” 1488- DIMENTICARE FIRENZE ” di ELISABETTA CAMICI – EDIZIONI 27
31 Dicembre 2017” L’APPRENDISTA DI MICHELANGELO” DI CARLO A.MARTIGLI
8 Gennaio 2018Varese, anni ’70, è più conosciuta come una città giardino ma ciò non toglie che possa essere teatro di eventi crminosi, che del resto avvengono un po’
ovunque. Sergio Cova, varesino puro sangue, ci descrive Varese coma una sorta di Milano in piccolo, con le sue fabbriche, le sue industrie, che ne fanno
una città fortemente inustrializzata. Ma Varese ha la fortuna di essere al centro di un bellissimo paesaggio, tanto che molti innamorasondone preferiscono
vivere sul lago o per lo meno passare nelle loro ville i week-end.
In più vicino c’è il confine con la Svizzera con tutto quello di lecito e illecito che può comportare.
Questo romanzo ha come protagonisti una banda improvvisata, la formano dei piccoli delinquenti, giovani di buona famiglia finiti male. La storia ci viene
narrata da Aldo Motta meglio conosciuto come Il Monaco. Lui fa gruppo con Il Rosso, sposato con figlia, che fa l’operaio e sempre a caccia di soldi, poi c’è
Il Principe, viziato rampollo di un ricco imprenditore, che gli copre tutte le malefatte. Poi c’è Il Gatto, proprietario di un piccolo bar dove normalmente i
tre si ritrovano, e che sarà il loro…..Pigmalione sulla strada del crimine. Infatti il Gatto , che ha già conosciuto la galera, sapendo delle loro grosse difficoltà
finanziarie propone ai tre il colpo del secolo, ovvero la rapina a un furgone a un furgone portavalori che dovrebbe trasportare svariati miliardi. E tutta la prima
parte del romanzo ci descrive attraverso i dialoghi e i loro pensieri i preparativi per il colpo,con tutti abbastanza scettici sulla loro capacità di portare a termine
una tale impresa.>
Al gruppo si aggiungeranno due veri professionisti, Veronica e Macrì. Arriva il giorno della rapina, ma qualcosa va storto, ci scappa anche il morto, ma quando
si ritrovano per dividere il bottino non solo arriva la polizia che li arresta, ma la sorpresa ancora maggiore è che i soldi sono spariti.
Passeranno venti anni quando Il Monaco, che nel frattempo era evaso rifugiandosi a Parigi, torna a Varese per riprendere le fila di quel discorso bruscamente
interrotto dopo la rapina…
Sergio Cova con questo IL piano del gatto conferma la sua capacità di scrivere storie e creare caratteri, rifuggendo da quella serialità oggi sin troppo di moda…..
L’autore si ispira a un fatto realmente accaduto nella Milano del 1958 quando sette uomini, in una mattina di febbraio,assaltarono un furgone portavalori, ru-
bando una somma ingente. Fu un piano preparato con gran cura , usando vari diversivi che permisero di distrarre l’attenzione di quello che era il vero obbiet-
tivo. Passarono alla storia come la banda di Via Osoppo o delle Tute blu, e non ci fu alcun spargimento di sangue.
Nella nostra storia, ambientata a Varese, il Gatto, proprietario di un bar dalle dubbie frequentazioni, mette insieme un gruppo abbastanza eterogeneo. I più non
sono criminali veri e propri, ma il colpo, sia pure in maniera un po’ rocambolesca, va a segno e ci sarà anche un morto. Ma i soldi ? Cova ci fa rivivere una
certa scena con la gente che si è radunata intorno al luogo del fatto allungando la vista per vedere qualcosa….” Anche se lontano, si vede bene l’interno del
portavolari. Si vede il pianale lucido di metallo, le pareti blindate e lisce, le piccole aperture protette dalle grate. Si vede ogni cosa. Tranne il denaro.Quello
non c’è.”
Già non c’è ma non c’è neppure all’appuntamento dopo il colpo, ci sarà invece la polizia…. Il Monaco, il narratore di questa storia, non ha mai smesso di pen-
sare a quei dodici miliardi, scomparsi insieme a un altro componente la banda, il Principe. Ma questi negherà di essere stato lui a tradire i compagni, alcuni dei quali sono nel frattempo ricomparsi, e così il Monaco ricomincia la caccia al tesoro. Gli stanno addosso Veronica, suo grande amore di venti anni prima ma
che ora si rivela sempre più inaffidabile, e Adele, la figlia del Rosso. In tutti l’obbiettivo è capire cosa mai sia successo quel giorno fatidico….
Un romanzo originale nella stesura, una storia criminale dove il mistero la fa da padrone,ma il bello è che questo mistero si dipana via via sotto i nostri occhi
attraverso la vita, i dialoghi, i pensieri dei vari personaggi, non ci sono mai grossi coklpi di scena, la forza del racconto è proprio nel comportamento sempre
molto abitudinario dei protagonisti, nell’intrecciarsi dei vari caratteri, nelle manchevolezze di ognuno, uomini e donne con il loro scheletro nell’armadio o con
la loro valigia dei sogni, ma anche legati da un vincolo che colpisce in un gruppo di gente che non dovrebbe avere tanti scrupoli. Il nostro Cova non risparmia
un certo alone di romanticismo ai suoi protagonisti.
Il libro viene diviso in due parti, nel 1977 all’epoca della rapina con la sua messa in atto, sino all’episodio inatteso: qualcuno ha tradito e i soldi sono scomparsi.
Poi si fa un salto di venti anni, quando alcuni dei superstiti si ritrovano e quando si arriverà, qui non mancheranno i colpi di scena, alla verità.
Una crime-story raccontata con stile chiaro e molto scporrevole, tanti i personaggi, tanti i dialoghi, efficace anche il finale perché tutto sommato restiamo
sempre con il fiato sospeso sino alla fine. L’abilità dello scrittore sta nel portare avanti tante storie e di riuscire sempre a tenere viva l’attenzione del lettore e ci
sembra che Sergio Cova ci sia riuscito.
GIUSEPPE PREVITI