” ERRORE 4O4″ – edizioni e/o DI SACHA NASPINI- 24.04.2024
24 Febbraio 2024“LA BRIGATA DEL PENTCHO” DI STEFANO SALMORIA- EFFIGI- 07.O3.2024
7 Marzo 2024Una donna, o meglio un bambino di nome Mario, che però ,appunto, si sente una bambina, per arrivare ad affermare la propria identità di donna, e quindi divenire Maria, dovrà perseguire una lunga Via Crucis, attraversare praticamente l’inferno,che poi non è altro il mondo in cui viviamo. Umiliata, offesa,
vittima di tanti pregiudizi, malignità, Maria dovrà liberarsi via via di tutte queste cose, e si sentirà sempre più sola. Si trasferirà lontano da casa, sprofonderà nell’orrore più cupo e nello strazio della guerra dei Balcani, una delle tante guerre, certamente tra le prime, che hanno insanguinato la nostra presunta era di pace.
La sua è una storia senza respiro e senza pace, ogni affermazione, ogni evento vengono voltati e rivoltati, amplificati e giudicati, per arrivare a una verità almeno accettabile. Un approdo dove almeno la bontà e l’amore abbiano un senso.Maria, nonostante tutto non cede,non si abbatte, saprà andare oltre tutti questi imprevisti.
IL RITORNO di MARCO VICHI fa parte delle tante storie che l’autore fiorentino ha scritto al di fuori del suo personaggio principale,il commissario Bordelli
E’la storia di Maria, una storia come tante, magari non usuale ma possibile anche nella realtà e quindi interessante per tutti.
IL RIORNO è un viaggio con protagonista, Mario,un bambino che sembra una bambina, e questo Mario/Maria vive negli anni ’90. Lei ricerca se stessa, ricerca l’amore, la felicità, e per arrivare a questo dovrà combattere i soprusi, i pregiudizi, le persecuzioni del mondo. Già, perché ci sono storie finiscono per
fondersi, quella di una persona disposta a tutto pur di raggiungere la propria identità e quella appunto delle identità “differenziate”.
Per chi vuole per forza dare una etichettatura ai libri che legge , e magari attende lumi anche da queste note,confessiamo un po’ di imbarazzo. Dunque,
non c’è Bordelli, ma questo non vorrebbe dire niente, Marco Vichi potrebbe avere anche scritto un giallo senza il commissario. Qui c’è una storia dram-
matica, molto cruda, una letteratura anche di mistero se vogliamo, ma, certamente, non è un giallo. Si parla anche, e molto, d’amore, ma pensando alla
crudezza del racconto,non è certo un romanzo rosa.C’è la guerra,raccontata in tutta la sua ferocia,, è stata una guerra molto aspra e molto crudele, ma
fondalmente non siamo neppure difronte a un romanzo di guerra o un romanzo storico. Allora, direte ? E’un romanzo dalle tante facce, tutte queste vi sono
comprese, dai tanti elementi, quindi una storia composita, dai tanti risvolti romanzati, senza cercare di renderli più gradevoli. Ecco, direi un romanzo
“amaro”, ma anche molto umano , proprio perché non ci risparmia nulla di questa epopea della bella italiana, la bionda Maria.Il linguaggio è duro, volutamente, non si usano perifrasi per raccontare quel che avviene, potremmo definirlo “un pugno nello stomaco per i benpensanti”, e nel libro ne compaiono tanti.
Il giovane Mario, che sin da piccolo si è sentito Maria,appena ha raccolto i soldi necessari se ne vola in Turchia per una operazione che lo renderà donna.
Da bambino viveva con un padre violento e dispotico, oltre tutto un ubriacone, con cui avrà un rapporto pessimo, anche perchè questi non accetta di avere
un figlio….figlia.La madre li ha abbandonati anzitempo, una volta perso anche il padre, finisce sulla strada, si prostituisce, si droga, trova finalmente
il coraggio di diventare donna, da qui il suo viaggio in Turchia, per diventare finalmente donna e disporre come vuole della sua vita.
Fatta l’operazione,a corto di soldi, deve tornare in Italia via terra, rimediando dei passaggi, ma finisce in mezzo alla guerra che dilania la ex-Jugoslavia.Qui troverà due anziani coniugi, che hanno da poco perso una figlia, e la tratterranno come tale. Incontrerà a si innamorerà di un giovane del
posto , Goran, in cui ravviserà il suo Principe Azzurro.
Stiamo parlando di una storia difficile,molto amara, senza respiro, di una persona che cerca una nuova identità , con un viaggio per lo più interiore al-
l’interno di se stessa, in un alternarsi di verità, sogni,illusioni, disillusioni,che certo faticano a far discernere un qualcosaa di veramente accettabile.
La narrazione è secca, senza orpelli, e questo è apprezzabile, da una parte abbiamo una vita “al limite”, ma non per questo non degna di essere raccontata.
,anche se più difficile è il percorso da tracciare.Più difficile è anche il come raccontarlo e da parte del lettore il come accettarlo.E del resto,questo lo possiamo anticipare,l’intento non è di arrivare a un lieto fine o a una condanna. Del resto parliamo di vite irregolari, di spietatezze della guerra,
dei difetti di tanti protagonisti. E il lettore dovrà affrontare tutto questo, starà a lui il come astrarsi da tutte queste sensazioni.
Tra i pregi del romanz0 la scrittura, assai efficace, ricca di sensazioni, anche perché non rinuncia a parlare delle “bizzarrie del mondo”.