine è un uomo di gran cuore.
Ci sono anche nuovi personaggi, interessante è il professor Brunetti, un professore univesitario dal profilo piuttosto ambiguo, abbastanza supponente, tra lui e Rocco si gioca una partita a colpi di fioretto, a…colpi di “si dice o non si dice”.
Nè mancano spunti comici, con al centro il povero D’Intino che non ne azzecca una con le donne, ora addirittura ha trovato una nuova fidanzata, una “clep-
tomane”, davvero una strana coppia.
Ma così’ è la vita !
GIUSEPPE PREVITI
GIUSEPPE PREVITI