IL PERSONAGGIO DEL GIORNO: FRIEDRICH DURRENMATT
11 Dicembre 2014IL PERSONAGGIO DEL GIORNO: HORST TAPPERT
13 Dicembre 2014Vincenzo Peruggi , vissuto tra il 1881 e il 1925, era un modesto imbianchino che salì agli onori della cronaca per aver trafugato a Parigi al
Louvre la Gioconda.
Nativo di un paesino del varesotto imparò il mestiere del decoratore e del verniciatore, e in cerca di lavoro emigrò in Francia a Parigi, nel
19o7. Guadagnava benino tanto da poter mandare piccole somme di denaro alla famiglia. Venne assunto dalla ditta del signor Gobler e
veniva mandato con altri operai al Louvre per pulire i quadri e ricoprirli con del cristallo.
Il mattino del 21 agosto, un lunedì, giorno di chiusura del museo, Peruggia entrò al Louvre passando per la porta usata abitualmente dagli
operai senza che nessuno lo fermasse. Arrivato alla sala Carré staccò il quadro dalla parete, si liberò della cornice e del vetro avvolgendo
il quadro con la sua giacca. Nessuno lo fermò e così una volta uscito dal Louvre si recò a casa nascondendovi il quadro. Poi si presentò
regolarmente al lavoro dicendo che aveva fatto tardi per un malore. Preoccupato dell’umidità della propria stanza lo affidò a un proprio
conoscente per un mese durante il quale costruì una cassa di legno dove conservò il quadro che nel frattempo aveva recuperato.
Furono due artisti abituali frequentatori del Salon Carré adaccorgersi del furto della Gioconda e subito si scatenarono le indagini.
Furono ritrovati la cornice e il quadro e si trovò anche una porta manomessa, proprio quella usata dagli operai, e si cominciò subito a
indagare in questo ambiente. Dai vari interrogatori emerse che era stata notata una persona il lunedì mattina mentre gettava qualcosa in
un fossato vicino la strada e fu così ritrovato il pomello della porta. Furono anche arrestati due giovani, tali…Apollinaire e Picasso, che
poi diverranno molto famosi, ma verranno ben presto rilasciati. Scagionato tutto il personale interno al museo si cominciò a interessarsi
degli operai che entravano al Louvre con varie mansioni. Anche Peruggia fu interrogato, la stanza dove viveva fu perquisita ma la Gioconda
era stata nascosta bene e non venne ritrovata.
La scena ora si sposta a Firenze nel 1913,dove un collezionista ha lanciato un appello ai privati perché gli prestino quadri di grandi autori onde
poter allestire una Mostra. Da Parigi gli arriva una lettera dove gli si offre la Gioconda a patto che rimanga per sempre in Italia. La lettera era
firmata Monsieur Leonard. Fu fissato un incontro con il direttore della galleria che prese il quadro in custodia per esaminarlo mentre il Perug-
gia veniva arrestato il giorno dopo dai carabinieri.
Si cercarono le motivazioni dell’accaduto, si parlò anche di furto su commissione, ma il Peruggia dichiarò sempre di aver preso il quadro per
patriottismo per vendicare il nostro Paese delle spoliazioni effettuate da Napoleone. A onor del vero la Gioconda era stata portata in Francia da
Leonardo e sin dal 1625 faceva parte delle collezioni reali.
Vincenzo Peruggia venne processato a Firenze il 4 e 5 giugno 1914, tutti tifavano per lui per un sentimento di amor patrio. La grande pressione
popolare ma anche la considerazione dello stato di salute dell’uomo, si invocòla seminfermità di mente , e la condanna fi assai lieve un anno e
quindici giorni di prigione. Il 29 luglio la pena fu ridotta a sette mese e l’uomo venne scarcerato. Uscendo di prigione fu avvicinato da un gruppo
di giovani che avevano fatto una colletta in nome di tutti gli italiani e gli diedero 45oo lire..
I buoni rapporti con la Francia fecero sì che la mite condanna venisse accettata ovunque e che il quadro prima di rientrare al Louvre potesse essere
esposto a Firenze e a Roma. Al rientro al Louvre presenziò il presidente della Repubblica francese.
Una volta scarcerato il Peruggia partecipò alla prima guerra mondiale e dopo Caporetto fu fatto prigioniero dagli austriaci. Tornato a casa nel 1921
sposò la giovane Annunciata e poi tornò in Francia stabilendosi alla periferia di Parigi. Qui ebbe una figlia, Celestina, che veniva però chiamata Gio-
condina. Peruggia morì per un infarto l’8 ottobre 1925.
GIUSEPPE PREVITI