“OH MARE NERO…3 noir e 21 ricette d’acqua salata” DI ANDREA GAMANNOSSI-MAURO PAGLIAI EDITORE
31 Luglio 2012“DANZA MACABRA”DI LEONARDO GORI-FELICI EDITORE
7 Agosto 2012Ivan della Mea, poeta,musicista,cantautore, autore e interprete di testi teatrali ma anche aiuto-regista,soggettista,sceneggiatore,ha pubblicauo gialli,fantasy e spy-story,è stato musicologo di fama. Era nato a Lucca ,ha vissuto lungamente a Milano,si è spento mel 2009.
Nel 199o aveva scritto Il sasso dentro che adesso viene riproposto in libreria.Due i personaggi principali di questa storia. Paolo Carlo Andena(Paco per gli amici)è un commissario di polizia momentaneamente ritiratosi dal ervzio dopo che ,vittimadell’eroina. gli era morto il fratello minore Maso.Lui si rimproverarva di non aver fatto il possib ile per aiutarlo,anzi addirittura lo aveva buttato fuori di casa. Paco ha lasciato anche la famiglia e si dedica all’assistenza degli handicappati.
Anita Marzano è l’altra protagonista del racconto,bella,altera,sicura di sè,padrona di un’azienda che anticipa il mondo della moda che avremo nella Milano degli anni duemila.Felice e bella in apparenza,ma anche lei cela qualcosa dentro di sè,un tumore sta mettendo a dura prova le sue energie e la sua v0glia di vivere-
Le vicende che li riguardano scorrono parallele, fin quando il commissario dearà una mano ai suoi ex-colleghi perché una giovane donna è stata trovata uccisa e orrendamente sfigurata in una discarica.
Paco0 non sa resistere al richiamo dell’investigazione”sbirri si nasce sbirri si muore”e quindi torna ad immergersi in un sottobosco che pensava di aver abbandonato.
Altri personaggi animano la vicenda, il collega Graziano Carta,un sardo ispettore della omicidi,il barbone Benito Restelli detto Popi Avera,il giornalista Salvatore Palumbo,vecchio cronista di nera del Corriere,il dottor Enrico Calmi,oncologo,che si è innamorato della donna che ha curato e di cui cerca di scoprire i segreti che nasconde.
Si ritroveranno tutti allo stesso capolinea nella periferia di una Milano nerissima.
Ventidue anni fa questo romanzo fu pubblicato da Interno giallo,ora viene riproposto da Tropea. Con Il sasso dentro Ivano della Mea scrisse una sorta di requiem per Milano,terra d’azione di questo scrittore che fu soprattutto un musicista.Qui ci canta una Milano nera,opprimente,descritta alla maniera di un noir francese pur con qualche concessione all’hard-boil. Della Mea forse caratterizza un pò troppo i suoi personaggi, estremizzando la divisione in buoni e cattivi.Però ne costruisce alcuni che sono vermente indimenticabili,vedi Popi il barbone che legge il Corriere della Sera e ha come amico il cane Grosso,un nome che è già tutto un programma.E altrettanto colpisce la figura di Paco anche se l’autore a volte dà l’impressione di farsi coinvolgere “sentimentalmente”dalle gesta dei suoi protagonisti.
Ma Della Mea sa dipingerte alla perfezione tutti questi caratteri con le loro solitudini che alla fine sembrano trovare conforto nel frequentarsi più o meno casualmente.
Milano è l’altra protagoniusta che campeggia sullo sfondo,città di grande cuore ma anche con delle p’ropaggini che sono delle cancrene vere e proprie, puzzolenti e devastanti.
Tropea rende un grande omaggio a Ivano della Mea riproponendo questo noir, anche se siamo un pò in difficoltà nel definire questo testo,che mescola vari elementi,dalla psicologia alla sociologia,ma è anche un noir “politico” con l’immagine che dà della città.Ricordiamoci che gli anni di
mani pulite incombono….Della Mea confeziona una storia di intrighi che è di destini,e da buon compositore ci lascia questa ballata che canta la
periferia di Milano,quella degli orti e delle discariche.
Una Milano dai tanti problemi,sonmo anche gli anni in cui l’eroina miete le sue vittime e lo stato e la polizia appaiono impotenti. E così Andena,milanese di famiglia, poliziotto per vocazione,capo della omicidi,convinto della giustezza della sua professione, alla morte del fratello,che tra l’altro aveva fatto una scelta opposta militando nell’estremism0 per poi precipitare nei gorghi della droga,non riesce a far finta che non sia successo nulla e lascia servizio e famiglia con il chiodo fisso di punire chi spaccia le dosi mortali di eroina.
Via via le varie vicende si intrecciano, fino al momento in cui un colpo di scena da horror suggellerà la fine della storia.
L’autoremette in questa storia tutta la sua vena di poeta e di giornalista,e fa impressione che venti fa aveva già immaginato tante cose che sarebbero po avvenute nei tempi successivi.E non per nulla era fuggito da una Milano che non riconosceva più perché calpestava ideali e dirittti,passando gli ultimi anni della sua esistenza in Toscana.
Ma probabilmente il suo congedo da Milano fu Il sasso dentro dove ci racconta una città che non è più quella che lo aveva accolto giovanissimo e che aveva contribuito al suo spirito di ribellione, in quel turbinio di reazioni e di violenze che chiuse gli anni sessanta.Ne è uscito un noir assai denso di avvenimenti,che si occupa di un periodo…transitorio in cui non mancava l’umanità né tra chi faceva parte delle forze del’ordine né tra
la gente di strada.
E i vari personaggi, perfino chi uccide,sono alla fin fine positivi,nel senso che agiscono sempre in base a dei principi,magari non sempre giusti,
questo almeno nella quasi totalità dei casi.
Il romanzo è certo agghiacciante ma anche ricco di pietà,in un a Milano bella e disperata.Una Milano però dilaniata da questo sasso che ha dentro,un grumo di miserie e di disperazioni. Ma è anche una Milano ricca di gente generosa,dal cuore puro,che sa ridere,una città colma di solidarietà e di amore.Sicontrappongono una Milano nera,città di delinquenti incalliti ma anche di persone insospettabili non meno spietate,che non esitano a uccidere,e una Milano invece dove ancora si combatte il male a costo della propria vita.
Colpisce in questo romanzo il senso di morte che lo pervade con il giovane Maso vittima della droga e le giovani donne scaricate nella discarica.
Poliziotti,giornalisti,barboni compaiono in questa storia con ritratti sempre abbastanza u8mani. Colpisce anche il senso di sfacelo che si abbatte sulla borghesia, con una sorta di triste preveggenza di quel che avverrà anni dopo.
Della Mea va pure ricordato pure come cantautore, e anche in questa veste la sua predilizione era per i temi noir,cantava la Milano dei piccoli
malviventi che lottavano per la sopravvivenza.
Della Mea privilegia nella sua scrittura i personaggi,li disegna con grande maestria,dai protagonisti ai comprimari,del resto questo è un romanzo essenzialmente corale, composto da varie storie.,
Una vicenda in conclusione nerissima,un romanzo che può ricordare anche la Milano “violenta”di Giorgio Scerbanenco che qualche decennio prima ne scrisse a lungo-Per entrambi i protagonisti dei loro romanzi sono uomini “giusti”che p’erò a causa delle incapacità della società civile nel combattere il male devono,lor malgrado,trasformarsi in giustizieri.
Scerbanenco ne scrisse quaranta anni fa,Delle Mea oltre venti anni fa, la “rivisatazione”del suo testo è assai recente, colpisce in definitiva che in tanti anni sia cambiato ben poco…..
GIUSEPPE PREVITI