” LA SCUOLA PIU’ BELLA DEL MONDO” DI LUCA MINIERO
14 Novembre 2014IL PERSONAGGIO DEL GIORNO: CARLO EMILIO GADDA
14 Novembre 2014Ad un certo momento del film viene detta una frase: “Una foto non solo parla di chi è ritratto, ma anche di ritrae “. E questa frase è un po’ l’architrave
del film Il sale della terra grato da Wim Wenders insieme a Juliano Ribeiro Salgado, figlio di Sebastiao Selgado fotografo brasiliano tra i più celebri
al mondo. Un film che prende….luce da quella che emana la stessa macchina fotografica ma anche da quella luce che passa attraverso la macchina
da presa. E tutto questo è documentato da quella grande attività che Sebastiao Salgado ha svolto un po’ in tutto il mondo dal Brasile al Rwanda dal
Kuwait alle foreste popolate dagli ultimi pigmei.
Wim Wenders, oltre che un grande regista, è lui stesso un grande fotografo, ha scoperto Salgando attraverso le sue fotografie e ha deciso così per
capirlo meglio di fare un film su di lui, girandolo appunto con il figlio del fotografo. E così ne nasce una storia per immagini realizzata appunto attra-
verso le fotografie del grande Salgado che rinunziò a una comoda carriera in banca per seguire il suo istinto che lo voleva fotografo. Ha visitato
così più di cento paesi documentando guerre, genocidi, migrazioni, catastrofi che si sono abbattute sull’umanità, popolazioni che vivono al di fuori
del mondo moderno.
Salgado coglie con le sue immagini i movimenti dell’uomo, della natura, del tempo, anche la pellicola di Wenders ha un suo movimento che poi si so-
stanzia nella visione delle fotografie di Salgado. Visioni non sempre gradevoli, cadaveri di bambini trucidati, devastazioni della natura, uomini op-
pressi come schiavi, anche se poi bastano gli sguardi pieni di speranza di un bambino per accendere l’illusione che domani il destino sarà migliore.
In Salgado pesa l’eterno contrasto tra il Bene e il Male, lui si chiede come l’uomo possa avere in sè tanta ferocia, tanta malvagità. Lui poi segue un
suo metodo, sta per anni nel territorio che vuole fotografare, si vuole immergere, immedesimare con il terremo, l’ambiente, quando poi si sente di
farne parte, di amarlo allora lo ritrae.
Il Sale della Terra è sicuramente una grande opera, forse più un documentario che un film, forse né documentario né film, il susseguirsi delle immagini
tiene avvinto lo spettatore forse esercitandone talmente l’impressione visiva per permettergli anche di avere delle ulteriori emozioni. D’altra parte
è probabilmente anche lo scopo che si sono prefissi i registi, l’immagine parla di per se stessa, Salgado va oltre la parola o la spiegazione.
Va anche aggiunto che parola e immagine non sono fatte per sovrapporsi l’una all’altra, semmai sono complementari e crediamo che Il Sale della
Terra voglia dimostrare questo.
Tante immagini che si susseguono, tante le riflessioni di un uomo di rara sensibilità che ha visto tutto il mondo nel bene e nel male, perché purtroppo
le immagini documentano come l’uomo abbia distrutto se stesso e il suo habitat naturale. Ma si rimane estasiati nel sentire Salgado che paragona un
rettile colto dal suo obbiettivo a un guerriero medievale, oppure quando segue per la foresta un gruppo di uomini e donne primitivi dal nostro punto
di vista, ma profondamente felici della loro condizione di gente libera. In questo possiamo quindi vedere un raggio di speranza, come pure nel seme
gettato in terra che produrrà un albero nel futuro, e quindi intanto la speranza è che ci sarà un futuro. Un film che non ti fa sconti ma che ti affascina
nello stesso tempo ! E che ti ricorda che in conclusione il sale della terra sono gli stessi uomini che la popolano…..
GIUSEPPE PREVITI