” NON LASCIARE LA MIA MANO ” DI MICHEL BUSSI – edizioni e/o
5 Novembre 2017” LE MOLLICHE DEL COMMISSARIO- La prima indagine di Vivacqua “- di CARLO F.DEFILIPPIS- GIUNTI
9 Novembre 2017La grande siccità di quell’anno fece riaffiorare tante cose, addirittura a Valvata venne alla luce uno scheletro. Il medico del paese disse cge si trattava di una
donna, la cui morte doveva risalire a una ventina di anni prima. Accanto ai resti un ciondolo con un medaglione.
Da questo ritrovamento inizia la nosta storia, l’avvocato Ivo Masoni si appresta a tornare a Firenze, ma prima vuole vuole lasciare un regalo alla signorina
Gemma Gialleschi di cui è sempre più innamorato. Sceglie uno scialle fatto a mano da una bravissima artigiana, Cesira, che sta tutto il giorno al telaio dove
può esercitare tutto il suo ingegno pur vivendo in una condizione di particolare disagio. Infatti tanti anni prima, circa 24, mentre passeggiava in campagna
con la contessina Virginia Brizzi che l’onorava della sua compagnia, erano state vittime di una aggressione. Cesira era stata ritrovata esamine al suolo più
morta che vfiva, era stata colpita alla testa, piano piano si era ripresa ma non aveva più ripreso l’uso della parola. Della contessina non se ne era saputo più
niente. Si era parlato di rapimento, di fuga d’amore con un ragazzo del posto dopo che il padre la voleva far maritare con un nobile del posto, molto più an-
ziano di lei, ricchissimo, un tipo violento che aveva coperto tutti i debiti del padre e ora la voleva con sè.
A tutto queste ricerche si arriverà partendo dal medaglione trovato con i miseri resti, e grazie alla proverbiale cocciutaggine della signorina Gemma che,
incuriosita dall’assoluta somiglianza tra il medaglione e il disegno sullo scialle donatole, si darà un gran daffare per scoprire cosa ci fosse sotto. Ed ecco
che la Galleschi, aiutata dall’avvocato e dal dottore, comincerà a indagare con il beneplacito del maresciallo dei carabinieri, all’inizio contrariato dall’inter-
vento della direttrice della biblioteca, ma poi convinto ad aiutarla sino alla soluzione del caso.
Torna Gemma Galleschi la direttrice del conservatorio musicale di Valvata e con lei le sue abituali…spalle, l’avvocato innamorato Ivo Masoni, il dottor
Pinchi, medico condotto e all’occorrenza medico legale, e il maresciallo dei carabinieri di Valvata, Manciulli.
“La siccità dell’Arno fa riaffiorare a Valvata uno scheletro umano” e questo ritrovamento parte una storia piena di intrighi e di misteri ambientata in
questo paesino dell’entroterra pisano.
Ne Il segreto del telaio Patrizia Rasetti, oltre i consueti protagonisti ci presenta Cesira ” la ragazza del telaio” (poteva essere un altro titolo…..), una
donna che giovanissima ha perso l’uso della parola in un misterioso fatto avvenuto oltre venti anni prima. Lei fu ritrovata esamine al suolo, era stata
colpita alla testa, e da allora non aveva più parlato.Ma la contessina Virgina che era con lei era scomparsa e non se ne era più saputo niente.
Il ritrovamento di un medaglione accanto allo scheletro, una misteriosa cifra che Cesira disegna al telaio riprendendo il motivo del medaglione e che
contraddistingue tutta la sua produzione, inducono la nostra Gemma a condurre una indagine su questi misteriosi e mai risolti eventi del passato.
Se è pur vero che Valvata e i vari protagonisti sono tutti inventati dalla nostra autrice, sono comunque tutti luoghi e personaggi facilmente riconducibili
a posti e persone che potrebbero esistere realmente.
Patrizia Rasetti fa parte di una corrente abbastanza consolidata nel mondo del giallo toscano, possiamo ricordare la fiorentina Lucia Bruni con cui
l’accomuna un tipo di scrittura e narrazione che scava nel passato di una Firenze ottocentesca con largo ricorso all’idioma e alle espressioni del tempo,
ponendo a confronto la nobiltà e il mondo contadino, evidenziando anche la speranze e i sogni dei giovani, facendo anche un quadro generale della società
di quel tempo. Possiamo definirli ” gialli-storici” che rispecchiano la storia e il passato del nostro Paese.
Un ‘altra autrice con cui la Rasetti potrebbe confrontarsi è un’altra toscana, la pistoiese Laura Vignali, altra confezionatrice di gialli legati all’ambiente
cittadino, e con la caratteristica di privilegiare sempre una certa forma di giallo comico comune anche alla Rasetti.
In generale si può aggiungere che ci sono molti esempi illustri di investigatrici(ma anche investigatori)che vivono in posti assai piccoli, in villaggi, ma
quel che conta è la ” storia” che si racconta, i personaggi che la animano, la suspense che vi si crea, poi New York o Valvata non sono l’elemento essenziale.
Il segreto del telaio è scritto con un filo d’ironia, i vari personaggi hanno le,loro storie, spesso tutt’altro che edificanti,ma il tutto è narrato con mano leggera,
e l’uso del dialetto questa venatura meno seriosa.
Un libro che “prende” il lettore anche perché l’autrice ha saputo creare un mondo e un ambiente veramente credibili, come lo è la parte più “gialla” del
racconto.
GIUSEPPE PREVITI