” IL COLLEZIONISTA DI RICORDI ” DI BRUNO IALUNA- MARCO DEL BUCCHIA EDITORE
16 Agosto 2018” LE PERSIANE VERDI” DI GEORGES SIMENON
1 Settembre 2018Siamo nel mese di maggio, si comincia ad avvertire la primavera, ma il Male con la m maiuscola non si fa ammaliare.Il cadavere
di un anziano prete viene ritrovato su una piccola punta del mare di Posillipo. barbaramente assassinato,Un delitto inspiegabile
perché la vittima, molto conosciuta in città, era assai benvoluta. Era un dotto teologo, un uomo che aveva portato conforto a tante
persone, e che era scelto da molti per farsi confessare.
Con il fido Maione il commissario Ricciardi indaga, ma è un Ricciardi assai inquieto nonostante che lui e Enrica abbiano cominciato a incontrarsi, ma quando la madre di Enrica invita il commissario a casa finisce in una mezza tragedia. Il fatto è
che Enrico non può nascondere la propria natura, cioè il fatto che lui parla con i morti ammazzati fa sì che lui si ritenga un pazzo,
e non vuole quindi coinvolgere la ragazza, pur amandola con tutto se stesso.
Intanto la città è preoccupata per una serie di rapine che preoccupano assai il brigadiere Maione che nel tentativo di catturare i
colpevoli, una banda di quattro ragazzotti, confonde gli affetti con la ragione, e quindi ci metterà più tempo a arrivare a arrestarli,
ma ce la farà, pur subendo una cocente delusione.
Tutto questo avviene in un maggio pieno di cose brutte e belle, come è la vita, ma anche ricco di confessioni che serviranno a
ripulire tutto e tutti….
Questo è Il Purgatorio dell’Angelo, l’ultima opera dedicata al commissario Ricciardi da Maurizio De Giovanni. Potremmo definirlo il libro delle confessioni : si confessano in tanti, i colpevoli, i peccatori, ovvero chi ha ucciso e chi si è approfittato della
fiducia degli altri. E chi è più abilitato a raccogliere confessioni dei poliziotti e dei sacerdoti ? Ma la confessione si sa che è un moto dell’animo., è una liberazione di cosa abbiamo fatto e pensato, vissuto e sentito, e quindi anche il nostro protagonista,abituato a ricevere le confessioni degli altri, sentirà il bisogno di confessare a Enrica cosa lo opprime.
Questi un po’ i temi del libro, come sempre ambientato nella Napoli anni Trenta, in primo piano sacerdoti e poliziotti, appunto
coloro che ricevono il racconto delle pene e delle colpe altrui, gli uni per vocazione, gli altri per dovere d’ufficio.
Dal titolo si può arguire che anche gli angeli, ovvero i buoni sulla terra,hanno qualcosa da espiare, e questo riguarda anche le vit-
time. Angelo è un padre gesuita famoso per la sua bontà, la sua umiltà, le sue buone parole per tutti. Il religioso viene trovato
con la testa fracassata a Posillipo su un piccolo promontorio che sarebbe l’ideale per trovarci pace e serenità, ma qui servirà solo a
dare riposo estremo a una povera vittima.
Ricciardi come “sente” i morti e le loro ultime parole, sente anche quello che ripete il prete ucciso “Io confesso, ti confesso……”
E qui starà alla capacità del poliziotto di cogliere il senso di quella frase che potrebbe voler dire ” Io confesso una mia colpa oppure Io ti confesso di una colpa”. Quindi può riguardare uno di coloro che rivelavano i propri peccati al gesuita oppure era
il confessore stesso che aveva da confessare qualche colpa…..Tanta la gente interrogata, religiosi e no, ma senza risultati.
Ricciardi è come sempre affiancato dal fido Maione, che però ha preso molto a cuore un caso di rapine in pieno centro da parte di un gruppo di ladri assai violenti, che colpiscono e scompaiono assai velecemente.
Nel romanzo colpisce l’attenzione che viene riservata ai fatti privati, Ricciardi è evidentemente innamorato, addirittura….ride,
anzi sarà proprio una sua risata un po’…isterica e irrefrenabile a segnare un risvolto nel suo rapporto con Enrica.
Ritorna imperioso il tema della confessione, non solo di quelli che sono colpevoli o vittime, è il suo mestiere, quanto la necessità
che avverte sempre più forte di confessare alla donna che ama il suo stato particolare di Persona che riceve le sofferenze altrui .E
questo sarà il dilemma personale che l’uomo Ricciardi si troverà a dover risolvere se vuole andare avanti con Enrica.
Quindi, come recita il sottotitolo del libro Confessioni per il commissario Ricciardi, questo è il tema del romanzo, dove storie
pubbliche e private si intrecciano continuamente.
Del resto anche il brigadiere Maione dovrà confessare alla moglie che non ha superato lo choc per la morte del figlio poliziotto,
ma non esistono surrogati per farlo rivivere. Essenziale è accettare la condizione umana in cui viviamo.
Il Purgatorio dell’Angelo è una serie di storie, incontriamo lungo le giornate tante persone, ora felici, ora tristi, ora buone, ora
cattive, Maurizio De Giovanni ne tratteggia la vita o la tranche di vita che interessa a questo percorso, nei meandri di una società
variopinta, e così facendo ci racconta tante storie.
A chi è interessato in particolare alla vita del commissario dovrà pazientare un anno quando, come ha annunciato l’autore, uscirà
l’ultimo capitolo della serie.
Ma il bello di questo romanzo resta nella coralità del racconto, nelle tante persone che racconta, vecchie e nuove. Toccante è l’immagine di Maione che si illude di aver trovato un nuovo figlio in un collega giovane, ma poi dovrà confessare alla moglie che
i figli non si rimpiazzano con il primo che passa. Assai commovente la confessione, o meglio, la dichiarazione d’amore, che il duca
Marangolo fa a Bianca dal letto di morte.
Senza pietà è il ritratto di Maria, la madre di Enrica,una donna piena di pregiudizi e di ristrettezze mentali, che solo quando la
“zotica” Nelide ( un altro personaggio che sembra pronto a spiccare il volo)le rivela che partito è il barone, cambia subito parere.
In questo romanzo molti quindi i personaggi che crescono, prendono spazio, acquistano spessore, da autentici protagonisti.
Ma il romanzo pone anche alcuni interrogativi “Perché qualcuno dovrebbe uccidere un angelo “, “Perché qualcuno dovrebbe sposare un dannato ? “. Per le risposte vi rimandiamo alla lettura, ma in generale le risposte sono meno complicate sono meno
complicate di quel che sembri…
GIUSEPPE PREVITI