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20 Dicembre 2014Jean-Patrick Manchette nacque a Marsiglia il 19 dicembre 1942 e si spense a Parigi il 3 giugno 1995. Manchette è stato uno scrittore, sceneggiatore,
critico letterario, traduttore. Ma se consideriamo il Manchette scrittore di romanzi va detto che è stato considerato il maggior rappresentante del
noir francese negli anni settanta e inizio anni ottanta.
In questo periodo scrisse una diecina di libri, tutte storie basate sulla violenza, ma anche storie che volevano esprimere la stato di disagio della condi-
zione umana nella società francese di quel tempo. Politicamente era di sinistra e anche nei suoi romanzi si rifletteva il suo pensiero perché non mancava
mai di caratterizzare i suoi personaggi anche secondo l profilo sociale e culturale.
Manchette seppe con i suoi romanzi quasi reinventare un genere, il noir, che nella galassia letteraria francese sembrava essersi perso. Nel suo stesso pe-
riodo spopolavano anche i noir di un grande regista del policier Jean-Pierre Melville, entrambi avevano uno stile secco, intenso che piaceva a lettori e
spettatori.
Manchette aveva un grande amore per il genere noir e in particolare ammirava molto lo stile di Dashell Hammett. Cominciò quindi a scrivere romanzi-
noir e la sua fortuna fu di rivolgersi agli editori Gallimard che curavano la famosa Série Noire, un equivalente dei nostri Gialli Mondadori. Su undici romanzi
da lui scritti ben nove vennero pubblicati dai Gallimard.Il momento Gallimard/Manchette inizia negli anni settanta con due romanzi “Cadaveri nel sole”
e ” L’affaire N’Gustro ” e da qui inizia quello che viene definito il ” neo-polar”, che segnò un momento particolare nella storia della letteratura poliziesca.
costitiuendo una sorta di spartiacque tra come si scriveva prima e dopo di lui.
In Italia si è sempre parlato di ” giallo”, in Francia si è invece parlato di ” noir”, ma c’è un’altra espressione altrettanto usata, il “polar” che indica il romanzo
dell’intrigo, del caso da risolvere. Era il polar un romanzo di denuncia, di violenza, di gente fuori della legge, ma altrettanto violenti erano i poliziotti.
Negli anni’7o il mondo è cambiato completamente, le prospettive socìali, culturali, giovanili, razziali sono diverse ed è in questo clima appunto che compare
Manchette. Lo fa scrivendo storie nere, violente, oscure ma diverse da quelle che si erano fin li pubblicate, lui mette in rilievo le grandi contraddizioni so-
ciali, le grandi rivoluzioni che agitano la società, non è più polar, ma è ” neo-polar”.
Storie belle a appassionanti le sue perché palpitano di vita, la trama poliziesca è importante, ma il significato sa andare ben oltre. Manchette forse non è
stato apprezzato come sarebbe stato giusto, molti critici dicono che Izzo ha lasciato un segno ancora maggiore, questioni di lana caprina, Manchette ha
sicuramente rivoluzionato il romanzo poliziesco francese con storie mai tirate troppo in lungo, sempre intense e ricche di colpi di scena, ed estremamente
agganciate alla realtà quotidiana.
GIUSEPPE PREVITI