” NERO DI MAGGIO “DI LEONARDO GORI – TEA
8 Settembre 2018” PECCATO MORTALE” DI CARLO LUCARELLI- EINAUDI
21 Settembre 2018Siamo al 13 marzo del 1460 quando ad Alghero un mercante ebreo, Simone de Lunell, incontra l’emissario di un uomo di affari fiorentino,
Teofilo Capponi. Gli vuole “vendere” l’esatta ubicazione di un tesoro leggendario, dei tempi di Carlo Magno e mai più ritrovato.,
Ci spostiamo poi su Firenze dove la moglie del Capponi, Bianca de’Brancacci, ascoltando casualmente una conversazione tra il marito e
l’emissario appena rientrato, viene a conoscenza dei piani del consorte sulla caccia a quel tesoro, convincendosi per di più che questo se-
greto abbia a che fare con la scomparsa del padre avvenuta anni prima durante un altro viaggio in Sardegna. Si sbarazza dell’odiato marito
e affida un suo piano assai ambizioso al noto ladro fiorentino Tigrinus, un protetto del padrone assoluto della città, Cosimo de’Medici.
Tigrinus dovrà recarsi a Alghero assumendo le sembianze dello scomparso Capponi per incontrare l’ebreo e trovare il tesoro.
Ma la città ha mille occhi…., una donna cerca di entrare nelle grazie di Bianca per carpirne i segreti, facendola poi imprigionare. Bianca
rischia di essere giustiziata per l’omicidio del marito, ma per sua fortuna torna in tempo Tigrinus che la farà scagionare.Ma anche lui avrà
il suo daffare a ritrovare quello che è il suo tesoro più grande, la Tavola di Smeraldo.
Marcello Simoni tiene a dire di questo Il patto dell’abate nero che è un’opera di fantasia che però poggia su una ricostruzione storica assai
accurata della Firenze quattrocentesca. Ma nel romanzo sono due le città protagoniste, accanto a Firenze Alghero, e qui il lavoro di Simoni
non deve essere stato facile perché la città sarda veniva solo ricordata e elogiata per il suo invidiatissimo perimetro difensivo.
Molto noto in Alghero era il quartiere ebraico, nella parte occidentale della città. All’origine erano venuti in molti dalla Provenza e dalla
Linguadoca perché a quei tempi Alghero era famosa per il commercio del corallo. Sulla scia arrivarono anche molte famiglie di origine
spagnola, altri ancora dalla Francia, infine tante famiglie ebree.
In questo contesto, abbastanza lontano da quello fiorentino,Simoni, un pò adoperando la fantasia un po’ collegandosi a fonti storiche,
utlizzando credenze e leggende, ha costruito questa storia dove torna protagonista Tigrinus.
Ecco quindi un romanzo ricco di avventure e di misteri dove si avverte molto il profumo del mare, siamo nel Quattrocento, pur se le radici
della storia risalgono al tempo di Carlo Magno. Il tutto dovuto a una ricerca storica assai approfondita con l’intento di scrivere un qualcosa che interessi, diverta, e riesca anche a stupire il lettore, sfidandolo pure con trame dove la suspense e il mistero non mancano, ma
ancor più non mancano storie dove si evidenzia l’azione dell’uomo, con le sue astuzie, le sue imprese, le sue ribalderie.
Marcello Simoni continua quindi la Secretum saga, sempre ambientata nell’Italia del 14oo,mettendo insieme lo splendore e anche il senso
del mistero della Firenze medicea con una città certo meno famosa ma non per questo meno interessante, Alghero, allora crocevia in un
mare ricco di pericoli ma anche assai frequentato per i tanti traffici commerciali, per interessi culturali e religiosi e politici che vi gravitavano intorno. Qui conosciamo un mercante ebraico che si approfitta di coloro che si recano da lui per conoscere l’esatta ubicazione
del tesoro di Gilarus d’Orcano,un saraceno contemporaneo di Carlo Magno, scomparso in circostanze misteriose.
Questo romanzo vuole anche essere un omaggio di Marcello Simoni a quella letteratura epica e avventurosa che ha cantato i tanti miti di
quei tempi. Tra gli interessati al ritrovamento di quel tesoro il commerciante fiorentino Teofilo Capponi che vuole impadronirsene, ma
ancora più di lui si intrometterà nella vicenda la moglie, Bianca, protagonista, certo molto in negativo, della vicenda.
L’autore ancora una volta mescola vari generi, dal thriller al romanzo di avventure, con il merito di corredare il tutto di un eccellente appoggio storico.
Temi vari, ora collaudati(Firenze) ora nuovi (la Sardegna), tra i collaudati la caccia al tesoro, qui si va alle origini della storia medeterra-
nea, tra Medioevo e Rinascimento, assai ricca di episodi avventurosi e storici tutti da scoprire e riscoprire.
E del resto chi meglio di Simoni vincitore del Premio Emilio Salgari dedicato alla letteratura avventurosa. Rimarchevole è anche il fatto
di aver messo accanto alla capitale del Rinascimento la città sarda di Alghero, considerata anche come un’appendice catalana. Così proce-
dendo ci si inoltra in una storia dove troviamo rispecchiati i canoni del “romanzo di mare”.
Molti ovviamente i personaggi che si incontrano nel secondo episodio della Secretum saga, il personaggio principale è Tigrinus, ladro gen-
tiluomo, curiosamente legato al grande Cosimo de’Medici, pur se non si sa bene perché, almeno a leggere le ultime pagine del libro, potrebbe essere tutto una burla….
Certamente una grande figura questa creata dal Simoni, un ladro ma anche un uomo dai ferrei principi morali che si muove con accor-
tezza e senso della misura in una società dove l’avidità, la menzogna, l’inganno la fanno da padroni, E Tigrinus dirà “,,,,,,sono un ladro..
ma rispetto un codice e finora non l’ho mai infranto”.
Due le figure femminili di grande spessore, una è Bianca de’Brancacci, una donna frerdda, incapace di opporsi al male(basti vedere con
quale leggerezza si sbarazza del marito), non avverte alcun rimorso per quel che fa, rifiuta ogni parvenza di autorità, anche se poi,travolta dagli eventi e condannata a morte,ripensa alla sua vita sempre da solitaria sin dall’infanzia, e allora adesso che sta per morire si affida
alla preghiera e cerca di riconciliarsi almeno con se stessa.
L’altra donna è Fenizia Donati, prima umile e desiderosa di aiutare gli altri,poi doppiogiochista e malvagia, e con brevi tratti descrittivi
l’autore riesce a cogliere la sua natura perversa.
E significativo è anche il colloquio tra Cosiìmo e il giovane filosofo Marsilio Ficino che lo ammonisce per il suo desiderio di leggere un
libro proibito, perché non si deve mai andare oltre il permesso e il consentito.§
Un’ultima annotazione su una scrittura piacevole e scorrevole, che non sempre contraddistingue i libri storici anche se gialli…..
GIUSEPPE PREVITI